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E qual ella si sia, la mia bellezza,
quella che di lodar non sète stanco,
spenderò poscia in vostra contentezza:
dolcemente congiunta al vostro fianco,
le delizie d'amor farò gustarvi,
quand'egli è ben appreso al lato manco;

e 'n ciò potrei tal diletto recarvi,
che chiamar vi potreste per contento,
e d'avantaggio appresso innamorarvi.

(Veronica Franco)

Firenze, 6 gennaio 1467

"Buongiorno padre, sembrate felice" Beatrice era nel giardino a leggere un libro quando suo padre le diede quella notizia.
"Sono felice Beatrice, perché ho trovato un marito per te e due mogli per i tuoi fratelli" subito il volto di Beatrice cambiò espressione, abbassò il viso sul suo libro.
"E chi sarebbe il mio futuro marito?"
"Francesco Pazzi" a sentire quel nome Beatrice sentì la terra sotto di lei crollare, il respiro le si affannò, fece cadere il libro e corse via piangendo, mentre arrivava nella sua camera il fratello maggiore Cosimo la fermò, e la guardò negli occhi "che cosa è successo?"
"Nostro padre mi ha dato in sposa a Francesco Pazzi" Cosimo strinse i pugni, lasciò la sorella e corse dal padre.
Nel suo studio, Fiammetta piangeva e litigava con lui, Cosimo spalancò la porta.
"Non puoi darla in mano ai Pazzi"
"Cosimo smettila, sono io che decido e ho deciso così"
"Tu non capisci, le faranno del male e poi ti pentirai di averla lasciata nelle loro mani, ma sarà troppo tardi" Cosimo aveva solo un posto dove poteva essere ascoltato e capito.
Palazzo Medici.

Bussò alla porta dello studio di Lorenzo.
"Entra" furono queste le prime parole del Magnifico "Lorenzo..."
Lorenzo era intento a leggere dei fogli e Giuliano, sdraiato sulla sedia, giocava con un pugnale davanti alla scrivania di Lorenzo.
Cosimo teneva lo sguardo basso, giocava con le mani.
"Quello che sto per dirvi cambierà il nostro rapporto" Lorenzo alzò gli occhi verso Cosimo e Giuliano continuò a far roteare l'arma,
"Cosa è successo Cosimo?"
"Mio padre...ha dato Beatrice in sposa a Francesco Pazzi" a quel punto Giuliano alzò il viso e la lama del pugnale penetrò nel legno della scrivania, Giuliano si alzò e si diresse verso il giardino.
Salì a cavallo e seguito da Cosimo e Lorenzo arrivò a Palazzo Ridolfi.
Vide Giulio e li corse incontro.
"Non potete darla in sposa a Pazzi" Il capofamiglia dei Ridolfi guardò il figlio dietro a Lorenzo "sono io a decidere a chi lasciare mia figlia"
"Dov'è?"
"Giuliano non fare pazzie"
"Dov'è!"
"È già a Palazzo Pazzi"
Giuliano non perse tempo e a cavallo raggiunse il Palazzo.

Entrò e vide Jacopo Pazzi, lo assalì, prese i bordi della sua casacca e lo spinse contro il pozzo.
"Dov'è Beatrice"
"Medici venite a prendere cose che non sono vostre" rispose Jacopo
"Non sono ancora neanche vostre, ditemi dov'è" poco dopo Giuliano sentì la voce di Beatrice.
"Giuliano...che fate"
Lasciò Jacopo e andò verso Beatrice le prese la mano e la portò verso l'uscita.
"Guardie!" Giuliano si girò.
"Pazzi ferma le guardie, Beatrice non è ancora vostra"
L'uomo guardò il Medici con uno sguardo bramoso, Giuliano portò fuori dalla residenza Beatrice, la fece salire a cavallo e guardò i due uomini dietro di lui.
"La porto via, al sicuro" disse Giuliano seduto a cavalcioni sul cavallo che obbligò a partire veloce.

Beatrice si teneva stretta al corpo del suo eroe, pensò di essere in salvo, ma quello che sarebbe accaduto i giorni dopo non lo poteva sapere.
Dopo poco che Beatrice abbracciava Giuliano arrivarono a Pistoia, nella Residenza dei Medici.
Giuliano scese e fece scendere Beatrice.

La guidò fino all'interno della casa, lei si guardò intorno, non era mai stata in una casa così grande, da sola con un uomo, con il suo Giuliano.
Quel posto le piaceva, si mise a correre per tutto il palazzo, e Giuliano la seguì ridendo.
Nelle menti di quei ragazzi raffiorarono i ricordi di quando, da piccoli,correvano per Palazzo Medici, due semplici bambini destinati ad un crudele destino.
Felici, spensierati, con la gioia e l'amore di due grandi famiglie, con la voglia di crescere e di diventare grandi come il loro genitori, di renderli orgogliosi.
Ora non più, ora vorrebbero tornare a quei bellissimi giorni in cui tutto il male era solo un brutto incubo.

Beatrice si fermò, si voltò e guardò Giuliano, lui sorrideva, si avvicinò, si avvicinò così tanto che tra di loro non ci furono più barriere, per una donna non era possibile fare una cosa del genere, sarebbe rimasta segnata a vita, nessuno l'avrebbe sposata.
Posò le mani sul suo petto e tenne lo sguardo basso, solo dopo lo alzò e quando lo fece venne inondata da un mare di amore, le sue labbra erano su quelle di Giuliano, Beatrice si staccò subito, accarezzò il viso di Giuliano e lo guardò, ma non disse niente, si girò e uscì nel giardino.
Giuliano la seguì e si mise al suo fianco.
"Giuliano tu hai detto di non esserti mai innamorato, ma tu ci credi nell'amore?" Giuliano la guardò "è solo una bella parola per descrive alcuni impulsi meschini dell'uomo, desiderio, gelosia, brama di possesso"
"Le tue parole sono sempre così belle, farai invidia ai poeti" Giuliano sorrise e in un'attimo si girò, la guardò e notò la sua grande bellezza.
Non la aveva mai notata, ma la sua magnifica vista durò poco, Beatrice scomparve nel Palazzo e Giuliano continuò a guardare il giardino di quella magnifica villa.

Dalla Più Alta StellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora