11. A torso nudo

31.5K 1.6K 773
                                    

Come se non bastasse aveva iniziato anche a piovere a dirotto. Arrivammo di fronte a casa di Luke.

«Non c'è un ombrello in macchina?» chiesi guardando preoccupata fuori dal finestrino.

«No, aspetta qui» disse uscendo dall'auto.

Lo vidi girare intorno alla macchina e avvicinarsi alla mia portiera mentre si toglieva la felpa e la metteva sopra la testa. Mi fece segno di uscire, così strinsi bene la piccola in braccio e scesi dall'auto.

Il biondo ci coprì con la sua felpa e iniziammo a correre lungo il vialetto, per poi arrivare davanti alla porta d'ingresso. Aprii la serratura e entrammo in casa.

«Aspetta qui, altrimenti bagni casa» ordinai prima di svignarmela al piano di sopra. Lasciai Deborah nella sua culla che a causa dell'ora mi si era addormenta in braccio e preso un asciugamano tornai di sotto da Luke.

Scese le scale notai però che non era più nel punto in cui lo avevo lasciato. Feci qualche passo avanti e voltandomi lo vidi in cucina, con la testa infilata dentro al frigo.

Alzai gli occhi al cielo «Ti avevo detto di aspettare all'ingresso...ora mi tocca passare lo straccio un'altra volta! Diamine Luke, avevo appena lavato i pavimenti!» sbuffai e gli lanciai l'asciugamano contro arrabbiata.

Rise alla mia reazione mentre io mi sedevo a tavola stanca.

«Ora però mi racconti tutto» imposi.

«Almeno lasciami preparare un panino» supplicò prendendo dal frigo tutto quello che si poteva mettere in un sandwich.

«Sì, ma mentre lo prepari puoi spiegare senza problemi» gli sorrisi furba.

Sbuffo e mi sorrise rassegnato prendendo del pane dalla credenza. Mise tutto sul tavolo.

«Ne preparo uno anche a te?» chiese per guadagnare tempo.

«Sì, ma parla!» ordinai.

«Ma perché vuoi saperlo?» iniziò a imburrare il pane.

Alzai gli occhi al cielo imprecando mentalmente con l'intento di calmarmi «Perché voglio sapere il motivo per il quale ho dovuto fingermi una puttana per salvarti il culo!».

«D'accordo...calmati!» rise aprendo la confezione di affettati.

«Su, parla» invitai con tono più calmo possibile.

«Sai il ragazzo dai capelli rossi tra quei tre?» chiese ed io annuii «Bhe, qualche tempo fa ho portato al letto la sua ragazza, ma è stata solo una sveltina!» disse come se fosse stato nulla.

Mi schiaffeggiai la fronte «Luke, sai che non si trombano le fidanzate altrui, vero?» chiesi rassegnata.

«Ma non erano mica sposati» ribatté «E poi lei era così sexy, mi eccitava da morire» non sapevo se aveva la bava alla bocca per il panino o perché pensava a quella ragazza.

«Tu sei un caso unico» sbuffai e mi alzai dalla sedia per poi avvicinarmi a lui più arrabbiata che mai «Fammi capire: io ti ho salvato il culo invece di farti ricevere quello che meritavi?» gli puntai un dito contro.

«Sì, ma non puoi dire che non ti sia piaciuto "salvarmi il culo"» sorrise beffardo.

«No, non mi è piaciuto!» mentii «Come puoi pensare che mi sia piaciuto farmi passare per una troia?»

Mi prese per i fianchi «Luke, allontanati» imposi rigida ma lui mi alzò da terra e mi fece sedere sul tavolo.

«Su, andiamo, so che ti è piaciuto baciarmi e avermi così vicino. Ti ho lasciato l'opportunità di farmi allontanare prima, ma tu ti sei fatta baciare senza protestare» spiegò con sorriso malizioso.

Due settimane con Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora