Chapter 73: Epilogo, parte 2

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7 anni dopo
Dylan

Freddo, sento freddo ovunque.
Fuori e dentro il mio corpo.

Sono solo, abbandonato a me stesso, rinchiuso nella gabbia che mi sono costruito con le mie stesse mani.

Le solite dalla quale lei mie è scivolata, come sabbia al vento.
Sono cambiate molte cose da quel fatidico giorno, ma lei mi è rimasta stampata in testa.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, il suo viso disperato e arreso mi torna in mente.

La vedo nei miei incubi, ormai diventati quotidiani, e nella mia mente. Di notte la penso ad occhi chiusi e di giorno la sogno ad occhi aperti.
La sento in ogni minimo dolore che provo durante la giornata, sia fisico che emotivo.

Non so quante volte ho provato a trovarla. Ricerche su ricerche hanno dominato il mio giorno e la mia notte per i primi tre anni dopo l'accaduto. Poi ho perso la speranza, e ho capito che comunque se non si voleva far trovare ci fosse stato un motivo. Voleva cancellare la sua vita passata, dimenticarla. Ma io non ci sono riuscito.

Ovviamente ho lavorato e pianto alle spalle di mio padre, che ormai è inarrestabile, anche senza quello stupido aggeggio che tanto desidera, per il quale mi sono ormai rovinato la vita.

Perché sì, sono tornato alla vita che facevo prima di conoscerla.
Droga, lotte, alcool e gare al mio locale, a Los Angeles. Quando ho raccontato tutta la verità al resto dei ragazzi, giustamente non l'hanno presa molto bene, soprattutto i suoi fratelli e Cam, però dopo hanno capito che io l'amavo davvero e che cercavo sul serio di salvarla dalla mia trappola.

C'è voluto un po' per farmi perdonare, ma piano piano ci sono riuscito.
Dire che loro, però, siano a pezzi è dire poco.
L'hanno persa per tre volte nel giro di sei anni, e come me, non la rivedono da altri sette.
È completamente scomparsa dalla circolazione, e io sto impazzendo ogni giorno sempre di più.

Sempre meno sono i sorrisi autentici che riescono un minimo a colorare le mie giornate, se non si sono ormai estinti del tutto.

Il vuoto che ho dentro, che pesa ogni momento, è causato dalla sua assenza.
Tutti pensano che mi sia passata, che sia una storia vecchia, ma lo fanno perché glielo faccio credere io.
Per fortuna, la manipolazione è sempre stato il mio forte.

Sto volando, letteralmente. Ingozzato di pasticche a duecento chilometri orari in una strada deserta della California alle quattro di notte. Vorrei avere la testa vuota, come il mio cuore e il mio petto, ma c'è perennemente la sua essenza a occupare ogni millimetro del mio cervello.

E lo so che mi sto distruggendo. Ma se sono già distrutto emotivamente, perché non farlo anche fisicamente? Ho perso tutto, ho perso lei.
Come un coglione.

È colpa mia, ma non per quello che le ho fatto.
Ma perché ho lasciato che sia io che lei cadessimo in quella trappola mortale che è l'amore.
È impossibile sfuggirne dopo esserci caduti. Ti lacera lentamente, senza che tu te ne renda conto, facendoti poi cadere nel suo eterno oblio.

E io mi odio. Mi odio perché mi sono innamorato perdutamente di quella ragazza così testarda, bella da far male e diabolica. L'unica di cui non dovevo e non potevo farlo.

Accelero sempre di più, frustrato, pentito, con il cuore demolito.
Non so dove sto andando, non so dove sono.
L'unica cosa che so, è che non sono insieme a lei.

||There is a caos inside me|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora