Capitolo 28. Grazie per l'ospitalità

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Niente TW, è solo un comfort episode in cui scopriremo cose nuove 👀 Vi consiglio di ascoltare a ruota la canzone suggerita 🌸

- Quindi domani ti trasferirai? - Mi domandò improvvisamente Shota, posando la ciotola di ramen davanti a me.

Inspirai a pieni polmoni: quel profumo delizioso invadeva tutta la cucina, il preludio di una gustosa pietanza cucinata proprio da Aizawa con le sue mani; sapevo che quando sarei andata a vivere da sola non mi sarei potuta aspettar niente più di qualche schifezza da scaldare nel microonde.

- Sì. - Annuii, osservandolo mentre si sedeva al tavolo. - Insomma, non posso continuare a vivere abusivamente da te, no?

Lui socchiuse le palpebre, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso. M'immaginavo una risposta sarcastica e vagamente passivo-aggressiva, magari riguardante il fatto che non l'ho minimamente aiutato con le pulizie o in cucina, invece con mio grande stupore sospirò:- Tu puoi restare quanto vuoi, sarai sempre la benvenuta qui. - Detto ciò, mi augurò un buon appetito e iniziammo a mangiare.

Il ramen era delizioso: il miscuglio di sapori, la consistenza... nel suo insieme quel piatto rasentava la perfezione!
Prima avevo intravisto Shota sbirciare da una ricetta online per prepararlo, lui stesso aveva più volte ripetuto, come a scongiurare una catastrofe, che non era un cuoco.
Eppure, dai molteplici sapori che danzavano sulla mia lingua, sembrava il contrario!

Aizawa è una di quelle persone "universalmente abili". Osservai fra me e me, sentendo un pizzico di sana invidia. Qualsiasi nuova attività gli riuscirebbe in un batter d'occhio. Ma non lo trovo affatto fastidioso, come invece mal sopportavo All Might. È capacissimo di mettermi a mio agio pur essendo più bravo di me in molteplici campi.
No, ripensandoci bene, lui non mi metteva semplicemente a mio agio... lui, con tutta quella flemma che lo caratterizzava, metteva le proprie abilità al servizio di coloro a cui teneva.

La stanza era piombata frettolosamente nel silenzio, riempita solo dai suoni degli spaghettini da noi divorati.

Quindi per lui sarei smpre la benvenuta qui?
Mi guardai intorno: quell'appartamento, piccolo ed essenziale, già sembrava esser diventato una colonna della mia vita, come poteva esserlo il bar abbandonato di Kamino. Iniziavo a vederlo come un luogo di riferimento... uno che, lo sentivo, un giorno forse neanche tanto lontano avrei chiamato casa.
Ma no, è solo particolarmente gentile. Non penso mi veda come qualcos'altro, non devo farmi illusioni. Pensai, cercando di sopprimere fantasie illusorie.

- Hai fatto acquisti per il Gala? - Mi chiese Aizawa, rompendo il silenzio. Probabilmente aveva notato il sacchettone rosa con cui ero tornata a casa.

- Sì. Anzi, sarebbe più corretto dire che una fata madrina è intervenuta e mi ha procurato il vestito per il Gala. - Spiegai.

Lui aggrottò la fronte, confuso da quella mia affermazione, e posò un attimo le bacchette: - Prego?

🥀

Accidenti, durante la mia "vita da criminale" non me ne sono mai accorta. Riflettei, controllando il saldo dall'app online della banca ed emmettendo uno sbuffo affranto. Da bambina i miei mi compravano sempre tanti bei vestiti per ogni occasione. Avevo tutto ciò che una bambina borghesotta e viziata poteva desiderare.
Ovviamente, non avendo ereditato la ditta (che in ogni caso è fallita dopo pochi anni senza i veleni di mia madre) non potevo più vantare di molto denaro! Avevo qualche spiccio, messo da parte grazie agli anni vissuti abusivamente in un luogo abbandonato (ergo senza aver mai pagato le tasse), e il primo stipendio come insegnante.

I miei sogni di poter varcare la soglia del Gala e lasciare tutti sbigottiti stavano svanendo in fretta, potevo permettermi solo qualche vestito blando e senza né tagli particolari né decori appariscenti.

Luna di Mezzogiorno | 𝓜𝔂 𝓗𝓮𝓻𝓸 𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora