Quando la lezione era finita, mi ero già creata una lista di domande da porre al professore perfettamente studiate per farmi apparire interessata ad approfondire l'argomento, e non come una stupida che non aveva capito nulla.
Aspettai con ansia che tutti gli altri studenti liberassero la stanza, lasciandomi sola col mio obbiettivo.
Conte stava diligentemente sistemando i suoi fogli e libri sulla cattedra, e mi trovai ad invidiarli. Ma non potevo farmi distrarre da ciò. Avevo una missione e l'avrei portata a termine.
Il professore non mi notò mentre mi avvicinavo, oppure fece finta di non notarmi, cosa ancora più sexy da parte sua.
Solo quando fui a pochi centimetri da lui finalmente alzò lo sguardo e per la seconda volta i nostri occhi si incontrarono. Cercai di trasmettere tutti i sentimenti che provavo, ma tutto ciò che ricevetti in cambio fu uno sguardo impassibile e leggermente annoiato, come se fossi una fastidiosa mosca posata sui suoi fogli. Cominciai a sudare. Sarebbe stato più difficile di quanto preventivato.
-Allora? Ha bisogno di qualcosa?- chiese secco, infilando le sue cose nella borsa.
Cercai di riprendermi. Elencai le domande nella mia testa, e poi cominciai a fargliele.
Osservai mentre il suo sguardo passava dall'irritato al tollerante al quasi incuriosito. Nel mio cuore si accese una fiamma di speranza, e sudai ancora di più. Ogni risposta rendeva sempre più chiaro che quell'uomo possedeva un intelletto superiore.
Quando avevamo finito era passata quasi mezz'ora ed io ero sempre più innamorata.
Avevo altre domande preparate, ma quando il professore vide l'orario sgranò gli occhi.
-Scusa, ma devo scappare- disse, e con mia sorpresa e immenso piacere sembrava davvero dispiaciuto.
-Avrei altre domande da farle!- cercai di trattenerlo. Mi sembrava di essere stata con lui cinque minuti e non ero ancora pronta a lasciarlo andare.
Il professore si fermò un attimo e mi guardò. Sarei potuta morire.
-Sono domande, potrà farmele un'altra volta- disse impassibile. Prese la borsa ed uscì in fretta dall'aula, lasciandomi sola. Mi dovetti sedere sulla sedia più vicina per riprendermi da questa esperienza.
Dopo una serie di respiri profondi e di meditazione riuscì finalmente a calmarmi.
Mi alzai, mi ricomposi e mi avviai verso casa. Dovevo assolutamente raccontare quello che era appena successo alla mia coinquilina.Appena arrivata a casa spalancai la porta, annunciando la mia presenza con un urlo. Non ricevetti risposta.
Uno avrebbe anche potuto pensare che quello significava che non c'era nessuno, ma io sapevo che non era vero.
Mi avviai verso la camera della mia coinquilina e aprì la porta senza fare complimenti. La poca luce che entrò nella stanza confermò che era esattamente dove mi aspettavo di trovarla: nascosta nel suo letto a mangiare cereali.
Accesi la luce, beccandomi un'infamata. Non che mi importasse. C'erano cose importanti da discutere.
-HO PARLATO COL PROFESSORE!- urlai emozionata. Lo sguardo della mia coinquilina si illuminò, e addirttura si alzò volontariamente dal letto. Parte dei cereali finì per terra, ma nessuna delle due se ne curò. C'erano delle priorità in questa casa.
-Racconta tutto!- esclamò.
Spiegai ogni cosa che era successa, senza tralasciare nessun dettaglio, e più raccontavo più quell'esperienza mi sembrava irreale e pazzesca.
Non riuscivo a dimenticare lo sguardo del professore mentre si rendeva conto che non ero una fallita come gli altri studenti.
Alla fine della storia entrambe eravamo sull'orlo delle lacrime.
Erano giorni che non facevamo che parlare di questo e finalmente le cose si stavano smuovendo. Il mio sogno sarebbe diventato realtà. Era quasi troppo da processare.
La mia coinquilina aprì l'armadio e tirò fuori una bottiglia di vodka. La sollevò nell'aria e mi guardò sorridendo.
-Terrazza, stasera?- propose.
Annuì, decisamente questo evento richiedeva una celebrazione speciale.
Intanto andai in camera mia, e chiusa la porta mi lasciai andare ad un ballo di gioia pura.
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Spy-Professor (Giuseppe Conte)
RomansaMi chiamo Elisa e sono una tipica studentessa universitaria; una di quelle che ha lasciato la propria famiglia per venire a studiare fuori sede e che a 23 anni è ancora alla disperata ricerca del vero amore... Ah, l'amore! Non sapevo davvero cosa si...