Cerco di non pensare all'avvenimento di ieri, invano naturalmente, e mi infilo nella doccia velocemente. Ormai è diventata una routine: ogni sabato alla stessa ora, c'è un cazzo di gala. Sento ancora le sue mani dentro di me, le sue mani su di me. Continuo a struffarmi la pelle, energicamente e bisognosa di non sentire più nulla di suo, fino a farla diventare rossa. Esco dalla doccia e in modo rapido mi asciugo i capelli e il corpo, mi trucco, e indosso il vestito che Kris ha scelto per me, che devo mettere obbligatoriamente. Se non fosse per questo dettaglio, ammetterei che sarebbe veramente un vestito stupendo.
Il tessuto bianco fascia perfettamente le mie curve, stringendosi con una specie di cintura diamantata alla mia vita, lo spacco nella gonna fa intravedere la mia coscia, e la pronunciata scollatura a V non lascia tanto all'immaginazione, come tra l'altro quella della schiena che arriva vicino all'osso sacro.
Dopo aver indossato la mia gioielleria, e aver sistemato per un'ultima volta i boccoli dei miei capelli neri (si, l'ho tinti), esco dalla mia camera, trovando i due bodyguard alla mia porta. Sbuffo infastidita, e senza dire una parola li seguo fino al primo piano.
Mi acciglio quando li vedo girare a sinistra, andando verso l'uscita dal retro.
«Scusatemi, non so voi, ma a me è stato esplicitamente detto di farmi trovare nella Hall»
Dichiaro scocciata, già stanca prima di arrivare.
«Gli ordini sono stati cambiati, ordine del capo» dice uno con la voce ferma, non guardandomi nemmeno negli occhi. Rimango un po' interdetta e li seguo verso l'uscita del retro dove trovo i miei amici, accompagnati dagli altri cagnolini, che mi guardano confusi.Io alzo le spalle e li avverto con gli occhi di stare attenti, perché ho già capito che qualcosa non torna.
Ci fanno uscire, ovviamente bendandoci, perché ogni volta che Kris ci fa uscire ci benda per non farci capire dove siamo esattamente, e sento che ci fanno entrare in una macchina. Dopo circa mezz'oretta, passata nel silenzio più assoluto perché non sapevamo se c'erano delle guardie presenti che potessero sentire le nostre discussioni, l'autista ci fa levare le bende.Ci troviamo in una limousine, molto costosa da quanto vedo, piena di vari stuzzichini e calici pieni di champagne. Ma siamo solo noi cinque, di solito salivano anche i cagnolini.
«Qua qualcosa non torna» dico io, guardandomi intorno sospetta.
«È vero, Kris non ci ha mai fatto uscire dal retro, e soprattutto i clown ci stavano al culo fino alla fine del gala» da voce ai nostri pensieri Alexa, mentre Celine si è già buttata nel mini buffet fregandosene altamente.«Ragazzi state calmi, non entriamo nel panico, se siete con me, non ci potranno fare del male» cerco di tranquizzarli, ma devo ammettere che anche io sono un po' in ansia. Cosa sta succedendo?
La macchina si ferma improvvisamente, distogliendomi dai miei pensieri, e facendomi sobbalzare.«Dove cavolo siamo?» Chiede con voce acuta Louis. Ma non posso dirgli niente, perché dai vetri oscurati della macchina non si vede niente.
«Siete pregati di indossare nuovamente le bende» dice il conducente, aprendo lo specchietto che lo separa da noi. È una voce familiare, l'ho già sentita ma non ricordo dove.«Sto per dare di matto» sussurra Mason, ed è l'ultima cosa che sento prima di indossare la benda e uscire dalla macchina.
«State sempre con me» ordino loro, con voce ferma. Kris in questi anni ha approfondito il mio allenamento, allenandomi anche al buio. I miei sensi sono amplificati quando i miei occhi sono bendati e i miei riflessi sono migliorati di gran lunga. I miei amici sanno combattere bene, ma la macchina da guerra, qui, sono io.Sento la presenza di altre persone che ci spingono verso una metà a me sconosciuta, ma poi, all'improvviso, il calore dei miei amici e i loro passi scompaiono.
«Ragazzi, ragazzi! Dove siete?» urlo, ma nessuno risponde. Sento solo il rumore di una porta che si apre e si richiude subito, e il calore di una sola persona mi avverte di una presenza.
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||There is a caos inside me||
RomantikQuesta è la storia di una ragazza nascosta dietro a un velo impenetrabile di dolore, tormento e violenza. La luce non illumina più la sua via da molto tempo, e proprio per questo si è abituata a camminare in mezzo al buio pesto della sua esistenza...