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Il mattino dopo
Clarice era con Lorenzo all'entrata, stava allacciando i bottoni della sua giacca.
Giuliano scese dalla scale.
"Dov'eri finito, hai insultato i nostri ospiti" li disse Lorenzo.
"Io che spezzo il pane con i Pazzi e che converso con Vespucci, questo è insultare gli ospiti" rispose Giuliano.
"Li ho detto io di non venire, con il suo umore non avrebbe dato un gran contributo alla diplomazia" si intromise la madre.
"Sei ossessionato dalla pace ma non vedi che il nemico si prepara alla guerra...sai che il papa ha un armata a Imola" rispose Giuliano.
"Ha comprato la città,  vuole difenderla"
"Corre voce che sti marciando su Firenze"
"Dove l'hai sentito?"
"Lo dicono per strada"
Beatrice si avvicinò a Clarice e poi sbucò fuori Salviati con il Cardinale.
"Ah Giuliano...ci siete mancato a cena"
"Bene ora sono qui" rispose il Medici.
Beatrice prese la mano di Giuliano e si diresse con tutti verso la chiesa.

"Allora...hai pensato a come chiamarlo quando nascerà?"
Chiese Beatrice al marito.
"Non saprei, tu come lo vuoi chiamare?"
"Se è femmina Lucrezia, come tua madre, se è maschio..."
"Cosimo...come mio nonno e come tuo fratello"
"Va bene, è bellissimo"
Rimase in silenzio per un po'.
"Beatrice io...devo dirti una cosa"
"Certo"
"Ho fatto l'amore con un'altra donna, io ho perso la ragione ed ero ubriaco"
"Tranquillo"
"La donna è Fioretta, ero innamorato di lei, quando è morta Simonetta ho trovato la pace con lei"
"Giuliano...se tu sei felice lo sono anche io, prima di essere tua moglie io sono la tua migliore amica, la tua confidente"
"Ora però voglio stare con te"
La ragazza sorrise e lui la strinse a sé.
"Simonetta mi ha dato questo prima"
Giuliano mostrò a Beatrice un fiore, un giglio bianco.
"Adora i fiori, è bellissimo mettilo qui"
Beatrice mise il fiore in un taschino che Giuliano aveva sul petto.
Prima di andare via, Giuliano aveva abbracciato forte i suoi figli.
Li aveva baciati e li aveva rassicurati che sarebbe tornato presto.
La famiglia salì sulla carrozza.
Giuliano era con Lucrezia e Beatrice.
"Dove sei stato?" Chiese Lucrezia.
"Cercavo di scaldarmi con una vecchia fiamma"
Lucrezia guardò Beatrice.
"Ha funzionato?" Chiese la madre al figlio pensieroso che guardava Firenze dalla piccola finestrella della carrozza.
"...No...devo prendermi delle responsabilità, ha iniziare da Simonetta...perché se il paradiso esiste lei è la, è l'unica speranza che ho...dove ho sbagliato voglio rimediare, non dovrete preoccuparvi più per me" Lucrezua prese la mano del ragazzo e la baciò.
"Grazie a Dio"

Giuliano scese e fece scendere Beatrice, Lucrezia andò avanti.
"Giuliano...io...sono fiera di te, Simonetta ti ha cambiato e la ringrazierei all'infinito se fosse qui, forse io non te l'ho mai detto, ma sei la cosa più bella che mi sia capitata, ti amo, per come sei, per i tuoi difetti, per la tua irresponsabilità, ti amo così come sei, ti amiamo tutti per come sei, Simonetta ti amava per come eri, tua madre ti ama per come sei, Lorenzo, Bianca, Clarice, Carlo, Sandro, i tuoi figli, ed io, io ti amo così e lo farò per sempre, tu sei la mia vita, mi hai dato una vita e questo non lo dimenticherò mai, ti amo amore mio" Giuliano la baciò, e poi la strinse a sé come non aveva mai fatto, Beatrice sentì il calore del loro amore, che presto sarebbe finito, per sempre.

"Beatrice vieni" Lucrezia chiamò la ragazza e con arice entrarono nella chiesa.

Giuliano si avvicinò a Lorenzo.
"Se c'è un'armata pronta ad attaccarci come ci difenderai, con le parole? Con un pennello e tavolozza o con una spada?"
"Sono ancora convinto che bisogna cercare una soluzione pacifica...andiamo"
I due fratelli salirono le scalinate e Pazzi si mise davanti a loro.
"So bene che le nostre famiglie hanno avuto i loro disaccordi ma spero che potremmo metterli da parte d'ora in poi, per il nostro bene" Francesco aprì le braccia e li venne in mente il giorno della morte della nonna, Contessina.
Ma Lorenzo cadde nella trappola e abbracciò Francesco.
"Ho sempre voluto che fossimo amici Francesco"
"Lo saremo ancora...E tu Giuliano, se ti ho fatto del male, mi dispiace, ti prego perdonami" Francesco aprì nuovamente le braccia, Giuliano guardò il fratello che li indicò di abbracciarlo e Giuliano lo fece, cadde nella trappola mortale.
"Scusa anche tu" disse il ragazzo prima di entrare nella chiesa.

Stava per succedere, tutto stava per finire, una vita stava per finire.

Dalla Più Alta StellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora