"Siamo arrivati" Erano giunti davanti a questo Palazzo, fuori un uomo, Vespucci, stava facendo sistemare a i suoi servi dei mobili.
Ma poi vide Sandro e la sua rabbia verso quei poveri uomini sparì.
"Botticelli...finalmente"
L'uomo si avvicinò, Giuliano nel frattempo puliva una mela, presa da un mercante, nella sua giacca.
"Messer Vespucci lasciate che vi presenti Giuliano de'Medici e Madonna Beatrice Ridolfi" l'uomo abbassò il capo "Messer De' Medici" Giuliano fece lo stesso.
"Madonna Ridolfi, che piacere vedervi" l'uomo le baciò la mano.
"Il piacere è tutto mio, Messere"
"Cominciavo a pensare che non vi avrei più rivisto"
"È passato solo un mese Messere" Sandro guardò tristemente l'uomo che sembrava arrabbiato, Marco Vespucci guardò poi Giuliano che mangiava tranquillamente la sua mela.
"Date dunque"
"Con piacere...dopo che avrò i miei fiorini"
L'uomo iniziò a ridere "non penserete che vi negherei il pagamento"
"Sono solo un'artista Messere...non posso aspettare" rispose il povero Sandro.
"Molto bene" l'uomo si girò e andò via.
Giuliano guardò Beatrice e poi Sandro, il rumore di una carrozza li distolse dall'attenzione che avevano su quell'uomo.
E quando Giuliano vide l'anello, si avvicinò velocemente alla porticina della carrozza.
Simonetta si affacciò, si guardò intorno e trovò davanti a sé Giuliano che le porgeva la mano, dietro di lui c'erano Beatrice e Sandro.
Quest'ultimo corse da lei e appoggiò il suo mantello sugli escrementi di cavallo, lasciando l'opera commissionata in mano al Medici, che non rinunciò a far scendere la bella Simonetta.
"Posso?" chiese Giuliano, lei sorrise "grazie messer Medici"
"Simonetta! Vedo che avete già conosciuto mia moglie" Marco poggiò lo sguardo sulla mano di Giuliano che teneva quella di Simonetta.
"Si tempo fa...ad una giostra"
"I vostri fiorini" L'uomo passò a Sandro i soldi e Simonetta si accorse di Beatrice.
"Beatrice!"
"Simonetta!" Le due si abbracciarono calorosamente.
"Vieni Simonetta" la donna lasciò i tre personaggi guidata da Marco.
Tutti e due, Sandro e Giuliano erano rimasti folgorati.
Beatrice si mise davanti a loro.
"Allora Sandro e Giuliano che dite?"
"Non può essere sposata veramente con quell'idiota, quando me lo avete detto pensavo fosse uno scherzo" io guardai Sandro che guardò Giuliano.
"È bellissima" disse Giuliano,
Beatrice si sentì esclusa dalla conversazione, abbassò il capo e si girò.
Ma nessuno si accorse di lei che andava via triste.Roma
"Lorenzo allora?" Chiese Lucrezia Tornabuoni sperando in una ottima risposta, il papa non aveva concesso nulla a Lorenzo.
"Gli altri cardinali neanche mi hanno ascoltato...Salviati sorride molto compiaciuto"
"Ci sarà qualcosa che puoi fare?" Chiese Carlo
"Forse mio padre aveva ragione, l'unico modo di salvare Firenze era farla bruciare da Sforza"
"Non dirlo neanche per scherzo" disse Lucrezia mentre si guardava in giro.
"Maddalena...posso presentarti mio figlio Lorenzo" una donna adulta si avvicinò a Lorenzo e alla madre,
Lorenzo si inchinò.
"Lorenzo...lei è mia figlia Clarice" il ragazzo guardò la giovane fanciulla che aveva davanti, era lei, era la donna che aveva visto quella mattina, quella che lo aveva scottato dalla sua bellezza.
"E conosci già Padre Carlo..." disse Maddalena "lo conosco e lo ammiro" rispose Clarice.
"Vi ho vista questa mattina" esclamò Lorenzo
"Davvero?" Chiese Clarice
"A Trastevere, eravate all'ospizio"
"Ah...si Clarice dedica molte ore ai poveri e ai bisognosi" si interpellò Carlo
"Da quel che dicono, tu sei un mecenate Lorenzo" Maddalena si avvicinò a Lucrezia.
"Si...amo le arti, la filosofia e la poesia, le vocazioni elevate"
"Vocazione elevate?" Chiese confusa Clarice
"Non intendevo solo quelle elevate, io...amo andare a cavallo e qualunque forma di attività...direi che mi piace tutto"
Ci fu un momento di silenzio.
"E la mia famiglia ovviamente si occupa dei poveri a Firenze, siamo molto generosi in realtà"
"Padre Carlo parla molto bene di voi Messere...è stato un piacere" Clarice fece un leggero inchino e si dileguò con la madre.
"Pare che io e quella ragazza abbiamo interessi differenti"
"No...che cosa importa se zio è il Cardinale Orsini" Lucrezia si spostò verso il tavolo del buffet.
"Non capisco" Lorenzo venne interrotto "Clarice ha un titolo nobiliare, gli Orsini sono molto influenti a Roma, vedi Beatrice"
Lorenzo fermò la madre "madre mi stai suggerendo di sposarla"
"Orsini...può convincere il Papa ha estendere il nostro credito se tu sposassi sua nipote"
"E di questo hai gia parlato con il Cardinale Della rovere"
"Ti ho detto che avevo degli affari da sbrigare a Roma" rispose la Tornabuoni.
"C'è un problema però...conosco la ragazza da un po' di tempo, è molto devota e questa mattina mi ha rivelato che intende prendere i voti" si intromise Carlo.
"Questo è un'ostacolo...anche se è possibile che non sia insormontabile per un giovane del tuo fascino" Lucrezia guardò Lorenzo con il calice in mano, lui sospirò e girò lo sguardo verso Clarice.
"Dunque Lorenzo che cosa dici?"
"Ci posso provare"
"Vuoi quindi allontanare Clarice dalla sua devozione"
"Vedi Carlo, la nostra famiglia a Firenze dipende da questo...zio" Lorenzo schiaffeggiò leggermente Carlo che non era del tutto d'accordo.
Clarice nel frattempo era uscita sulla terrazza e Lorenzo la raggiunse.
Clarice si girò e Lorenzo si appoggiò alla balaustra.
"Io penso di doverti delle scuse"
"Per cosa?"
Per quella che sarà sembrata superficialità ad una donna tanto profonda"
"Non sapevo foste superficiale Lorenzo, ma tu dai valore alle cose del mondo ed io no" Lorenzo sorrise "eh il mondo è opera di Dio?"
"Non sono la persona giusta per parlare di filosofia"
"Gli sfortunati a cui presti soccorso, se potessero non vorrebbero godere della bellezza che il mondo ha da offrire?" Lorenzo si girò e guardò Roma, quel bellissimo panorama.
"Dove vuoi arrivare?"
"Serviamo Dio dando aiuto ai bisognosi ma lo serviamo anche...riconoscendo la bellezza del mondo che ha creato...e aiutiamo gli altri...permettendo anche a loro fi vederla"
"È vero ciò che dicono, sei bravo con le parole"
"Sono più che semplici parole Clarice...tu sai che le nostre madri hanno parlato di matrimonio"
"L'ho saputo"
"Ti prego...mostrati favorevole alla proposta"
"Perché la tua famiglia è potente e la mia ha sangue nobile"
"E perché se tu mi dai il tuo cuore, prometto davanti a Dio che mene prenderò cura"
"Tu nemmeno mi conosci Lorenzo, non dare simili promesse"
"No...io non ti conosco...e tu non conosci me...e non mi ami...ma con il tempo mi ameresti e io amerei te, con tutto quello che sono, adesso e anche in futuro" Lorenzo prese la msno fi Clarice.
"Se qualcuno potesse convincermi saresti tu...ma nessuno può" Clarice dopo queste parole, lasciò Lorenzo solo sulla terrazza.
Da solo con i problemi che avrebbe affrontato, da solo con la speranza di trovare un moto di salvare Firenze e la banca, da solo con la voglia che Clarice si girasse e cambiasse idea.

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Dalla Più Alta Stella
RomanceFirenze 1467 Beatrice è una ragazza proveniente da una ricca famiglia, fin da piccola è invaghita di Giuliano de'Medici, ma lui no, a lui piace la vita con tutti i suoi piaceri, a lui piace bere, piace portarsi a letto donne di cui non conosce il no...