Commetto un errore !!!!!!

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Il giorno dopo fu difficile svegliarsi. In qualche modo ero finita sul pavimento di camera mia, dove evidentemente mi ero addormentata.
Provai ad alzarmi, ma vari dolori mi costrinsero a rimanere nella mia posizione.
Cercai il telefono e lo trovai sotto il letto. Lo afferrai e quando lo accessi venni salutata dalla faccia di Conte. Avevo trovato quella foto sul sito dell'università e l'avevo prontamente messa come sfondo del telefono, giusto per ricordarmi quale era il mio obiettivo e darmi una motivazione in più.
Sorrisi allo schermo, ma presto venni inondata dal panico. Era tardi, estremamente tardi. Avevo dormito troppo e ormai mi ero persa la lezione del professore.
Trattenni le lacrime. Non aveva senso piangermi addosso. Dovevo riprendermi e rimediare a questa enorme cazzata che avevo combinato. Feci due calcoli veloci e convenni che ciò mi avrebbe tolto circa il 6% di possibilità di conquista. Non andava per niente bene.
Mi sollevai da terra, ignorando il dolore stavolta, e corsi in bagno. La mia coinquilina stava beatamente dormendo nella vasca da bagno, abbracciata alla bottiglia di vodka come se fosse un pupazzo. Ignorai anche lei e in fretta mi detti una sciacquata e misi il trucco da battaglia. Mi guardai un'ultima volta allo specchio e sorrisi. Il professore non aveva scampo.
Purtroppo essendomi persa la lezione non potevo fermarlo per chiederli delle domande, perciò dovevo saltare direttamente alla seconda parte del piano, ovvero andarlo a trovare in ufficio.
Avrei voluto aspettare qualche giorno, ma non mi avrebbe mai più neanche considerato se avesse pensato che ero così irresponsabile da perdermi una lezione. Dovevo solo trovare una scusa plausibile e poi andare a farmi perdonare, facendo vedere quanto fossi dispiaciuta. Era rischioso, ma avrebbe diminuito la portata del danno al 3% circa.
Finì di prepararmi in fretta e corsi verso l'università. Avevo a disposizione circa un'ora prima che il professore finisse di lavorare, e dovevo sfruttarne ogni minuto.

Arrivata trovai la porta chiusa. Prima di bussare mi assicurai di essere apposto e di non avere più il fiatone.
Quando mi ripresi colpì la porta in modo calmo ma forte, in modo che mi sentisse di sicuro ma che non mi percepisce disperata.
Ad aprirmi dopo qualche secondo fu proprio il professore. Aveva i capelli e i vestiti in disordine, al contrario della solita precisione che aveva in classe, e la cosa mi scosse non poco. Mi ricordai di respirare, e che non avrei fatto una bella figura a continuare a fissarlo come un pesce lesso.
-Salve professore- lo salutai, cercando di farmi sembrare sicura. Egli mi fissò impassibile e freddo. Non riuscì a capire se mi avesse riconosciuto o no, e non dette segni di volermelo far sapere.
-Non sono riuscita a venire a lezione oggi perché...perché...la mia coinquilina ha avuto un crollo nervoso e sono dovuta rimanere tutta la mattina a consolarla- improvvisai. Tecnicamente non era una cazzata, mi era toccato farlo più di una volta, solo non quella mattina esattamente. Ma il professore sembrò bersi la bugia e il suo sguardo si addolcì.
-La aspettavo dopo la lezione per il resto domande. Quando non l'ho vista ho avuto paura di averla annoiata così tanto da farle rinunciare al corso- disse, con un leggero sorriso che fece ascendere il mio cuore in paradiso. Si ricordava di me! Mi trattenni dal fare una faccia da pazza innamorata.
-No! Le sue risposte mi sono state molto utili! Infatti speravo che potesse rispondere al resto e poi spiegarmi la lezione di oggi velocemente- chiesi, adottando il tono più affabile che riuscì a trovare.
Il professore guardò l'orologio e sospirò. Per un po' non disse nulla, poi mi guardò e fece un sorriso cortese.
-Ma certo, entri pure. Posso dedicarle un'oretta- mi concesse entrando nell'ufficio lasciando la porta aperta.
Lo segui nella stanza e mi guardai intorno. Come mi aspettavo tutto era semplice e preciso. I numerosi scaffali erano pieni di libri di ogni genere.
Conte tolse dei fogli dalla scrivania e indicò la sedia dalla mia parte. Mi accomodai.
-Prima di iniziare, vuoi un caffè?- chiese avviandosi verso la macchinetta poggiata in un angolo.
Annuì, e lo osservai in silenzio mentre preparava i caffè. Anche mentre compieva un'azione così semplice era comunque l'uomo più sexy ed affascinate della terra. Distolsi in fretta lo sguardo quando si girò per portare i caffè sulla scrivania. Sperai non avesse visto come lo stavo guardando.
-Allora, iniziamo- disse sedendosi. Prendemmo un sorso di caffè e cominciata la seconda sessione di domande e risposte. Andò esattamente come la prima volta, e osservai con soddisfazione come i suoi occhi si illuminavano ad ogni domanda che facevo, per poi rispondermi felice come un bambino interrogato che sa tutte le risposte alla perfezione. Era troppo adorabile, una cosa che non avevo mai notato e che mi fece stringere il cuore.
Purtroppo anche questa sessione durò poco, prematuramente interrotta dal suono di un messaggio che arrivava sul telefono del professore.
Conte smise di parlare e fece un sorriso imbarazzato. Lesse il messaggio e il suo volto cambiò del tutto. Si alzò dalla scrivania.
-Purtroppo devo chiederle di andare. Spero che non si sia stufata di me e che tornerà per discutere la lezione persa- disse mentre andava ad aprire la porta.
Lo fissai confusa per un attimo, poi realizzai cosa mi aveva appena detto.
Mi alzai anche io e andai veloce alla porta.
-Certo che tornerò. Arrivederci professore!- lo salutai. Non sapevo cosa altro dire, così andai fuori dall'ufficio.
-Aspetta!- mi fermò quando ero appena uscita -Non mi ha mai detto il suo nome- disse. Ricordai al mio cervello che doveva farmi respirare, che svenire davanti al professore non sarebbe stato sexy -Elisa- riuscii a dire.
Conte annuì distratto e poi chiuse la porta, lasciandomi a fissarla persa.
Non sapevo cosa pensare di questo incontro. Sembrava stesse andando bene, ma qualcosa aveva turbato il professore. Mi chiesi cosa potesse essere, ma non trovai nessuna risposta.
Mezza avvilita decisi di tornare a casa. Il piano era appena partito, e si stava dimostrando più difficile del previsto. Sospirai, avevo tanto a cui pensare.

Spy-Professor (Giuseppe Conte) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora