viaggio !!!

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Ci ritrovammo tutti a casa mia, seduti in salotto. Sarebbe stata una scena comica, se non fossi stata così incazzata per il fatto di non poter essere sola col professore. Non era così che sarebbe dovuta finire la serata.
Olivia era in piedi, non si era neanche degnata di mettersi comoda, e mi stava osservando, ancora abbastanza alterata.
-Avrai delle domande- disse quando il silenzio cominciò a farsi imbarazzante. L'unica cosa che volevo sapere era quando se ne sarebbero andati tutti, tranne Conte ovviamente, così avrei potuto vivere il mio sogno. Per il resto ero troppo irritata anche per parlare.
Fortunatamente, la mia coinquilina non condivideva i miei problemi, e anche se pure lei sembrava meno preoccupata di quanto sarebbe stato normale, aveva delle domande serie.
-Okay cosa è appena successo? Chi era quel tipo? Perché volevo uccidere il professore? Perché voleva uccidere Elisa? Chi siete voi?- chiese a raffica. Olivia sospirò, probabilmente non emozionata dell'interrogatorio.
-Iniziamo dal principio, suppongo- le venne in soccorso Giuseppe. Mi si strinse il cuore al suo atto di gentilezza, anche se non era rivolto a me e questo non andava per niente bene.
-Intanto, io non sono un professore. Cioè tecnicamente lo sono, ma in pratica è solo una copertura. In realtà Io, e Olivia, siamo...spie- rivelò. Devo dire che non rimasi shockata, forse perché mi ero nuovamente imbambolata ad ammirarlo in quell'outfit e quindi non avevo compreso a pieno le sue parole, ma la reazione della mia coinquilina fu altrettanto inaspettata. Si alzò dal divano sul quale si era buttata e urlò un -IO L'AVEVO DETTO- si girò verso di me e sorrise -L'avevo detto che era una spia!- ripetè soddisfatta. La guardammo in silenzio, fino a che non si calmò e si rimise a sedere.
-Insomma, me lo ero immaginato...comunque vada avanti- disse facendo un cenno con la mano.
Conte tornò a guardare me -L'uomo che ti ha rapito, lavora per un uomo molto cattivo, a capo dell' Organizzazione Segreta. Sono anni che stiamo lavorando per distruggerla, ma per ora i risultati sono scarsi. Circa un anno fa sono riuscito ad infiltrarmi, ed è andato tutto bene fino a che non sono stato scoperto e sono dovuto scappare- raccontò. Forse avrebbe dovuto dirlo Olivia, perché come prevedibile il mio cervello si era concentrato sulle cose sbagliate. Come la giacca di pelle che non si era ancora deciso a levarsi.
-È terribile- dissi facendo finta di essere stata attenta.
-Si lo è- disse Olivia -E adesso evidentemente lo hanno trovato. Si era nascosto a Roma, ma il Tedesco è attivato a lui. Quell'uomo, quello che ti ha rapito, era uno dei suoi scagnozzi. Visto che lo avete fatto scappare, non ci vorrà molto prima che racconti tutti al suo capo. Siamo in pericolo, dobbiamo andarcene da quà- ci informò. Fortunatamente stavolta aveva parlato lei, e quindi qualche cosa mi era arrivata al cervello.
-Andare via di qua?- chiesi spaesata. La mia coinquilina condivise la mia stessa confusione ponendo la stessa domanda.
Olivia alzò gli occhi al cielo -Quale parte di "Boss malefico che ci vuole uccidere tutti" non avete capito, esattamente?- chiese sbuffando. Volevo andare lì e darle un pugno, ma la voce di Conte giunse alle mie orecchie calmandomi come la più dolce delle ninna nanne.
-Non c'è bisogno di incazzarsi- disse ad Olivia -È una situazione nuova e assurda per loro, dagli tempo- le disse. Mio dio ma io dovevo sposarlo adesso in questo momento quell'uomo.
-Dove dobbiamo andare?- chiese la mia coinquilina, che non essendo impegnata ad essere sempre più innamorata di conte era leggermente più attiva di me.
-Ho contattato l'Agenzia, e mi hanno dato un indirizzo sicuro dove andare almeno per i prossimi giorni. Poi vedremo come procedere- spiegò Olivia, adesso un po' più calma. La mia coinquilina si alzò. Sembrava come una bambina a cui avessero regalato il giocattolo più bello del mondo.
-Corro a preparare le mie cose- disse sparendo in camera sua. Nessuno disse nulla.
A quel punto mi alzai anche io. Guardai le due spie e mi scusai. Avevo anche io delle cose da prendere, ma soprattutto, avevo bisogno di stare sola un attimo per poter sclerare.

Quando entrambe fummo pronte scendemmo tutti insieme per andare alla macchina con cui eravamo arrivati.
Non facemmo in tempo ad avvicinarsi che la mia coinquilina corse a sedersi nel posto del passeggero. Ne Olivia ne Conte dissero nulla, e anche io non mi lamentai perché se Olivia guidava ciò significava che sarei stata dietro con Giuseppe.
La donna fortunatamente andò al posto del guidatore e fui contenta perché almeno una cosa stava andando bene in quella nottata.
Io e Conte ci sistemammo dietro e l'allegra combriccola partì verso una destinazione sconosciuta. Non sapevo neanche quanto sarebbe durato il viaggio, ma speravo per molto.
Rimanemmo in silenzio per un po' fino a che inevitabilmente dalla parte anteriore del veicolo giunse il suono della mia coinquilina che partiva a chiacchierare con la autista. Lo presi come un buon momento per voltarmi verso il professore.
-Quindi...è una spia eh?- chiesi. Lui mi guardò. Al buio era difficile decifrare la sua espressione.
-A questo punto è stupido che ci diamo del tu, no?- disse. Non aveva proprio risposto alla mia domanda, però non mi importava. Questo era un grande passo avanti nella nostra relazione.
-Si, è stupido- confermai. Come il buio stava nascondendo il suo volto sperai che facesse lo stesso con il mio, perché sarebbe stato imbarazzante se il professore avesse visto la mia espressione in questo momento.
-Suppongo che hai delle spiegazioni da chiedermi- suggerì lui quando vide che non aggiunsi nulla.
-Si, mi trattavi male per tenermi lontana così non avrei scoperto il tuo segreto?- chiesi. Non sembrò troppo sconvolto dal fatto che quello era ciò che mi interessava. Annui, confermando i miei dubbi. Decisi di lasciare correre il fatto che non si era sempre comportato così, indicando che l'allontanarmi non era il suo unico interesse. Era un discorso che avrebbe potuto aspettare un momento più romantico. Cominciai a pensare agli avvenimenti dell'ultimo periodo e la cena mi ritornò in mente. Era stato tutto così strano che mi chiesi se ci fosse stato qualcosa sotto quell'invito.
-Perchè mi ha invitato a cena?- chiesi. Mi era venuto il dubbio che anche quello fosse legato alla sua attività segreta. Dubbio che confermò nuovamente.
-Non avrei dovuto, ma sono stato impulsivo. C'era questo individuo su cui avevo l'ordine di indagare, e sapevo che avrebbe cenato a quel ristorante. Purtroppo quello è un luogo in cui raramente si va da soli, avrei dato nell'occhio. Olivia sarebbe dovuta essere la mia partner, ma ha avuto un impegno improvviso. Avrei dovuto annullare la missione, però poi lei è venuta nel mio ufficio e ho pensato che non sarebbe successo nulla se mi avesse accompagnato- spiegò, quasi imbarazzato. La trovai una cosa talmente dolce che se avessi potuto lo avrei baciato lì e ora. Ma ad ogni cosa il suo tempo. Urlai dentro per il fatto che mi aveva considerato la partner ideale per la sua missione.
Immaginai io e Giuseppe in tutti gli scenari da spia che mi vennero in mente. Noi che indagavamo, ci infiltravamo, andavano in missioni pericolose etc...decisi che dovevo diventare una spia.
Non avevo idea di come si facesse, o in cosa mi sarei andata ad infilare, ma non mi importava. Fino a che potevo stare con Conte avrei fatto anche la fisica nucleare.
Ma adesso non era tempo di esporre la mia idea a Giuseppe, che stava già iniziando a sbadigliare.
-Se non ti dispiace, io dormirei per il resto del viaggio, è stata una giornata pesante e sono stanco- disse sistemandosi nel sedile. Ovviamente non mi dispiaceva.
-Certo, fai pure, tanto anche io tra poco mi metto a dormire- feci un finto sbadiglio -Anche io sono così stanca- mentii. Ero talmente piena di adrenalina che non avrei dormito per i prossimi sei anni, come minimo.
In poco tempo il professore, o forse avrei dovuto dire la spia, si era addormentato.
Io, invece, passai il resto del viaggio a fissare quello che si era confermato per la milionesima volta l'amore della mia vita.

Spy-Professor (Giuseppe Conte) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora