Ormai era passata un ora e i nostri corpi erano ancora l'uno contro l'altro avvolti dal lenzuolo azzurro del suo letto. La mia schiena aderiva completamente al suo petto sudato mentre le sue braccia mi tenevano stretta a lui, senza la minima via di fuga. Ma non volevo scapare, stavo bene così, con la mia pelle che toccava la sua e il suoi baci lungo la spalla destra, dolci e casti mentre le sue dita mi accarezzavano delicatamente il ventre. Mi sarebbe piaciuto rimanere così per sempre.
«Perché prima hai detto di avere paura di me?» chiese in un sussurro, interrompendo il silenzio che si era creato.
«Niente, tranquillo...» mentii con sorriso falso, non molto convincente per questo ringraziai il fatto di essere girata di spalle.
La verità era che avevo paura che mi lasciasse adesso che mi ero concessa a lui. Se le ricerche di Steph erano vere, speravo che con me fosse diverso, che non mi mollasse e restasse con me per tanto tempo. Non chiedevo mica di unirci in matrimonio, ma almeno di stare insieme per un po'. Non è di certo il sogno di ogni ragazza perdere la verginità con un ragazzo per poi essere lasciata subito. Ma poi io e Luke non stavamo nemmeno insieme, credo, eppure ora ero nuda nel suo letto mentre ci scambiavamo affettuose coccole. In più ora le cose sarebbero cambiate drasticamente e sinceramente la cosa mi intimoriva molto. Sì, avevo avuto altri fidanzati, ma così intimi no, non avevo abitavo con loro nella stessa casa e non ci ero andata a letto.
«Se è per le voci sul mio conto a scuola, non credere a tutto quello che ti viene detto. La maggior parte della chiacchiere vengono modificate per ripicca» spiegò come se mi avesse letto nel pensiero. Mi strinse forte a sé «Tu mi piaci tanto, Veronica, non voglio che finisca male» sussurrò al mio orecchio e il mio cuore accelerò il battito.
Mi voltai verso di lui, in modo da guardarlo direttamente in quei suoi stupendi occhi azzurri «Steph mi ha detto che di solito, dopo che vai a letto con una, la lasci e rompi tutti i contatti con lei» riferii tristemente.
«In pratica secondo lei sarei una specie di puttaniere, vero?» rise mettendosi su di me.
«Ehm, sì...» sorrisi dispiaciuta.
«Bhe, sappi che non sono andato a letto con così tante ragazze come si dice in giro. Sì, ci sono molte ragazze che vorrebbero venire al letto con me, ma non sono mica andato a letto con tutte. Di solito alcune, offese e arrabbiate perché le ho rifiutate, dicono in giro cose del tipo che c'è l'ho piccolo, oppure che dopo una notte sfrenata di sesso le ho lasciate senza più richiamarle. Sì, magari avrò avuto anch'io le mie sveltine, come qualsiasi ragazzo, ma le ragazze erano coscienti della cosa...ma ti giuro, non sono un puttaniere» chiarì con un dolce sorriso.
«Dunque non mi lascerai?» domandai sorridendo speranzosa mentre portava una mia ciocca di capelli dietro al mio orecchio.
Forse ero stata troppo azzardata. Forse lui non pensava neanche che stessimo insieme ora, quindi in pratica non poteva lasciarmi dato che tra noi non c'era nulla.
Perché diamine non parlava? Perché non usava quelle sue stupende labbra sexy per dire qualcosa? O almeno per baciarmi, mi sarebbe bastato anche un bacio come conferma che c'era qualcosa tra noi.
Oddio. Crisi di panico in avvicinamento tra tre, due, uno...
Sorrise «Non ci penso neanche» chiarì per poi baciarmi intensamente. Lo assecondai con piacere mentre le sue mani mi accarezzavano la spina dorsale provocando brividi lungo tutto il mio corpo.
Sembrava che quel ragazzo mi leggesse nel pensiero. Era un tantino inquietante, ma anche fottutamente eccitante.
Poggiai le mani sulle sue spalle per dividerlo da me a malincuore. «Luke» richiamai per fermarlo e lui assunse un espressione da cane bastonato, ma così adorabile. Mi morsi il labbro per tornare coi piedi per terra «Forse è meglio se uno di noi due va a vedere come sta Debby, non mi sento tranquilla sapendo che è di là da sola...ci vai tu per piacere che sono stanca?» feci gli occhi dolci.
STAI LEGGENDO
Due settimane con Hemmings
أدب الهواةPREMESSA: HO SCRITTO QUESTA STORIA PIÙ DI SETTE ANNI FA, TENETE PRESENTE CHE AVEVO 14 ANNI NEL CRITICARLA, ERO PICCOLA E NON SAPEVO AFFRONTARE CERTI TEMI PREQUEL DI "Un'altra settimana con Hemmings" Dove la diciassettenne Veronica Hamilton accetta u...