la casa !!

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Ad un certo punto mentre ammiravo la meravigliosa creatura che era Gisuppe, mi dovevo essere addormentata. A svegliarmi fu il rumore di uno sportello che sbatteva e di una voce che urlava entusiasta.
Aprii lentamente gli occhi, confusa sul dove fossi e su cosa stesse succedendo. Riuscivo a vedere un po' di luce, ciò significava che si avvicinava l'alba. Piano piano ricominciai ad acquisire coscienza del mio corpo, e mi resi conto della strana posizione in cui mi trovavo. Ero piegata su un lato con la testa appoggiata su qualcosa...no, su qualcuno. Arrossii intensamente quando mi resi conto di essermi addormentata proprio sulla sua spalla. Mossi leggermente la testa senza però alzarmi. Vederlo così mi fece venire una tenerezza immensa. Stava ancora dormendo, sereno come un bambino, ed oltre essere bellissimo era anche così dolce. Dovetti resistere all'impulso di riempirlo di bacini. Fu dura ma prima che potessi fare una qualsiasi cosa vidi i suoi occhi aprirsi, e così chiusi velocemente i miei, fingendo di stare ancora dormendo.
Non potei vedere il suo volto mentre scopriva che mi ero addormentata su di lui, però per un po' non successe nulla, perciò potevo supporre che mi stesse osservando. Stavo quasi per riaddormentarmi, quando Conte mi scosse leggermente, cercando di svegliarmi con delicatezza.
-Elisa- mi chiamò piano. Aspettai qualche secondo, poi aprii gli occhi come se mi fossi appena svegliata.
Incontrai il suo sguardo e giuro che mi sarei potuta sciogliere.
-Buongiorno- disse dolcemente. Non si era ancora mosso, probabilmente per non disturbarmi. Mi sentii un po' in colpa, così alzai la testa e mi appoggiai al sedile. Non appena fu libero si stiracchiò un po'. Era sempre più adorabile. O forse ero io che ero ancora troppo assonnata.
-Dovremmo andare, prima che Olivia ci faccia fuori e ci seppellisca nel bosco- disse lui, mezzo ironico e mezzo serio.
Concordai con lui e anche se non avevo assolutamente voglia uscii dal veicolo.
Dovevamo aver viaggiato tutta la notte perché come avevo notato prima, era già l'alba. Mi guardai intorno per vedere dove ci avevano portate, ma intorno a noi vidi solo boschi. Qualche metro più avanti a dove era parcheggiata la macchina c'era una piccola casa di legno, che suppongo fosse il nostro
luogo sicuro.
Nel mio cervello si formarono immagini di me e Conte isolati in mezzo ai boschi, lontani da tutti, solo noi due accoccolati su un divano davanti ad un bel fuoco.
Se non ci fossero state altre due persone, avrei potuto benissimo vivere qua per sempre. Ma purtroppo la vita mi odiava e dovevo accontentarmi di quello che avevo. Almeno Giuseppe era lì con me, ed ero sicura che sarei riuscita a trovare qualche pretesto per stare soli.
Intanto non potei fare altro che seguire il finto professore nella casa.
Dentro era ancora più piccola di come sembrava vista da fuori. Era praticamente un salotto con una cucina, due camerette e un piccolo bagno. Perfetta se fossimo stati solo io e Conte, meno perfetta visto che eravamo in quattro. Le altre due compagne di avventure stavano già discutendo, cosa che non mi sorprese.
-Fai come ti pare, io non dormo nel letto matrimoniale!- stava urlando la mia coinquilina. Non capivo quale fosse il problema ma evidentemente era qualcosa di importante per lei.
-Beh neanche io ci dormo! E ha comunque più senso se tu e la tua amica dormite nel letto matrimoniale e io e Giuseppe dormiamo nel letto a castello!- esclamò di rimando la spia.
Lanciai un'occhiata alle camerette e cominciai a vedere quale era il problema. La cameretta più piccola aveva un semplice letto a castello mentre in quella più grande...c'era solo un letto. Questo, i miei neuroni cominciarono a connettersi, significava che due persone dovevano dormire insieme.
-Qual'è il problema?- chiese Conte, che evidentemente non aveva connesso i punti.
Olivia lo guardò -Stiamo decidendo dove dormiremo. Questa qua si è imputata perché vuole dormire nel letto a castello, ma anche io voglio dormire nel letto a castello e ciò lascerebbe te e Elisa nel letto matrimoniale. Non credo che tu ci tenga particolarmente a dormire con una ragazzina- spiegò la donna. Sentivo il bisogno di puntare il fatto che ero un'adulta e non una ragazzina, ma soprattutto che non c'era nessunissimo problema in me e Conte che condividevamo il letto. Lo guardai, per vedere la sua reazione. Aveva la sua solita espressione da "non voglio mostrare le mie emozioni" e la presi come cosa positiva. Ovviamente non poteva farsi vedere emozionato di dormire con me!
-Se ci tenete così tanto a prendervi il letto a castello, mi dispiacerebbe darvi fastidio. Direi che posso fare il sacrificio di condividere il letto con un'altra persona per qualche notte. Al massimo dormirò sul divano, se per Elisa è un problema- disse come se non avesse appena decretato la mia morte.
Sperai che gli altri non notassero la mia espressione da pesce lesso. Mi ripresi un attimo, il giusto per riuscire a dire che non era assolutamente un problema. Potevamo vedere tutti che il divano era patetico e nessun essere umano avrebbe dovuto dormirci sopra.
-Bene, allora è deciso- disse Conte. Prese le sue cose e anche le mie, cosa che mi fece quasi cadere a terra, e le portò nella stanza matrimoniale.
Ero ancora incredula della fortuna che avevo appena avuto. Guardai la mia coinquilina per condividere in modo silenzioso la mia emozione, e quando incontrai il suo sguardo vidi che stava sorridendo soddisfatta. Mi fece l'occhiolino e poi corse con le sue cose nella stanzina per prendere il letto in alto, seguita da Olivia che le urlava dietro che la parte sopra era sua.
Capii che la ragione per cui si era impiantata così tanto era per darmi la possibilità di dormire con Conte. Feci nota mentale di ringraziarla, probabilmente regalandole tanta vodka, e seguii la mia spia nella nostra camera.

La giornata passò in fretta. Per mia grande fortuna la mia coinquilina aveva presto deciso che doveva per forza andare a fare un giro nel bosco e Olivia aveva accettato controvoglia solo a patto che andasse accompagnata. Conte disse che era troppo stanco, così toccò per forza alla donna fare da guardia del corpo improvvisata. Ciò mi lasciava almeno qualche ora di solitudine con Giuseppe.
Dopo che avevamo sistemato le nostre poche cose nella camera, non restava molto altro da fare, così ci sedemmo semplicemente sul divano in silenzio.
-Scusa se mi sono addormentato in macchina, sono sicuro che hai altre domande da farmi. Deve essere una situazione molto strana per te- disse dopo un po'. Non potevo spiegarli quanto poco mi importasse di quello che stava succedendo. Non me ne fregava nulla di essere finita in mezzo ad una missione di spionaggio l'unica cosa rilevante per me in tutto questo era Conte, come lo era sempre stato. Un rapimento e la scoperta che lui non era chi diceva di essere non avrebbe cambiato assolutamente niente. Non sapevo neanche che chiedergli, non avevo neanche capito in realtà cosa ci facevamo lì, tantomeno quali erano i piani per il futuro. Certo, avrei potuto chiederglielo, ma chi se ne importava? Fino a che non mi avessero separato da Giuseppe mi andava tutto bene.
Però mi aveva chiesto se avevo dei dubbi, e c'era qualcosa che mi stavo chiedendo da un po'. Un'illuminazione che mi era venuta dopo che il professore si era addormentato.
-Olivia è la tua partner quindi?- chiesi, aspettando con ansia la risposta.
-Si, siamo partner da anni- disse semplicemente. Rimasi un po' delusa ma prima che passassi a domande più dirette lui proseguì -Non è la mia ragazza però, quella è solo una bugia che ti ha detto per scacciarti. Non molto riuscita, devo dire- spiegò un po' divertito. Sentii il cuore esplodere. Avevo avuto la giusta intuizione, la relazione con Olivia era finta tanto quanto il resto. Ciò voleva dire che non c'era nessuna ragazza da combattere per avere il suo cuore. Finalmente una bellissima notizia. Ma Conte non doveva intuire quanto fossi felice di questa cosa così mi limitai a fare un sorriso divertito e decisi di lasciar perdere l'argomento.
Mi resi conto all'improvviso di quanto fosse freddo. Era ancora mattina presto e spifferi di vento entravano dalle finestre malconce. Si vedeva che quel posto era pressoché abbandonato.
Mi stavano cominciando a venire i brividi e stavo per chiedere a Giuseppe se potevamo vedere se il caminetto funzionava quando lo vidi alzarsi dal divano. Doveva aver notato che avevo freddo e pensai che avesse anticipato la mia richiesta e stesse per accendere il camino. Ma quello che fece fu ancora più incredibile, tanto che è un miracolo se sono sopravvissuta.
Lentamente, o forse fui io che vissi tutto al rallenty, Giuseppe si tolse la giacca di pelle, e con un sorriso che avrebbe potuto dare fuoco all'oceano, me la mise delicatamente sulle spalle.
Smisi letteralemnte di funzionare per un attimo, e tutto ciò che potei fare fu fissarlo.
-Scusa, mi sembrava che avessi freddo- si giustificò, leggermente imbarazzato.
Riuscii, per qualche miracolo, a riacquisire le funzioni cerebrali e a rassicurarlo che stavo congelando e che apprezzavo il suo gesto.
Mi avvolsi nella giacca e lui sembrò più tranquillo.
-Ora che sei fuori pericolo, vediamo se questo camino funziona- disse voltandomi le spalle e osservando l'oggetto.
Fu così che passai le successive ore a fissare Conte mentre sistemava il camino, che era messo male quanto io resto della casa.
Arrivai quasi a sperare che Olivia e la mia coinquilina venissero sbranate da un orso o qualcosa del genere. Tutto ciò che volevo era rimanere per sempre così con Giuseppe Conte.

Spy-Professor (Giuseppe Conte) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora