VERONICA'S POV
Faceva caldo. Troppo caldo. Cazzo che caldo.
Avrei dovuto svegliare il mio corpo e scoprirmi, ma ero troppo pigra per farlo.
Un momento. Quand'è che mi ero addormentata? E cos'era quel russare che mi stava fracassando i timpani?
L'ultima cosa che ricordavo era Debby che urlava e Luke che tentava di...oddio, Luke!
Aprii di scatto gli occhi ritrovandomelo addosso. Provai a liberarmi dalla sua presa ma dimenandomi sentii la sua erezione farsi evidente. Dio santo, 'sto ragazzo era più eccitabile di un coniglio in calore che non scopava da almeno cinquant'anni.
Spalancai gli occhi «Luke!» urlai ripetutamente col tentativo di svegliarlo, ma lui non reagiva.
Fantastico: ero bloccata tra le braccia di un manicao eccitato e stavo morendo di caldo.
Bel modo di svegliarsi la mattina.
Ma che ore erano?Alzai lo sguardo verso la sveglia e notai che mancavano cinque minuti all'allarme.
Credevo di poter resistere altri cinque minuti, forse sentendo il fastidiosissimo suono della sveglia si sarebbe alzato.
Come mi sbagliavo: l'oggetto stava suonando a tutto volume, ma lui niente, dormiva lo stesso come un ippopotamo in letargo.
Dovevo prepararmi per andare a scuola, cavolo.
Tentai ancora di svegliarlo ma invano.
Mi girai ritrovandomelo a pochi centimetri. Dire che era bello era un eufemismo. Diamine, era stupendo, una scena non descrivibile a parole.
«Luke» chiamai ancora, ma non si muoveva. Dovevo trovare il modo per svegliarlo...«Luke! Non aprire gli occhi, sono nuda!» urlai e al mio avviso lui spalancò le palpebre all'istante.
Sul suo viso c'era un sorriso perverso e senza alcun ritegno mi analizzò tutta, scoprendo deluso che avevo i vestiti in dosso.
«Così non vale però» rise.
Non riuscii ad astenermi dal ridere «Oh, sì, invece. Era l'unico modo per svegliarti» chiarii «Ora lasciami per favore» chiesi con tono gentile.
Non mi ascoltò, anzi, si mise sopra di me e mi bloccò i polsi sopra la testa «Tu vorresti che io ti lasciassi dopo avermi illuso di essere nuda?» domandò con sorriso perverso, quasi inquietante.
Risi annuendo divertita. Perché ero divertita? Cazzo.
Tenne ferme le mie mani con un'unica mano per poi portare l'altra mano più in basso, fino al mio ventre. Infilò le dita sotto alla canottiera sfiorando leggermente il mio ombelico. Il mio petto iniziò ad alzarsi ed abbassarsi irregolarmente mentre la temperatura del mio corpo stava aumentando.
Si morse il labbro per poi afferrare coi denti il piccolo piercing al lato della bocca con sorrisetto malizioso. Mi venne il desiderio di baciarlo e sentire quel cerchiolino freddo sulle mie labbra.
Lo odiavo. Dio se lo odiavo. Lo odiavo per il fatto che mi facesse sentire così impotente quando mi toccava. Lo odiavo per essere così fottutamente bello ed eccitante.
Le sue dita si spostavano sempre più in alto mentre le sue labbra si posavano sul mio collo. Ansimai a tutto quel contatto. Il mio cuore stava pompando sangue così freneticamente da farmi girare la testa. Avevo paura delle sue dita. Non avevo nessun cazzo di reggiseno, porca miseria.
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Due settimane con Hemmings
FanfictionPREMESSA: HO SCRITTO QUESTA STORIA PIÙ DI SETTE ANNI FA, TENETE PRESENTE CHE AVEVO 14 ANNI NEL CRITICARLA, ERO PICCOLA E NON SAPEVO AFFRONTARE CERTI TEMI PREQUEL DI "Un'altra settimana con Hemmings" Dove la diciassettenne Veronica Hamilton accetta u...