Capitolo 15. Cura

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Niente TW oggi, è solo che vi consiglio CALDAMENTE di ascoltare la canzone suggerita. 🌸

Scattai verso la terrazza con il cuore in gola.

- Aizawa! - Strepitai, con un'accentuata nota di panico nella voce.

Udii qualcuno sussultare. - Oi. - L'eroe era appoggiato con i gomiti sulla ringhiera e s'era voltato a guardarmi con aria perplessa.

Vedendolo, emisi un vistoso sospiro di sollievo: l'idea che i villain lo avessero rapito mi terrorizzava, soprattutto pensando a Shigaraki, al suo quirk e a tutte le cose che la rabbia avrebbe potuto spingerlo a fare.
- Si sta bene fuori. - Constatò l'eroe, tornando a guardare verso il paesaggio.
- Infilarmi subito nel mio sacco a pelo e perdere questo panorama mi è sembrato uno spreco.

Io lo raggiunsi, lasciando che le palpitazioni si quietassero poco a poco, e mi appoggiai anch'io sulla ringhiera, appena distante da lui. Aveva ragione: quell'aria meravigliosamente fresca pizzicava la pelle, la selva dinanzi a noi, illuminata dagli ultimi bagliori solari, pareva riflettere quella brillante luce. Un brivido d'emozione mi scosse, era uno di quei momenti... uno di quelli che ti fa desiderare di fermare il tempo, di immergerti nell'attimo da te vissuto, di farti consumare da quella bellezza fino al resto dei tuoi giorni.

Senza accorgermene, mi ero involontariamente avvicinata ad Aizawa, tant'è che percepii all'improvviso il tepore della sua mano sulla mia.

- Quel tuo amico? - M'incalzò, squadrandomi.

Non mi aspettavo che ci stesse pensando ancora. Lo guardai con la coda dell'occhio, tentando d'imprimere nella mia mente quell'immagine idilliaca: la leggera brezza scuoteva la sua chioma corvina e metteva in mostra quel suo viso che, nonostante il peso della stanchezza sugli occhi e quel taglio ormai cicatrizzato sullo zigomo, era in perfetta armonia.

Scoppiai a ridere. Ogni tanto mi succedeva quando non potevo esprimere in altra maniera la mia frustrazione.
Shigaraki mi aveva dato il permesso, potevo fare ciò che volevo! Ero libera da ogni vincolo fisico, volevo portarmi a letto Aizawa? Potevo farlo. La condizione era una: tornare sempre da Tomura, qualsiasi cosa accadesse.

Potrei dirgli che sono fidanzata e chiudere qui ogni flirt. Pensai. Non posso comportarmi come se non sapessi com'è il mio carattere! Come se non sapessi quanto sarà difficile tornare da Tomura dopo aver assaggiato l'ardore di Aizawa.
L'idea di tornare già doleva nel mio petto, una lama puntata contro il cuore, pronta a trafiggermi.

Mi voltai completamente a guardarlo, placando la risata. Notai il velato imbarazzo con cui s'era celato il suo volto. Dannazione, non volevo metterlo a disagio.

- Perdonami. Rido perché l'amico in questione è pressappoco un fratello per me. - Tentai di recuperare.

Il suo viso si rilassò, era un movimento minimo, impercettibile, ma che i miei occhi già abituati a studiare minuziosamente le espressioni di Tomura colsero facilmente.
Aveva un aspetto così gradevole che quasi mi feriva guardarlo e sapere che, qualsiasi cosa costruissimo in quegli istanti, era fatiscente, destinata a crollare sotto il peso della realtà in cui vivevo. Ma ciò non vuol dire che non possa accadere qualcosa finché siamo qui!

- Al momento non ho un fidanzato, né una fidanzata. - Sospirai, tornando a fissare il cielo. Decisi che non mi sarei allontanata troppo dalla realtà, mi rifiutavo di mentirgli... quella che gli raccontai fu una mezza verità.
- La mia ultima relazione è stata piuttosto complessa.

Lui si sporse verso di me, una lieve luce d'interesse brillava nelle sue pupille.
- Ovvero?

- Hai mai amato qualcuno che non potevi nemmeno toccare? - Mi sfuggì, neanche troppo involontariamente... era uno sfogo reale il mio, una reale frustrazione che viveva da anni sotto la mia pelle.

Luna di Mezzogiorno | 𝓜𝔂 𝓗𝓮𝓻𝓸 𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora