Che dolore.
È questa l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento, ed è stata la prima a cui ho pensato un minuto fa quando mi sono svegliata.
Mi metto a sedere il più lentamente possibile sul bordo del letto, ma quando appoggio tutto il mio peso su di esso un dolore acuto mi fa di scatto portare una mia mano sul mio fondoschiena.«Non c'è da ridere, Dylan!» urlo, sentendolo ridacchiare alle mie spalle.
«Scusa è che-» non finisce neanche la frase che ricomincia a ridere, ancora più forte di prima.
Giuro che lo ammazzo.
«Se vuoi continuare a ridere fai pure, io me ne vado» presa dalla rabbia, mi alzo di scatto, ma subito sono costretta da un'altra morsa di dolore a ributtarmi nel letto piagnucolando.«Sempre se ci riesci» continua a ridersela lui.
«Passami la felpa e stai zitto, per l'amore del cielo» alzo gli occhi infastidita, porgendogli la mano senza girarmi, dove atterra pochi secondi dopo una sua felpa nera, che con cautela indosso.
«Ti preferivo senza» sbuffa lui.
«Ti preferisco zitto» ribatto io, cercando di alzarmi con più cautela di prima, riuscendoci, ma con le gambe tremolanti.Individuo per la stanza i miei slip, e zoppicando li raggiungo.
«E dai, ti sei offesa?» non gli rispondo.
Con movimenti calmi e lenti le rinfilo, con un dolore persistente e continuo nel mio basso ventre.
Lo sento alzarsi dal letto.
«Non ti azzardare nemmeno» scrollo la testa mentre lui avanza con passi di danza da idiota verso di me.
Provo a trattenere un sorriso, volendo rimanere arrabbiata.
«Questa volta il tuo abbraccio riparatore non funzionerà» abbasso lo sguardo, facendo dei piccoli passi avanti verso la porta, zoppicando, con sotto la melodia inventata data dall'assemblaggio di suoni indefiniti della bocca di Dylan.«Non mi scappi, bimba» dice, quando dolcemente mi abbraccia da dietro appena afferro la maniglia.
Le sue mani, appoggiate, per quanto possano starci, sul mio ventre, si muovono sinuosamente sopra il tessuto della felpa, come se mi volesse fare un massaggio. Lo odio.
«Non vale» mi lamento, mentre comincia a posarmi leggeri baci sul collo scoperto dalla crocchia che mi sono fatta prima di andare a dormire.
Sbuffo e mi mordo il labbro, provando a non girarmi subito e baciarlo.«Dylan ho fame» dico, sentendo il mio stomaco brontolare.
«Oh, anche io» il suo tono è malizioso e ci metto più di un minuto a capire dove vuole andare a parare.
«Sei un maniaco del sesso, lo sai?» apro la porta, lasciandolo con il labbruccio.
«Solo se si tratta di te» mi segue, sorpassandomi subito, dato che io avevo fatto si e no quattro metri.
«Ne sei sicuro?» mi appoggio al corrimano, mentre lo guardo rigirarsi su se stesso cominciando a camminare all'indietro.
«Sicuro, ma solo in quell'ambito. Ovviamente quella ossessionata da me, sei tu» ammicca, ghignando. Sta provando a farmi incazzare di proposito, il bastardo.«Senti brutto stronzo, lo so cosa vuoi fare» ringhio, incazzandomi ancora di più perché non posso raggiungerlo per strangolarlo. Lui ghigna ancora di più, intuendo anche il secondo motivo della mia irritazione. Ho già detto che lo odio?
«E cosa vorrei fare esattamente?» si mantiene a distanza, sapendo di farmi incazzare ancora di più.
«Mi stai provocando, sapendo perfettamente che non posso raggiungerti per ammazzarti» sto per scattare ignorando completamente il dolore al mio basso ventre, ma quando noto che siamo vicinissimi alle scale mi trattengo.«Perché ri-»
Perde l'equilibrio dopo aver messo il piede in corrispondenza del primo scalino, e una serie di rumori non molto preoccupanti (più o meno) riecheggiano nella casa per qualche secondo.
«Brutta stronza» lo sento sussurrare dal pavimento alla fine delle scale. Si, ha fatto un bel volo.
Tranquilla e soddisfatta, faccio lentamente le scale, fino ad arrivare da lui.
«O magari lo farai da solo» gli faccio l'occhiolino, riferendomi alla frase che ho detto prima. Con difficoltà mi fa il dito medio, e dopo un'altro sorriso soddisfatto comincio a zoppicare più felice di prima verso la cucina. Entro e ci trovo Mason, Celine, i miei fratelli, le rispettive fidanzate sedute rigorosamente sopra le loro gambe, e Alexa e Cameron appiccicati in un angolo.
STAI LEGGENDO
||There is a caos inside me||
RomantikQuesta è la storia di una ragazza nascosta dietro a un velo impenetrabile di dolore, tormento e violenza. La luce non illumina più la sua via da molto tempo, e proprio per questo si è abituata a camminare in mezzo al buio pesto della sua esistenza...