Capitolo 16 "Le scuse"

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"Che ci fai qui?" Richiedo non avendo avuto nessuna risposta prima.

"Vuoi parlare o ti devo forzare?" Mi sto innervosendo.

"Nulla, è solo che era sola e..." inizia a dire alzandosi in piedi.

"Non ha avuto bisogno di te per due anni, se la cava benissimo senza."  Sputo fuoriosa.

Come si permette, anche solo di avvicinarsi a lei.

Mi avvicino e la prendo in braccio, non voglio che passi altro tempo con "suo padre" se possiamo definirlo così. Ma neanche, è un insulso essere vivente, non si merita nulla.

"Non le farei mai del male Alexa." Dice sottovoce.

"A me l'hai fatto" replico andando verso la porta.

"Non era mia intenzione, credimi, appena lo scoperto che eri tu, ho cercato di rimediare ai miei errori" la sua voce trema.

"Ah quindi lo sapevi!? E non mi hai detto nulla, speravi che non lo scoprissi vero? Non credi che sarebbe stato molto improbabile siccome viviamo sotto lo stesso tetto?" Gli domando praticamente urlando.

Rosy sussulta tra le mie braccia, non mi ha mai sentita gridare così, sicuramente si sta spaventando, noto i suoi occhi lucidi.

"Tesoro, tu scendi in cucina, c'è un piatto di riso che ti aspetta, so che è il tuo preferito, io scendo tra un attimo." Le dico mettendola giù e baciandola dolcemente sulla fronte.

Non dice nulla ma mi obbedisce e va via.

"Allora?" Continuo. Voglio risposte, voglio sapere il perché.

"Beh io..."

"Da quando Lucas? Da quando?" Chiedo nervosamente, questa attesa mi manda in tilt.

"Dalla prima volta che Chris ti ha portata qui, mi sono ricordato subito di te, era impossibile dimenticarti ma non ero certo fino a quando l'altro giorno non ho fatto il test di DNA a Rosy e ..." Ammette abbassando la testa.

"Tu cosa? Ma come ti permetti? Non sei stato autorizzato a farlo! Non credere che, se tollero la tua presenza, ti lascerò avvicinare a Rosy! Te lo puoi scordare, dimenticare, sognare!" Gli grido contro.

Non posso credere che si sia preso tutta questa libertà di fare ciò che vuole.

È mia figlia! Solo mia!

"Alexa... io voglio rimediare al mio errore di due anni fa. Sono cambiato, credimi!"

"Lucas! Seriamente credi che io possa mai crederti?" Chiedo con tono sarcastico

"No, ma..." risponde.

"Ecco, ti sei risposto da solo" lo interrompo, non voglio ascoltare altro per ora, sono stanca di tutta questa storia.

Vado verso la porta, voglio uscire da questa stanza, l'ossigeno non sembra abbastanza per entrambi.

"Ascoltami! Ti prego!" Mi supplica.

Quasi provo pietà per lui, sembra così dispiaciuto ma non posso dimenticare,  non posso!

Non gli rispondo, non mi giro nemmeno per guardarlo, non mi interessano le scuse, non riparerano a quello che ha fatto.

"Alexa!" Mi chiama afferandomi la mano.

Mi giro di scatto tirandoli un gancio destro da farlo cadere a terra.

"Non ti azzardare mai più a tocarmi! Non sono più così debole e indifesa." Lo informo uscendo dalla stanza.

Lo credo bene, ho iniziato a fare Box, autodifesa e yoga. Non mi coglierá mai più impreparata.

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