VERONICA'S POV
Ma chi cazzo si credeva di essere quel biondo da strapazzo? Solo perché aveva i capelli oro, gli occhi azzurri, un viso angelico, quella piccola fossetta sulla guancia destra e un fottuto piercing al labbro inferiore non poteva di certo fare tutto quello che gli passava per la mente! Ero io quella che comandava e uno stupido fighetto non mi avrebbe impedito di compiere il mio lavoro.
Dopo aver finito di cambiarmi andai dalla piccola. Stava beatamente dormendo.
Era bellissima.
Come il fratello.
No, non potevo averlo pensato veramente!
Bhe...sì, non era niente male, poi con quel piercing era dannatamente sexy. Ciò pero non cancellava il suo carattere di merda. Come diavolo gli era venuto in mente di baciarmi così in piazza davanti a tutti i passanti? Anche se era durato poco non era stato poi tanto male...
Ok, ora basta. Ero stanca. Non mi rendevo conto di quello che stavo pensando.
Chiusi la porta della stanza a chiave - non si poteva mai sapere cosa poteva fare quel biondino di notte - e, dopo essermi lavata i denti, mi misi a letto.
Era comodissimo e le lenzuola odoravano di pulito.
Chiusi per nemmeno un minuto gli occhi che la piccola cominciò a piangere. Guardai l'orologio sul comodino. Erano le quattro del mattino.
Mi alzai sbadigliando e mi avvicinai a Debby.
«Che c'è?» chiesi mostrandole un sorriso per tranquillizzarla.
La bambina mi guadò con occhioni lucidi e viso imbronciato per qualche secondo per poi ricominciare a piangere. La presi in braccio e cominciai a cullarla cercando di tranquillizzarla, ma niente, continuava ad urlare a squarcia gola.
Le controllai il pannolino ma non aveva fatto i suoi bisogni.
Forse aveva fame.
La presi di nuovo in braccio e andai al piano di sotto. Non mi importava se svegliava Luke, in quel momento volevo solo farla dormire così potevo dormire anch'io. Domani avrei avuto scuola, cavolo.
Misi Deborah nel seggiolino accanto al tavolo per poi prendere il biberon che era a mollo nel lavandino.
Sentivo le palpebre pesanti mentre sciacquavo il biberon. Lo riempii con un po' d'acqua per poi metterlo nel microonde.
Sadigliai sedendomi accanto a Debby. Non smetteva di piangere e io stavo morendo di sonno. E pensare che dovevo passare altre tredici notti così.
Stanca appoggiai la testa al tavolo e chiusi gli occhi aspettando che l'acqua si riscaldasse.
Sentii qualcuno scendere. Come avevo intuito: Luke si era svegliato grazie alle adorabili urla della sorella.
Entrò nella cucina sbadigliando «Che è successo?».
Alzai la testa «Deborah ha fame» mormorai mezza addormentata.
Il timer del microonde suonò indicando che l'acqua si era riscaldata.
Feci per alzarmi ma il biondo mi interruppe «Lascia stare, faccio io.» tolse il biberon dal microonde e mischiò all'acqua due cucchiaini di latte in polvere. Si avvicinò alla sorella misurando la temperatura del latte versandone due gocce sul polso.
Appoggiò il biberon sul tavolo e prese la piccola in braccio che piangeva ormai da una decina di minuti. Iniziò ad allattarla ed essa si calmò all'istante. Era dolcissima quando non urava.
Rimasero così per un po', fino a quando il latte non finì e, dopo averle fatto fare il ruttino, iniziò a cullarla.
Gli occhi di Deborah erano socchiusi: si stava addormentando.
Mi alzai «Grazie» sussurrai per non svegliarla.
«Prego» sorrise. Anche lui era stanco, si vedeva dagli occhi assonnati.
«Dalla a me, la porto nella culla» bisbigliai.
Me la mise in braccio con cura.
«Buonanotte» augurai prima di salire in camera e rimettermi a dormire.
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Che ne dite della storia, forse per ora non è il massimo ma nei prossimi le cose cambieranno un po'.
Bacini e al prossimo capitolo...
(Corretto ✔)
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Due settimane con Hemmings
FanfictionPREMESSA: HO SCRITTO QUESTA STORIA PIÙ DI SETTE ANNI FA, TENETE PRESENTE CHE AVEVO 14 ANNI NEL CRITICARLA, ERO PICCOLA E NON SAPEVO AFFRONTARE CERTI TEMI PREQUEL DI "Un'altra settimana con Hemmings" Dove la diciassettenne Veronica Hamilton accetta u...