Dylan
Esco dal bar, attento a non far cadere il tè che ho fatto preparare per Iris dato che l'avevo vista molto scossa, e raggiungo velocemente la macchina dove però non trovo nessuno. Ma dove si è cacciata?
Le avevo esplicitamente chiesto di venire qui.Mi guardo un po' attorno, sempre più disorientato è preoccupato ogni minuto che passa.
«Mi dispiace, ma non è qui, principe azzurro» la sua voce mi fa sobbalzare sul posto e girare immediatamente verso il suo suono.Ma certo, come faceva a non centrarci lui nella scomparsa di Iris?
«Che cosa le hai fatto, bastardo?!» faccio per andargli in contro e riempirlo di botte, ma due uomini compaiono dal nulla, per bloccarmi dalla mia aggressiva avanzata verso il mio orribile padre.«Non credo che questo importi adesso. La cosa che ti dovresti chiedere è cosa le farò se tu non farai esattamente quello che ti dirò adesso» ghigna tranquillamente e soddisfatto mentre io sto ribollendo dalla rabbia.
«Avevi detto sei fottuti mesi!» urlo, ormai fuori di me, con la rabbia alimentata dalla paura fottuta che questo schifo d'uomo abbia potuto fare del male ad Iris. Non sopporterei che per colpa mia, le abbiano potuto fare qualcosa.
«Si be', ho visto che te la sei presa comoda e ho cambiato rapidamente idea» fa spallucce, come se non fosse una decisione importante per lui.
«Visto che ho fiducia in te però e so che la ragazza non sa praticamente niente sulla verità che riguarda i suoi genitori, di conseguenza credo che tu non abbia avuto modo di trovare i codici» tiro un tiro di sollievo mentale, cominciando a sperare sempre di più che ci sia qualcosa di salvabile per me e Iris.«Ma» comincia, e il mio cuore perde un battito
«Se vuoi salvarla, dovrai perderla» comincia a camminare lentamente verso di me, fino a trovarsi a pochi centimetri dal mio viso, e io vorrei solo sputargli in faccia.«A modo mio»
Iris
La mia testa fa male, il mio corpo è indolenzito. Provo ad aprire gli occhi ma è come se le mie palpebre si rifiutassero di aprirsi.
Sono messa peggio di una mattina dopo una sbornia colossale.Finalmente, dopo un maggiore sforzo, riesco ad aprire gli occhi, ma sfortunatamente il mio corpo è bloccato, o almeno le mie braccia.
Le catene ai miei polsi mi reggono in piedi, attaccate ben salde al soffitto.«Uh la principessina si è svegliata finalmente» se la ride un uomo che in questo momento non riesco ad identificare, perché la mia vista è purtroppo molto sfocata e confusa.
«Semmai la mucca della macelleria, cristo. Ma non potevate scegliere un'altra posizione in cui legarmi?» mi lamento, dato che le mie braccia stanno chiedendo pietà.Alzo gli occhi al cielo, realizzando in ritardo che sono stata, per l'ennesima volta, drogata e rapita da qualcuno. Un normale sabato sera di Iris Morrison, insomma.
«Sta zitta e ferma, vado a chiamare il capo» l'uomo si alza e esce dalla stanza.«Come se mi interessasse dove vai, coglione» borbottò tra me e me, cominciando già ad escogitare qualche modo per uscire da qui. Mi isso con una forza che non credevo di avere in questo momento sulle braccia, sollevandomi da terra in modo da portare la mia testa all'altezza delle mie mani.
Velocemente estraggo dai miei capelli la mia forcina di fiducia, con cui senza non vado mai in giro. Giusto per precauzione. Mi lascio cadere velocemente giù, rilassando le mie braccia, quando sento il rumore di una porta aprirsi e chiudersi, e mi affretto a chiudere il palmo della mano destra, dove tengo ben nascosta la forcina che servirà ad aprire il lucchetto che tiene legate le catene.
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||There is a caos inside me||
RomanceQuesta è la storia di una ragazza nascosta dietro a un velo impenetrabile di dolore, tormento e violenza. La luce non illumina più la sua via da molto tempo, e proprio per questo si è abituata a camminare in mezzo al buio pesto della sua esistenza...