6. Pandora

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LUKE'S POV

«Che figata, ci stiamo per esibire davanti a un vero pubblico!» esclamò elettrizzato Ash saltellando di qua e di là per il locale continuando ad agitare le bacchette in aria.

«Calmati amico! Conserva le energie per dopo!» disse Calum continuando ad accordare il basso.

«Io vado un attimo a prendere una boccata d'aria. Torno subito» avvisai per poi andare via, senza aspettare una loro risposta.

Salii i gradini e uscii dal locale. Mi appoggiai al muro e mi accesi una sigaretta, tanto per tranquillizarmi un po'.

Era già buio e l'insegna del locale illuminava gran parte della strada. C'era poca gente in giro, speravo che il Pandora non fosse stato vuoto quando avremmo dovuto suonare. Il locale era piuttosto famoso e per questa serata avrebbe offerto un drink a ciascun cliente in occasione dell'anniversario di apertura, chi si sarebbe perso questo evento?

Con la lingua sfiorai per sbaglio il filtro della sigaretta sentendo un piccolo dolore. Mi ricordai del morso di Veronica e le mie labbra si curvarono in un sorriso. Quella ragazza era pazza, ma stupenda; c'era qualcosa di intrigante in lei, era diversa dalle altre, e mi piaceva.

«Hey, a che pensi?» una voce familiare mi riportò coi piedi per terra. Mi voltai verso la sorgente del suono notando una bionda da paura alla mia destra.

«Ciao, Kate, che ci fai qui?» chiesi sorridendole.

«Sono venuta a sentir suonare il mio biondino preferito, naturalmente» mi fece l'occhiolino e avvolse le braccia intorno al mio collo facendomi aderire completamente al muro.

«Se stai cercando Ashton, è già dentro» scherzai rimettendomi la sigaretta in bocca.

«Che sciocchino» disse e con gesto elegante mi prese la sigaretta dalle labbra mettendole tra le sue. Quel gesto mi fece eccitare parecchio e a quanto pare lo aveva capito perché un sorriso malizioso si fece spazio sul suo volto.

Fece un tiro e poi me la rimise tra le labbra, ma ormai sporca del suo rossetto.

Le cinsi i fianchi «Ora vado, ci vediamo più tardi» la allontanai da me facendole l'occhiolino, per poi rientrare nel locale.

Vidi i ragazzi seduti a un tavolo che si stavano rinfrescando bevendo un po' di acqua ghiacciata.

«Su ragazzi, manca un quarto d'ora alla festa, facciamo una prova per controllare ancora una volta l'impianto e l'acustica» ordinai e sbuffando mi seguirono tutti sul palco.

«Quale brano proviamo?» chiese Michael prendendo la chitarra.

«Prendiamone uno piuttosto tranquillo...proviamo Miss You. Ash, vai col tempo» dissi impugnando bene il plettro e voltandomi verso il microfono.

Durante la prova andava tutto bene così ci rilassammo un po' prima della festa.

Quando arrivò l'ora stabilita il locale iniziò a riempirsi, sempre di più. La gente era tanta così decidemmo di iniziare a suonare.

Calum afferrò il proprio microfono e iniziò a parlare attirando l'attenzione di tutti. Quando parlava ciascun essere vivente gli prestava attenzione, anche se disinteressato poi rimaneva incantato dalle sue parole, era come una specie di dono che aiutava molto anche con le ragazze.

«Un ben venuto a tutti all'anniversario del Pandora che oggi compie due anni dal primo drink servito. Tutti noi conosciamo questo posto, è un luogo in cui ciascuno di noi è venuto almeno per una volta, magari per divertirsi in una serata tra amici o magari per affogare le pene d'amore. Per questo vorrei fare un caloroso applauso al proprietario Jimmy Hell!» indicò un signore sulla quarantina al bancone. Tutti si girarono verso di lui e lo applaudirono calorosamente e lui fece una specie di inchino. «Noi abbiamo avuto la grande opportunità di poter suonare qui questa sera e speriamo di farvi divertire!» concluse elettrizzato per poi fare un piccolo gesto ad Ashton per dare il tempo.

Due settimane con Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora