Rumore

116 9 2
                                    

Cecil's pov
Sono due giorni che dormo a casa di Stiles: non vuole assolutamente che ritorni in hotel. Io ho insistito un po' ma infondo voglio dormire sotto il suo stesso tetto, e penso che lo sappia anche lui.

Forse non ho fatto male a non andarmene. Mi dovrei fidare di più delle capacità del branco, anche se di primo impatto sembrano solo un gruppo di ragazzini inesperti.

Quindi, ricapitolando... Stiles è il mio ragazzo, Allison è la mia migliore amica, Scott è il mio migliore amico e Lydia è gelosa. Lo so, non dovrei essere contenta per l'ultima, ma che ci posso fare? È più forte di me, la detesto.

In questo momento Stiles è nella stanza accanto; sta parlando con suo padre per convincerlo a farmi vivere qui da loro e CASUALMENTE sto sentendo tutta la conversazione.

No, ok, sto origliando.

-Papà, ti prego, fidati di me

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Papà, ti prego, fidati di me.
-Se vi lasciate? Come farete a vivere sotto lo stesso tetto?
-Ma con lei è diverso.
-Anche con Lydia era diverso, eppure vi siete lasciati e ci sei stato male per tre mesi Stiles. Tre mesi.

Mi si appesantisce il petto. Tre mesi? E se ci lasciassimo? Non potrei farlo stare così male.

-Ma stavolta lo penso davvero. E in ogni caso se ci lasciassimo potremmo far diventare il garage la sua camera da letto. Comunque farò di tutto per farla durare.

E se io non fossi in grado di avere una relazione stabile?

-Non so Stiles. Cioè, lei sembra molto ingamba, ma forse è troppo presto per una convivenza. Infondo avete solo 16 anni.
-Preferisci lasciarla in un hotel?
-No, ma...
-Allora falla vivere qui: è talentosa, brava in cucina, affidabile, indipendente, oltre che bellissima e intelligente; più di Lydia.

Arrossisco. Davvero pensa tutto questo di me?

-Più di Lydia?
-Più di Lydia.

Noah ci riflette un attimo. Il mio cuore sta battendo a mille, scommetto che Stiles lo sta sentendo benissimo.

-Va bene, vivrà da noi.

Mi scappa un urletto di gioia, corro nella stanza accanto e stritolo il padre del mio fidanzato con tutta la forza che ho in corpo. Lui sembra sorpreso di vedermi, probabilmente non immaginava che avessi sentito tutta la conversazione, ma ricambia quasi subito l'abbraccio.

-Grazie mille Signor Stilinski.
-Cecil, ti prego, chiamami Noah.
•••••••••••••••••
Ecco qua il branco, a casa di Stiles (che lui vorrebbe chiamassimo "casa nostra", ma dettagli). Scott l'alpha, Stiles il beta, Lydia la banshee, Allison la cacciatrice e poi ci sono io.

Tutto sta andando perfettamente, stiamo guardando un film e ridendo come degli scemi.

Mi alzo per andare a prendere altro da mangiare, anche se abbiamo già praticamente svaligiato la dispensa. Prendo delle caramelle e delle patatine, poi torno in soggiorno.

Sento il rumore.

Il rumore.

Metallo che sfrega su altro metallo, poi seguito da delle vibrazioni.

Terrificante, che fa gelare il sangue a chi lo conosce, mentre per gli altri è il nulla più assoluto.

Se in lontananza, lo può sentire solo un orecchio allenato.

Impallidisco, inizio a tremare. Magari mi sto sbagliando, in questo periodo sono nervosa, potrebbe essere solo un'impressione.

O magari no.

Lo risento.

Mi cadono i sacchetti di mano, rivolgo a Stiles uno sguardo terrorizzato e mi accorgo che mi stava già scrutando da un po'. Non capisce, nessuno capisce, che siamo in pericolo, perché non lo sentono, e se lo sentono non sanno, ma io sì.

È buffo, vero? Tutto ciò che sembra perfetto prima o poi finisce.

-Loro stanno arrivando.

—————————
angolo autrice

ebbene signore e signori stavolta ho deciso di pubblicare in anticipo perché vi amo.
in meno di 2 mesi abbiamo raggiunto 1mila letture e niente sono troppo contenta grazie grazie grazie grazie.
VI AMO TANTISSIMO.

under the moonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora