Il mattino dopo fu il risveglio più bello della mia vita. Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu Giuseppe sdraiato accanto a me. Stava ancora dormendo e il sole che entrava indisturbato dalla finestra lo illuminava. Non era una visione nuova per me, ma adesso che finalmente ero stata con lui faceva tutto un effetto diverso. C'era un senso di magia che pervadeva la stanza. Era uno di quei momenti dove tutto è tranquillo e pacifico e non esistono preoccupazioni. Cose come il passato o il futuro non contavano, tutto ciò che era rilevante era il presente. Sperai che questa sensazione sarebbe durata tutto il giorno. Giuseppe continuava a dormire beatamente e non volevo svegliarlo. Mi presi tutto il tempo per osservarlo e imprimermi questa immagine nella testa. Quando mi stancai di stare a letto mi alzai attenta a non infastidire il mio compagno. Volevo approfittare del fatto che stesse dormendo per fargli una sorpresa. Niente di che, solo dei pancakes. Mi sentivo felicissima e dovevo fare qualcosa.
Andai in cucina e cercai gli ingredienti. Grazie al cielo c'era tutto così mi misi a lavoro. Fu molto divertente. Mi misi addirittura a canticchiare e il tempo volò. Avevo fatto circa sei pancakes quando sentii una presenza alle mie spalle e mi voltai di scatto. Mi trovai praticamente tra le braccia di Giuseppe, che mi stava guardando sorridendo.
-Adesso sai fare anche la cuoca?- chiese divertito. Gli sorrisi a mia volta.
-So fare tutto io. Sono una cuoca eccellente- risposi in tono ovvio. Lui guardò i pancake e storse il naso.
-Non lo so sai, non mi sembrano un granché- disse incerto. Sapevo che lo diceva per scherzare così non me la presi.
-Beh, non ti resta che provare- gli dissi tirandogli un colpetto sulla spalla.
-Sicura che non finirò avvelenato?- chiese. Alzai gli occhi al cielo e mi voltai per finire il mio lavoro. Conte rimase dietro di me e mi osservò in silenzio. Avrei voluto tanto vedere la sua faccia.
Quando ebbi finito Giuseppe prese in fretta il piatto con il cibo dentro e corse al tavolo. Scossi la testa e lo seguii. Mi sedetti con lui e iniziammo a mangiare.
-Accettabile- sentenziò dopo qualche morso. Ma il suo volto diceva tutto il contrario. Sorrisi soddisfatta.
Sembrava una normalissima colazione da coppia ed era così che ci immaginai. Mi chiesi se potevamo vivere per sempre in questa casa. Mi piaceva questo isolamento che creava una specie di bolla intorno a noi. Era tutto così intimo e domestico. Però Conte, ovviamente, decise in quel momento di distruggere tutti i miei sogni.
-Dobbiamo andarcene- disse all'improvviso incupendosi. Lo guardai confusa. Non volevo assolutamente andarmene.
-Abbiamo rischiato già tanto a passare qua la notte. Quegli uomini sono riusciti a scappare e sicuramente avranno già parlato con il tedesco- spiegò paziente. Ovviamente aveva ragione, ma ciò non rendeva più difficile dire addio alla nostra piccola casa.
-Quindi cosa facciamo adesso?- chiesi.
-Ho parlato con Olivia, un aereo ci aspetta. Ci porterà ad un aeroporto lontano da qua dove prenderemo un altro aereo che ci riporterà in italia- spiegò. Non so quanto mi piaceva l'idea di tornare in italia, ma non avevo molta scelta.
-Dai, abbiamo comunque portato a termine la missione, ed è stato tutto grazie a te- mi rassicurò sorridendo. Queste parole mi fecero piacere e mi rilassai.
-Grazie, lo so che sono fantastica- mi vantai. Lui rise e prese un altro pancake.
-Non esagerare adesso, sono comunque più bravo di te- si vantò a sua volta. Proseguimmo a battibeccare fino a che il cibo non era finito. Eravamo pieni e felici, però il divertimento era finito. Mi alzai dal tavolo.
-Devo andare a farmi una doccia prima di partire- lo informai, perché ne avevo davvero bisogno. Avrei passato le prossime ore appiccicata al mio uomo e dovevo profumare come una rosa. Lui annuii e si alzò anche lui per sparecchiare. Era incredibile come anche quando faceva una cosa così semplice era comunque l'uomo più attraente del mondo. Un uomo che avevo provato e di cui volevo di più.
-Sai, risparmieremmo acqua e tempo se facessimo la doccia in due- feci un tentativo cercando di non sembrare troppo disperata. Lui si girò verso di me sorpreso, poi il suo volto si aprì in un grande sorriso.
Non se lo fece chiedere due volte e, senza pronunciare una parola, mi raggiunse nel bagno.
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Spy-Professor (Giuseppe Conte)
RomanceMi chiamo Elisa e sono una tipica studentessa universitaria; una di quelle che ha lasciato la propria famiglia per venire a studiare fuori sede e che a 23 anni è ancora alla disperata ricerca del vero amore... Ah, l'amore! Non sapevo davvero cosa si...