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Giuliano aspettava Simonetta appoggiato ad una parete, e quando la vide la spostò dove nessuno poteva vederli
"Giuliano...e se fossi stata con mio marito?"
"Quando ti posso rivedere?"
"Devi andare via..."
"Quando?"
"Mai più..." Simonetta lo superò la lui la fermò.
"Simonetta non farmi questo..."
"Lasciami perfavore"
"Perché? Perché Vespucci sospetta di Sandro..."
"No...non sarò responsabile della tua vita gettata via...hai una moglie e un figlio e io ho un marito"
"Oh...e quindi non mi ami?"
Si guardarono negli occhi, ma Simonetta non rispose e andò via.

Palazzo Medici
Lorenzo era fuori dalla porta e Beatrice era con lui.
"Io te l'ho sempre detto Lorenzo...te l'abbiamo sempre detto"
"Io volevo la pace tra le nostre famiglie"
"Pace...quale pace Lorenzo, una pace fondata sull'odio, sui tradimenti, tu hai messo in secondo posto Giuliano perché volevi la pace, che pace è? I Medici non avranno mai la pace dai Pazzi" urlò la ragazza
"Io..."
"Lascia stare...è meglio così" si diresse nella camera e mentre lo fece Giuliano rientrò in casa e Beatrice sbatté la porta.
"Cosa succede?"
"Bianca...sta partorendo"
"No dico cosa succede a Beatrice?"
"Francesco!"
Giuliano guardò il fratello.
"Ah...bene" Giuliano seguì la moglie e si chiuse in camera con lei.
Si guardarono, per un secondo e poi Beatrice si fiondò su di lui, lo baciò, lì slacciò la camicia e si buttarono sul letto, sotto le coperte.

Lucrezia entrò nella stanza dove il figlio discuteva con Nori.
"Lorenzo vieni...devi stare con la famiglia"
"Allora convinci Nori ha fare come dico"
Lucrezia guardò l'uomo seduto.
"Messer Medici dice che...per legge...i profitti dell'allume, sono separati dal conto Papale, che possiamo dividerli" disse Nori.
"Stai giocando con il fuoco...forse non hai le prove dei suoi debiti, ma Jacopo avrà usato tutto ciò che ha per concedere il prestito" rispose la Tornabuoni.
"Si perché è convinto che può ottenere il conto Papale...e i più vantaggiosi profitti del commercio dell'allume" replicò Lorenzo
"Se scegli di farlo è solo questione di tempo prima che scoppi una guerra tra i Pazzi e i Medici"

Il giorno dopo, il Papa trasferì il suo conto nella banca dei Pazzi e a Palazzo Medici era nata una nuova vita.
Ma...
Lorenzo si tenne l'allume e fu un colpo basso per i Pazzi.

Beatrice guardava la famiglia riunita dalla porta aperta.
Giuliano era uscito presto.
Beatrice si avvicinò a Bianca e le diede un bacio sulla guancia.
Poi guardò il bambino che era in braccio a Lorenzo.
"Dov'è tuo fratello, Lorenzo" chiese Lucrezia al figlio.
Lorenzo scosse il capo e rimase a guardare Firenze dalla finestra.

23 gennaio 1476
Un pianto svegliò Beatrice, la giovane madre si alzò e raggiunse la culla, Giuliano si avvicinò a lei.
"Che succede a Lorenzo?" disse il ragazzo stiracchiandosi, e accarezzando il figlio, avevano deciso di chiamarlo come lo zio, era nato pochi mesi prima.
"I rumori provenienti dal cortile l'hanno svegliato, ma tranquillo ora dorme"
"Vado a vedere cosa succede"
Il ragazzo prese la camicia e uscì dalla grande porta, scese le scale e vide Lucrezia e Lorenzo, si sistemò la camicia nei pantaloni.
"Cosa succede?"
"I Pazzi, pare che stiano creando disordini a Citta di Castello, per sollevare il popolo contro il gonfaloniere"
"A quale scopo?" Chiese Giuliano.
"La città in realtà...fa parte dello stato Pontificio...ma è sotto la protezione di Firenze da anni" rispose Lorenzo
"Il loro gonfaloniere è corrotto, vostro padre avrebbe dovuto sbarazzarsene, ora può diventare un problema" si interpellò Lucrezia.
"Andrò io, scoprirò che succede"
"Sei sicuro Giuliano?"
"Non sei l'unico Medici"
"Per un po' mi ci sono sentito, come mai questo desiderio di renderti utile"
"Dubiti dei miei motivi?"
"Sandro dice che sei innamorato di Simonetta Vespucci" Giuliano guardò il fratello.
"Ce ne sono molte oltre a Beatrice e dimentico i nomi"
Rispose il ragazzo tornando in camera sua.
"Vado a Citta di Castello, ci sono dei disordini dei Pazzi"
"Vengo con te" dopo le parole della ragazza, Giuliano si girò e la guardò.
"Ma che dici"
"Ti prego...ho un amica lì e non vado da tanto a cavallo"
"Oltre a venire con me vuoi anche farlo a cavallo?"
"Si...dammi dei tuoi pantaloni"
Giuliano sorrise e le lanciò dei calzoni.
"Fioretta!"
"Si Messer Medici"
"Io e Beatrice usciamo, non sappiamo quanto staremo via, fa attenzione a Federico e a Lorenzo"
"Va bene Messere"

Città di Castello
Beatrice fermò il cavallo e Giuliano arrivò dietro di lei.
"Ti ho fatto vincere apposta"
"Oh...grazie Messer Medici"
"Stai bene con i pantaloni dovresti metterli più spesso" disse allungandosi verso di lei e baciandola.
"Andiamo forza"

Beatrice camminava vicino a Giuliano,lei ogni tanto, sorrideva ai bambini o parlava con i poveri, lui era affianco a Niccolò, il gonfaloniere e dietro di loro, c'era qualche guardia.
"Non sono ancora riuscito a farvi le mie congratulazioni Madonna Medici, Federico era vostro nonno giusto?"
"Grazie, si era mio nonno, avevo un bellissimo rapporto con lui e così lo sento più vicino"
"Allora Giuliano, come vedete nessun disordine, sono menzogne a volte a indebolire il vostro sostegno"
"Allora non c'è bisogno di me, è stato un piacere Niccolò"
"Il piacere è mio, portate i miei saluti a Lorenzo e a vostra madre, ancora auguri Madonna"
"Grazie Niccolò"
Giuliano proseguì verso le porte della città, quando tutti iniziarono ad urlare.
"È quello il gonfaloniere!" Un'uomo lanciò una pietra contro Niccolò, Giuliano afferrò Beatrice e si diresse, coprendola, verso il gonfaloniere.
"Venite Niccolò"

Firenze
"Mio fratello è appena tornato da Città di Castello e lui, sua moglie e il gonfaloniere sono scampati ad un assalto,ci sono disordini, Vitelli e i suoi collaboratori corrotti hanno messo tasse troppo alte per i cittadini e il Papa ha messo quest'ultimi contro di noi"
"Avete le prove?" Chiese Francesco
"Giuliano ha consigliato a Vitelli di diminuire le tasse e noi insieme alla famiglia Ridolfi sotto il prezioso consiglio di Madonna Beatrice Medici abbiamo donato soldi ai poveri e conforto agli ammalati"
"Troppo poco e troppo tardi...ancora una volta Lorenzo e la famiglia Medici ci hanno profondamente deluso, inoltre mi è giunta notizia che l'armata papale è già in marcia verso la città" continuò Francesco.
Il capo dei Priori si alzò.
"Ha inviato suo fratello per investigare e ha messo fine alla corruzione, ditemi voi, Lorenzo cos'altro poteva fare?"
Jacopo Pazzi si alzò.
"Gonfaloniere Petrucci, voi non dovreste rimanere neutrale"
"Signor Pazzi ritirate queste parole"
"Nient'affatto, al contrario annuncio che mi presenterò contro di voi alle prossime elezioni" tutti urlarono e si guardarono.
"Dobbiamo scegliere un gonfaloniere che serva la città, non la famiglia Medici"

Palazzo Medici
Giuliano mangiava le ricche pietanze che provenivano dalle cucine del palazzo.
Beatrice era affianco a lui, c'erano poi, Lucrezia, Clarice, Soderini e Lorenzo.
"Dobbiamo ripagare Jacopo con la stessa moneta e giocare sporco" disse il giovane al fratello che era a capotavola.
"Combatterò in tutte le maniere ma solo in modo legittimo"
Giuliano scosse il capo e lo abbassò continuando a mangiare.
"E come lo farai?" Chiese Lucrezia
"Jacopo è convinto che la banca Medici sia debole dopo aver perso i conti papali, prendendo il comando dei Priori è intenzionato a distruggere questa famiglia una volta per tutte, dobbiamo agire in fretta, verificare i voti che abbiamo e convincere tutti quelli che possiamo" rispose il capofamiglia dei Medici.
"Parlerò con Vespucci" continuò Giuliano, tutti alzarono il volto verso di lui, Beatrice appoggiò le posate.
Giuliano guardò tutti i presenti.
"Va bene...ma agisci con cautela"

Giuliano si recò a Palazzo Vespucci.
"Vi ringrazio Giuliano per questa visita, ma non ce n'era bisogno, la mia lealtà per la vostra famiglia non è in discussione"
"Grazie Messer Vespucci"
"Figuratevi e salutatemi vostra fratello"
"E voi...vostra moglie"
"Sfortunatamente oggi...non si sente molto bene"
"Niente di serio spero"
"Ho fatto arrivare un medico di Padova...non voglio sorprese" Giuliano uscì dalla stanza e aspettò che la dama di Simonetta raggiunse la donna nelle sue camere, si sporse per vedere se Vespucci stava guardando ed entrò nella camera di Simonetta.
Simonetta lo guardò.
"Giuliano"
"Non alzarti"
"Tu non puoi stare qui"
"Lasciaci" disse il ragazzo alla serva, si avvicinò e accarezzò la guancia di Simonetta.
"Giuliano...come mai sei qui, non capisco"
"Sono qui per conto di Lorenzo" rispose mentre controllava che la ragazza stesse bene.
"Sono appena tornato da Città di Castello" continuò.
"Sono felice che tu abbia preso il tuo posto tra i Medici affianco a Lorenzo"
"Io posso essere sia un Medici che innamorato di te, Simonetta" disse sedendosi sul letto accanto alla Vespucci.
La ragazza però si alzò.
"È questo che stai facendo...cerchi di dimostrarmelo"
"Perché sennò"
"Non accadrà mai Giuliano...perché non riesci a capirlo"
"Per te quello che c'è stato conta così poco da riuscire a metterlo da parte?"
"Era per passare il tempo, ma non c'è niente tra di noi, meno di niente...ora devi andartene"
"Molto bene Madonna...perdonate il disturbo..." il giovane concluse la conversazione e uscì.

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