Ci volle una giornata intera a convicere Olivia a farmi partecipare alla missione, e un altro ancora per convincere l'Agenzia ma quando una settimana dopo la missione stava per partire, ero ufficialmente parte della squadra insieme alla mia coinquilina, anche se nessuno ne aveva realmente capito il motivo. Comunque adesso eravamo tutti pronti per partire e stavamo solo aspettando la macchina che ci avrebbe portato in un qualche aeroporto.
Gli ultimi giorni erano stati bellissimi. Ogni mattina mi ero svegliata con Conte che mi dormiva beatamente accanto e avevo dedicato i miei primi cinque minuti di ogni giornata ad ammirarlo. Sembrava così tranquillo e innocente mentre dormiva che mi veniva voglia di accarezzargli i capelli e dargli un bacino sulla fronte. Mi godevo quei momenti perché sapevo che una volta che si fosse svegliato mi avrebbe fatto incazzare nel giro di poco. Aveva continuato per tutto il tempo ad avere i suoi salti d'umore, che cominciavano davvero a farmi impazzire. Diventava più dolce la sera quando prima di andare a dormire ci scambiavamo due parole nel letto prima di darci la buonanotte, ma per il resto del giorno o mi ignorava o mi trattava male, specialmente durante i nostri allenamenti improvvisati che avevamo cominciato a fare nel pomeriggio. Erano tre ore di inferno dove Giuseppe cercava di insegnarmi nel minor tempo possibile il maggior numero di tecniche di spionaggio e combattimento. Non fu facile ma la mia motivazione era fortissima e ogni giorno mi impegnavo sempre di più per fare bella figura e conquistare Conte, che tornato nel suo ruolo di professore era più severo che mai.
Un giorno mentre mi stava insegnando a disarmare un possibile rapitore gli avevo tirato una gomitata in faccia, e non mi aveva più parlato per il resto del pomeriggio. Però un'altra volta mentre imparavo a sparare avevo centrato tutti i bersagli perfettamente al primo colpo e mi aveva guardato impressionato e soddisfatto. Mi aveva pure sorriso prima di tornare a fare lo stronzo.
Insomma erano state giornate lunghe ma tutto sommato soddisfacenti ed ero quasi triste di lasciare la piccola casa nel bosco. Ma sapevo che quello che ci aspettava davanti era ancora più bello ed emozionante, quindi non soffrii troppo quando la macchina finalmente arrivò e ci lasciammo alle spalle la piccola abitazione.
Durante il viaggio non mi trovai accanto a Giuseppe, cosa che mi mise di pessimo umore, così decisi di dormire visto che ci eravamo dovuti svegliare all'alba.
Non so quanto tempo durò il viaggio ma ad un certo punto fui svegliata da Giuseppe che mi scuoteva dolcemente. Era una visione bellissima da vedere appena svegli e non potei fare altro che sorridere. Notai che eravamo rimasti soli in macchina, segno che gli altri erano già andati.
-Dobbiamo muoverci o partiranno senza di noi- disse Conte. Volevo rispondere che non importava che per me potevamo stare in quella macchina per sempre, ma avevamo una missione e dovevamo andare. Uscii dalla macchina seguita dalla spia. Eravamo in un piccolo aeroporto privato e sulla pista c'era un elicottero che ci avrebbe portato alla nostra destinazione che a quanto pare era situata nelle Alpi da qualche parte. Sarebbe stato un lungo viaggio e non so se ero molto emozionata di stare su quell'aggeggio volante per così tanto tempo. Avrei dovuto mettermi vicino a Giuseppe in tutti i modi almeno mi sarei distratta un po'.
Quando arrivammo al velivolo le altre erano già sistemate e con mia grande gioia gli ultimi posti rimasti erano vicini.
Mi sedetti anche io felice e Giuseppe si sistemò accanto a me.
Il pilota venne a controllare che fosse tutto apposto e quando ebbe finito tornò al suo posto e nel giro di poco stavamo volando sopra l'Italia. Era una visione bellissima e avevo intenzione di passare il viaggio ad ammirare il panorama, ma Conte era ancora più bello e quindi mi ritrovai a fissare lui. Sarebbe stato un viaggio spettacolare.A fissare Conte persi la cognizione del tempo. Quando mi ritrovai vestita e pronta per la missione davanti ad una villa nascosta tra le rocce delle Alpi sembravano passati minuti. Ci eravamo separati in due squadre per non attirare troppa attenzione e Olivia e la mia coinquilina erano già entrate da un po'.
Io e Giuseppe invece eravamo appena arrivati. Sapevo che adesso era arrivato il momento di concentrarsi sulla missione ma era veramente difficile se Conte andava in giro vestito così. Continuavo a ritrovarmi a fissarlo e dovetti ripetermi più volte che se volevo proteggerlo avrei dovuto smettere di essere la solita me sottona e avrei dovuto ragionare seriamente per una volta. Fortunatamente il volto era coperto perciò potevo ritrovare un po' di lucidità.
Arrivati alla porta mi lanciò un'occhiata per controllare che tutto andasse bene e poi premette un grosso bottone che suppongo fosse il campanello.
Per un po' non successe nulla e cominciavo a sentirmi un po' in ansia. Alla fine un uomo, anche lui in maschera nonostante fosse ovviamente un portiere, ci aprii e chiese i nostri nomi. L'Agenzia aveva pensato a tutto e così fornimmo i nostri nomi falsi e il tizio ci fece entrare.
L'interno della villa era bellissimo e la folla di gente in vestiti e maschere rendeva il tutto molto più romantico. Per un attimo desiderai intensamente che tutto questo fosse una semplice festa e non una missione di spionaggio potenzialmente mortale.
Sarebbe stato così bello poter ballare tutta la notte con Conte e godersi la serata come una di quelle coppie che stava adesso invadendo la pista.
Sospirai, dovevo accontentarmi di quello che potevo avere. Guardai Giuseppe per vedere cosa voleva fare adesso. Il piano finale era di entrare nella stanza privata del Tedesco e cercare tutti i suoi piani, il problema era che l'ufficio era al terzo piano ed era pesantemente guardata. Perciò dovevamo stare attenti trovare il modo migliore per arrivarci senza essere scoperti. Cosa molto difficile.
La spia restituì lo sguardo e mi sorprese prendendomi per mano. Fui contenta di avere il viso coperto perché mi sentii arrossire un bel po'. Senza dire nulla mi trascinò in mezzo alla pista e come nella migliore delle fantasie cominciammo a ballare lentamente.
Era un momento magico che avrei voluto durasse per sempre.
-Allora, guardati intorno. Cosa vedi?- chiese alla fine Giuseppe spezzando un po' l'incantesimo. Controvoglia smisi di pensare a quanto fosse bello stare tra le sue braccia e mi guardai intorno.
La stanza era enorme e piena di persone, ma la sala non era ciò che mi interessava. Il nostro obiettivo non si trovava su quel piano quindi per prima cosa dovevo cercare delle scale. Individuai due rampe ai lati opposti della sala, entrambe controllate da delle guardie mascherate. Lo dissi a Giuseppe che sorrise soddisfatto.
-Perfetto, allora non resta altro che distrarre una delle guardie così che possiamo andare al piano superiore- annunciò. Continuammo a ballare e lo osservai mentre pensava.
-Okay direi che Olivia e la tua amica potranno fare da diversivo. Tu ed io coglieremo l'attimo e andremo di sopra- disse dopo un po'. Era un piano semplice ma efficacie, ero sicura che ce l'avremo fatta senza problemi.
Giuseppe contattò tramite l'auricolare le due e quando tutto fu concordato ci avvicinammo lentamente alle scale sul lato sinistro, che avevamo scelto perché secondo Conte l'attitudine dell'uomo che la guardava suggeriva una maggiore disposizione all'essere distratto. Sperai che fosse vero.
Quando ci fummo avvicinati abbastanza continuammo a ballare aspettando di vedere le nostre partner fare il loro lavoro. Dopo qualche minuto due donne si avvicinarono alla guardia e riconobbi Olivia e la mia coinquilina dai vestiti.
Da lì non potevamo sentire quello che dicevano ma a giudicare dal linguaggio dei loro corpi stavano litigando mentre la guardia cercava di calmarle.
Io e giuseppe le osservammo di soppiatto mentre proseguiammo ad avvicinarci alle scale sempre più nervosi. Se non avesse funzionato questo piano sarebbe stato un bel problema. Ma dopo quelli che parvero secoli le due si allontanarono seguite da una molto confusa guardia.
Giuseppe fu il primo a muoversi e, cercando di non destare troppi sospetti, fece gli ultimi passi verso il nostro obiettivo seguito da me. Accellerai e senza pensarci troppo mi lanciai sulle scale. Arrivata a metà rampa mi girai per vedere dove era Conte, sicura che mi avesse seguito. Ma lui era rimasto infondo e mi guardava con aria preoccupata.
-Mi hanno visto, non posso salire. Devi andare da sola- mi informò velocemente per poi sparire in mezzo alla folla.
Rimasi imbambolata per un attimo ma poi l'istinto ebbe il sopravvento e continuai a salire le scale. Questo era un disastro, un terribile disastro. Non solo ero stata separata da Conte, cosa pessima, ma adesso tutto il peso della missione ricadeva su di me. Grazie al cielo ero stata propriamente addestrata e sapevo perfettamente cosa stavo cercando e dove era. Sarei riuscita a completare la missione, lo avrei fatto per Conte. Dopo questo non avrebbe più potuto fare finta di nulla, avrebbe finalmente dovuto ammettere il suo amore per me.
Arrivai in cima alle scale e mi fermai per pensare a dove sarei dovuta andare dopo. Da quello che aveva detto Conte l'ufficio si trovava nella parte destra della villa, perciò svoltai in quella direzione. Non feci in tempo a fare un passo però che mi trovai davanti un uomo che mi puntava una pistola addosso.
-E tu dove credi di andare?- chiese infastidito. Adesso ero veramente nella merda.
Questo sarebbe stato davvero un grosso problema.
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Spy-Professor (Giuseppe Conte)
Storie d'amoreMi chiamo Elisa e sono una tipica studentessa universitaria; una di quelle che ha lasciato la propria famiglia per venire a studiare fuori sede e che a 23 anni è ancora alla disperata ricerca del vero amore... Ah, l'amore! Non sapevo davvero cosa si...