Il suo tono freddo e schietto mi fa rabbrividire, ma non posso permettere che abbia un potere così su di me, quindi cerco di ribellarmi dalla sua presa, riuscendoci. Mi dirigo in cucina e comincio ad osservare la stanza. È una cucina moderna, dotata di ogni specie di comfort, inclusa l'isola al centro della stanza e i ripiani di marmo.
«Quindi questo è il tuo paradiso privato?» svio il discorso sperando che qualche dio mi aiuti a distrarre il ragazzo che mi sta seguendo, ma ovviamente non è andato come previsto.
«Non mi scappi» mi afferra nuovamente per i fianchi e con una spinta mi fa sedere sull'isola al centro della sala. Si intrufola tra le mie gambe, che si allacciano alla sua vita, mentre le mie mani istintivamente vanno a giocherellare con i suoi capelli corvini.Lui sorride soddisfatto per questi miei movimenti ormai diventati meccanici, ma subito la sua solita malizia riprende il dominio nella sua espressione facciale da beata faccia da cazzo.
«Parlamene Iris»
«Parlamene Dylan»Nessuno dei due è intento a vuotare il sacco, e ne siamo consapevoli entrambi. Siamo tutti e due talmente testardi che non vediamo l'ora di vedere l'altro crollare e raccontare per primo la sua storia.
Nessuno sa come è andata veramente la storia, e se riuscissi a raccontargliela, vorrebbe dire che da parte mia c'è una fiducia ceca nei suoi confronti.Forse per lui è solo una ragione di orgoglio, o comunque di testardaggine, ma per me sarebbe come.. rivelare me stessa. La vera me stessa. Gli dovrei raccontare di Kris, Justin, i tradimenti, tutto.
«Visto che nessuno dei due vuole parlare, troviamo qualcos'altro da fare. E io ho già qualcosa in mente» le sue mani si posano sulle mie cosce e le sue labbra sul mio collo. Butto la testa all'indietro mordendomi il labbro inferiore cercando di trattenere un gemito quando comincia ad utilizzare la lingua in quella scia di baci umidi immaginaria.
Stringo i suoi capelli nel pugno della mia mano, mentre con l'altra mi aggrappo al suo bicipite gonfio e contratto. La sua lingua compie dei movimenti circolari in quella parte così sensibile del mio corpo, che velocemente rabbrividisce completamente e si riempie di leggeri spasmi dati dal piacere di quella sua azione così eccitante.
«Forse ho qualcosa di meglio in mente» lo tiro leggermente via dal mio collo, e dopo una lunghissima occhiata intensa appoggio le mie labbra sulle sue. Le nostre lingue si uniscono velocemente e il tutto si colma di passione.
Mi prende dalle natiche e comincia a camminare in giro per l'appartamento, e quando apre la porta della sua camera da letto sorrido soddisfatta sulle sue labbra. Mi posa bruscamente sul letto ricoperto di lenzuola di seta nera, reggendosi con le sue braccia ai lati della mia testa.
Le sue labbra sono così morbide e esperte. Il mio corpo rabbrividisce quando mi tocca, mi sfiora, con le sue mani, quando mi bacia. Ad un certo punto i nostri occhi si incrociano, per sbaglio, e l'atmosfera cambia improvvisamente. L'intensità del nostro sguardo mi fa tremare sotto il suo peso, e la paura si impadronisce di me.
«Di cosa hai così tanta paura, Iris?»
Chiede accarezzandomi la guancia. Chiudo gli occhi come per godermi affondo quell'unico piccolo gesto di dolcezza.Me lo chiedo anche io Dylan.
Forse ho paura di affezionarmi a te, oppure ho paura di averlo già fatto. Ho paura dell'effetto che hai su di me. Ho paura di essere delusa un'altra volta, e che non riesca più ad alzarmi.«E tu?»
«Smetti di fare questi giochetti del cazzo, mi fai innervosire» si alza dal mio corpo e si mette a camminare su e giù per la stanza, passandosi ripetutamente una tra i capelli e la lingua tra le labbra infastidito e irritato.Io sbuffo in risposta e alzo gli occhi al cielo, non so bene per quale motivo, ma sapevo di farlo innervosire ancora di più. Infatti, poco dopo, mi fulmina con lo sguardo di qualcuno che vorrebbe uccidermi in un modo lento e doloroso.
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||There is a caos inside me||
Roman d'amourQuesta è la storia di una ragazza nascosta dietro a un velo impenetrabile di dolore, tormento e violenza. La luce non illumina più la sua via da molto tempo, e proprio per questo si è abituata a camminare in mezzo al buio pesto della sua esistenza...