Inizieremo a chiamarti 25

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Cecil's pov
Sono in ritardo, come sempre aggiungerei. I corridoi sono spogli e silenziosi, si sente solo il rumore delle mie scarpe sul pavimento e l'eco dei miei passi. Gli armadietti attaccati ai muri sono tutti chiusi, così come anche le porte. Tutte tranne una. Non ci faccio troppo caso, continuo la mia camminata veloce, ma appena la supero una mano afferra il mio braccio e mi spinge nella stanza.

Penso immediatamente a Stiles.
-Dobbiamo smettere di incontrarci in questo modo Stil...
Non riesco a finire la frase per la sorpresa: uno di loro è esattamente davanti a me.

È come un glitch, continua a vibrare

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È come un glitch, continua a vibrare. È altro, più di me, anche se sono 1.75, e grosso. Il suo intero corpo è coperto da un'uniforme nera e verde militare scuro, con parti metalliche di colore argento sporco. È poi c'è la maschera. È terrificante, completamente fatta di metallo, collegata a dei tubicini per permettere a quelle creature di respirare. Gli occhi sono coperti da due lenti rosse.

Ho paura... Fa sentire la sua voce rauca:
-Come procede la missione?
Deglutisco. È quella che mi sta impiegando più tempo.
-Sto cercando di fare il più veloce possibile, ma...
-Due settimane.
-Va bene, mi spiace, mi darò una mossa.
Fa come per andarsene, ma si gira verso di me. Mi cammina velocemente incontro, indietreggio fino a sbattere contro il muro. Sono terrorizzata.

Mi prende il collo tra le dita fredde della sua mano destra e mi solleva. Non respiro.
-Se entro due settimane non uccidi 24 ci penseremo noi e lo faremo davanti ai tuoi occhi. Successivamente inizieremo a chiamarti 25.
Con le ultime forze che mi rimangono annuisco. Ho la sensazione che mi stia per esplodere la testa. Quel coso mi osserva ancora per interminabili secondi, mentre lentamente tutta l'aria nei miei polmoni se ne sta andando, finché si decide a mollare la presa. Non mi reggono le gambe, cado in ginocchio e tossisco, annaspando in cerca di aria. Alzo la testa, mi guardo intorno. Uno dei dottori del terrore mi ha appena minacciata di morte, e ora è sparito nel nulla.

Mi tocco il collo. Niente di niente, neanche un livido; la guarigione da kitsune fa miracoli. Però sento ancora dolore, non fisico. È come se avessi un vuoto dentro. Sarà il pensiero che entro due settimane le mie mani dovranno essere ricoperte del sangue di uno sei ragazzi più belli, intelligenti e simpatici d'America? Anche stavolta mi tocca lasciar parlare la mia coscienza. Potrei provare qualcosa per 24? Non lo so...

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