Capitolo 24 "Distacco"

646 61 9
                                    

"Heila! Come va?" Dice Rakel tutta gasata.

I ragazzi non sembrano molto entusiasti della sua presenza infatti non la cagano neanche.

Godo.

"Molto bene, prima che tu arrivassi!" La informo, spero si renda conto che non è la ben venuta e che deve andarsene a quel paese. Non la sopporto, per niente.

"Simpatia portami via!" Replica.

"Siediti se vuoi, c'è un posto qui!" Le dice Chris sorprendendo tutti. Ma che cazzo sta facendo?

"Grande amicone!" Gli da una pacca sulla spalla e si fa posto tra lui e Rosy.

Come diamine si permette?

Guardo Kevin con un punto interrogativo, lui annuisce e fa cenno con la testa come per dire "te lo racconto dopo".

Sono davvero curiosa di sapere che relazione c'è tra tutti loro e Rakel.

Nessuno parla con lei tranne Chris.

Non solo ci parla, scherza, ride, l'abbraccia, sembrano grandi amici.

Mi da fastidio, mi irrita vederli così vicini l'uno all'altra. Vorrei prenderla per i capelli e sbatterle la testa contro il tavolo ma non lo faccio, ho già fatto troppe cazzate per oggi, meglio se sto qua buona buona e zitta.

Improvvisamente Rosy si mette a piangere, è caduta dalla panchina sulla quale era seduta a tavola. Già, questo posto non ha sedie ma lunghe panchine che le sostituiscono.

"Fate tacere questa piccola mocciosa!" Grida isterica Rakel.

Mi alzo di scatto e vado a prenderla in braccio, come avrà fatto a cadere?

Vedo anche Lucas in piedi ma si siede subito appena mi vede vicino a lei.

"Piccola, dai su, va tutto bene, sono qui!" Cerco di rassicurarla, odio vederla piangere.

Si e sbucciata il ginocchio, perfetto. Tale madre tale figlia.

"Ma non sta un attimo zitta?" Replica di nuovo Rakel, giuro che la faccio volare di sotto se non tace.

"Ma stai zitta te e tutti saremmo più felici!" Sputo nervosa, non si deve permettere sta stronza di parlare così di mia figlia.

"Non c'è bisogno che ti agiti tanto!" Dice Chris difendendo lei e non me.

"Invece si, dovrebbe tenere a bada la sua lingua biforcuta!" Ribatto.

"Alexa!" Mi rimprovera Chris.

Ma fa sul serio?

"Fottiti!" dico andando via con Rosy in braccio, meglio portarla in infermeria e allontanarla da quest'ambiente nocivo.

"Dammi, la porto io!" Sorride Stefan mentre mi prende Rosy dalle braccia.

"Grazie!" Mi limito a dire.

"Fai strada, io non so dov'è l'infermiera, è lì che volevi portarla, no?"

"Già"

Per tutta la strada non ho detto una singola parola, Stefan parlava con me ma io mi limitavo ad annuire.

"Dov'è la pomata?" Mi chiede dopo aver poggiato Rosy sullo stesso lettino dove ero poggiata io poco tempo fa.

Questa stanza mi ricorda del bacio con Lucas. Pensandoci bene mi ha fatta sentire bene, molto bene. Non mi sento più così in colpa come prima. Chris è stato uno stronzo, un grande stronzo.

"Alexa, la pomata?" Continua a chiedermi Stefan.

"Eh?"

"La pomata"

"Ah, non lo so, non ricordo dove la messa Lucas" dico cercando nella stanza.

Passano 5 minuti e della pomata neanche l'ombra. Mi sto irritando, butto giù il vaso di fiori vicino alla finestra.

"Tutto bene?" Chiede Stefan avvicinandosi a me.

Cado giù piangendo, non ce la faccio più.

"Hey, hey, non fare così!" Mi abbraccia, è così caldo e confortevole.

Sentiamo aprirsi la porta dietro di noi.

"Alexa tutto bene?" Lucas mi si piomba addosso tutto preoccupato.

"Sisi!" Mi asciugo le lacrime e mi alzo.

"Pensiamo a Rosy piuttosto" continuo a dire avvicinandomi a lei.

"Piccola mia" le bacio la guancia.

"Di chi è la bambina?" Domanda un'infermiera entrando dalla porta.

"Mia" diciamo insieme io e Lucas.

È la prima volta che afferma in pubblico di essere il padre di Rosy, la felicità mi riempie il cuore.

Una storia senza fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora