Non ero più riuscita ad addormentarmi dopo il lieto risveglio di Debby.
Avevo passato le seguenti ore a tentare di dormire ma alla fine decisi di alzarmi dato che non sarei mai riuscita a prendere sonno in mezzora - il tempo che mancava al suonare della sveglia.
La piccola dormiva ancora così ne aprofittai per cambiarmi e andare al piano di sotto a mangiare.
Fortunatamente il frigo e la dispensa erano pieni di roba. Presi la scatola di latte aperta - sperando che Lucas non ci avesse bevuto direttamente, bleah - e mi misi alla ricerca di un pentolino. Lo trovai nello scaffale sopra il lavandino ma, sbadata come sono, prendendo il pentolino feci cadere anche un'altra padella.
Vidi tutto come a rallentatore: la padella cadde a terra, rimbalzando più volte, come se volesse farmi un dispetto facendo più rumore possibile.
«Cazzo» imprecai prendendola da terra. Speravo solo di non aver svegliato la piccola.
Rimisi la padella al suo posto e misi il pentolino sul tavolo. Versai del latte al suo interno e misi tutto sul fuoco a riscaldare.
Qualche secondo dopo sentii scendere le scale. Luke stava per arrivare, fantastico...
«Che è successo?» fece il suo ingresso in cucina sbadigliando mentre si stiracchiava mostrano i folti peli delle ascelle, che schifo. D'accordo che i maschi non si depilavano, ma faceva comunque impressione.
Abbassò le braccia per poi sedersi a tavola appoggiando la testa sulla mano, guardandomi con occhi assonnati in attesa di una risposta.
«M-mi è caduta una padella a terra...» balbettai. Cazzo, non mi ero accorta che fosse così bello. Sì, avevo già detto che era carino, ma così, di prima mattina era un qualcosa di stupendo. E poi quella aderente canottiera nera gli esaltava i muscoli...Ok, basta, dovevo smetterla, il troppo poco dormire mi stava facendo dare i numeri.
«Hey, ti sei imbambolata?» chiese sorridendo malizioso.
«No...è solo che non ho dormito abbastanza stanotte.» mi sedetti anch'io a tavola, accanto a lui.
«Nemmeno tu sei più riuscita a chiudere occhio?» domandò sbadigliando.
«Eh già...hai fame?» sorrisi. Perché ero così gentile? Io non ero gentile, soprattutto con lui, soprattutto con i maschi.
Mi guardò interrogativo come se fosse anche lui sorpreso dalla mia gentilezza.
«Non fraintendere, te l'ho già detto, ho dormito pochissimo. Hai fame o no?» chiesi cercando di essere più acida.
«Sì, ho fame» rise «ma non di cibo.» mise una mano attorno alla mia spalla e mi sorrise maliziosamente continuando ad avvicinarsi.
Mi salì il nervoso e, senza pensarci due volte, gli tirai una gomitata dritta nelle costole. Mi alzai dalla sedia, verde dalla rabbia mentre lui si ripiegava su sé stesso per il dolore.
«Tu sei pazza!» gemette a denti stretti.
«E tu un maniaco che ora la colazione se la prepara da solo!» misi il latte in una tazza e me la svigniai al piano di sopra offesa.
Ma perché doveva essere così stronzo?
Bevvi il latte tutto d'un sorso e appoggiai la tazza sul comodino.
Mi avvicinai alla culla vedendo che la piccola Debby si stava svegliando.
«Ciao, amore» sussurrai con voce stupida sorridendole.
La piccola mi sorrise dolcemente e allungò le braccine verso di me. La presi in braccio e la misi sul tavolino per il cambio, dopodiché la vestii.
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Due settimane con Hemmings
FanfictionPREMESSA: HO SCRITTO QUESTA STORIA PIÙ DI SETTE ANNI FA, TENETE PRESENTE CHE AVEVO 14 ANNI NEL CRITICARLA, ERO PICCOLA E NON SAPEVO AFFRONTARE CERTI TEMI PREQUEL DI "Un'altra settimana con Hemmings" Dove la diciassettenne Veronica Hamilton accetta u...