L'arbitro soffiò nel fischietto dopo che la palla lanciata da Luke centrò il canestro.
Ad un tratto tutti si alzarono in piedi ed iniziarono ad urlare e ad applaudire il più rumorosamente possibile mentre il biondo soffocava nell'abbraccio di euforia di tutti i suoi compagni di squadra. Feci altrettanto e iniziai a gridare come una dannata.
Scesi dalle gradinate e lo raggiunsi correndo per congratularmi con lui «Dio, sei stato fantastico!» dissi abbracciandolo.
Mi strinse a sé «È tutto merito tuo e del tuo bel culetto.» sentii la sua mano sinistra pencoerere tutta la mia schiena fino ad arrivare al mio sedere.
Alzai gli occhi al cielo rassegnata e risi separandomi da lui.
Mi afferrò il volto e iniziò a baciarmi mentre la gente attorno a noi complimentava gli altri giocatori facendo finta di niente «Vado in spogliatoio a cambiarmi, poi torniamo a casa così festeggiamo come si deve.» mi fece l'occhiolino e automaticamente mi morsi il labbro.
«Ma tua madre non è in casa?» chiesi confusa.
Spalancò gli occhi «Oddio, mia madre! Mia madre è qui alla partita! Me ne ero completamente dimenticato!»
«Pensi ci abbia visti?» domandai sorpresa.
La sua espressione preoccupata si trasformò in un sorriso «Sai che ti dico? Non me ne frega niente!» esclamò per poi baciarmi ancora.
«Ciao, scusate, seriamente, non voglio rovinare questo momento, ma devo parlarvi subito prima che ve ne andiate.» la voce di Kate risuonò alla nostra destra.
Nascondendo la mia irritazione mi voltai verso di lei «Ciao...che c'è?» tentai di mostrare un sorriso.
«Veramente, scusate, non volevo!» ripeté la bionda.
Luke roteò gli occhi «Kate, arriva dritto al sodo, ho alcune cose da fare» mi rivolse un sorriso malizioso e le mie guance si tinsero di rosso.
«Sapete già che ho organizzato una festa a casa mia per la partita? Bene, avevo chiamato una band per suonare ma tutti i componenti hanno avuto un'intossicazione alimentare e non possono venire. Mi chiedevo se vi andasse di suonare, l'ho già chiesto agli altri ma hanno detto che accettano solo se accetti tu. Ti prego, siete la mia salvezza!» supplicò lei con sorriso speranzoso mentre la gente intorno a noi iniziava ad andare via.
Luke mi guardò in cerca di aiuto come per chiedermi cosa fare.
Feci spalucce ma poi rassegnata gli feci capire che poteva accettare. Sapevo già che me ne sarei pentita.
Sbuffando si voltò di nuovo verso Kate «Ok, va bene, accetto»
Emise un gridolio acuto di felicità battendo le mani e saltellando «Fantastico, stasera alle sette a casa mia, se avete una chitarra elettrica in più portatela per piacere perché io ne ho affittata solo una. La festa inizia alle otto ma ho bisogno di aiuto per sistemare gli strumenti. Ovviamente, Vero, sei invitata anche tu! Vi aspetto!» disse subito per poi andare via.
«Sto iniziando a pentirmene» ammisi preoccupata.
Inarcò un sopracciglio e mi cinse i fianchi «Perché?»
«E se tipo ha organizzato qualcosa contro di me? Ho visto una specie di luccichio nei suoi occhi mentre diceva "Ovviamente sei invitata anche tu!"» imitai la sua vocina.
«Tranquilla, andrà tutto bene, non ti toglierò gli occhi di dosso per tutta la sera» disse con tono dolce per poi darmi un affettuoso bacio a stampo e stringermi tra le sue braccia «Ora però devo andare» smise di abbracciarmi «Vieni davanti agli spogliatoi tra quindici minuti, dovrei aver già finito. Ciao, ti amo!» esclamò prima di correre via.
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Due settimane con Hemmings
FanfictionPREMESSA: HO SCRITTO QUESTA STORIA PIÙ DI SETTE ANNI FA, TENETE PRESENTE CHE AVEVO 14 ANNI NEL CRITICARLA, ERO PICCOLA E NON SAPEVO AFFRONTARE CERTI TEMI PREQUEL DI "Un'altra settimana con Hemmings" Dove la diciassettenne Veronica Hamilton accetta u...