Capitolo 14. Afrodite Pandèmia

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TW: 🍋 lemon.🍋 Ho messo due marker, uno all'inizio e uno alla fine della scena incriminata, così potete saltarla direttamente.
~ Se scegliete di NON saltarla vi suggerisco caldamente di mettere le cuffie e ascoltare la canzone suggerita in alto.

Quella prima notte fu in grado di avvicinarmi all'incredibilmente gelido Eraser Head. Non credevo sarei riuscita ad appropinquarmi così a lui, soprattutto dopo quel disastroso allenamento di qualche giorno prima!
Mi sfuggì un sorriso compiaciuto: sentivo che quanto stava accadendo fra me e Aizawa era raro, lui non pareva il tipo da aprirsi così con tutti.

- Cosa c'è? - La sua voce mi riportò alla realtà. Eravamo fuori dall'hotel esposti alla brezza mattutina, con le pance piene d'una colazione abbondante e stavamo tenendo d'occhio il lavoro dei nostri studenti.

Scossi la testa. - Ripensavo al nostro allenamento. - Confessai.
Con lui percepivo un'armonia tale da permettergli di entrare nella mia testa... beh, quasi. La sera precedente avevo comunque condiviso la posizione di quel luogo con Shigaraki, dovevo aspettarmi un agguato da un momento all'altro.

Una morsa si strinse intorno al mio petto: perché mi comporto così? Io sono una villain, qualsiasi cosa accada qui con Aizawa è una finzione, una fantasia a occhi aperti. La mia realtà è accanto a Tomura.

- Vuoi che ti alleni? - Mi domandò improvvisamente.

Quella proposta mi colse alla sprovvista. - Ma... i ragazzi? - Balbettai.

- Staremo qui vicino, non ti preoccupare. Oggi niente corse, farai solo un po' di stretching.

- Grazie, sensei. - Ammiccai, tirandogli una pacca sulla spalla.

Lui m'immobilizzò il polso, tirandomi possessivamente a sé. Sgranai gli occhi: non mi aspettavo una reazione del genere. Ancora sapevo poco di lui e non avevo la più pallida idea di quanto amasse il controllo.

- Ma non credere che ci andrò piano. - Bisbigliò con voce rauca, facendomi correre dei fugaci brividi di piacere lungo la spina dorsale.

Stava emergendo un lato che ancora finora sconosciuto... uno che amava stringere il proprio dominio nel pugno della mano, un suo alter ego ammiccante che amava alla follia prendere il posto del solito Aizawa musone e assonnato.
Feci un sorriso: conoscere quel suo lato, oscuro ai più, era l'ennesimo sintomo da me ricercato.
Stavamo gradualmente entrando in un antro sempre più intimo e, secondo dopo secondo, il nostro legame diveniva sempre più indissolubile.

🥀

- Girati.

- Di spalle? - Feci una smorfia.
Già quella distanza era abbastanza difficile da sopportare, era come se ci fosse lo schermo invisibile di un telefono a separarci, quando in verità eravamo a pochi metri di distanza. Non era minimamente piacevole quanto stava accadendo, eppure sentivo che era sbagliato... quello doveva essere gradevole!

 quello doveva essere gradevole!

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Luna di Mezzogiorno | 𝓜𝔂 𝓗𝓮𝓻𝓸 𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora