Caroline

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Cecil's pov
Ho la vista appannata. Provo a muovermi, ma sono legata. Cazzo. Mai abbassare la guardia: è la regola numero 1, e io l'ho infranta. Che stupida. Inizio a vedere più chiaramente.

Sono... a scuola?

È buio, la classe in cui mi trovo è illuminata solo dalla luce della luna. La sedia a cui sono legata è fatta interamente di plastica e i miei piedi non toccano terra: chi mi ha portata qui deve conoscermi tanto bene da sapere che i miei poteri funzionano solo quando sono a contatto con dei conduttori. E guarda caso, la plastica è un non-conduttore.

Sento la pancia bagnata. Guardo in basso. Sangue. Solo sangue. E un pezzo di vetro conficcato nel mio stomaco, ovviamente un altro non-conduttore. Solo ora mi accorgo di quanto fa male.

I miei vestiti sono fradici, posso dire addio a questo bel vestitino. Avevo anche speso 40$.

Provo a dare degli strattoni alla corda che mi trattiene ma peggioro la situazione.

-Ma ciao!
Oh gesù. Potrei riconoscere quella voce tra un milione, perché ogni volta che la sento vorrei fulminare (letteralmente) la persona che parla.

-Bello incontrarti in queste circostanze, Caroline.

Vi presento Caroline, stronza senza scrupoli nonché una delle tante cavie dei dottori del terrore. Ovviamente ci odiamo a morte, ma solo perché io sono meglio di lei in tutto e per tutto, modestamente.

-Anche per me, assolutamente sublime. Sai, non mi sei mai piaciuta.
-Ma davvero?
Sì, scusate, non riesco a rinunciare al mio sarcasmo.
-Taci. Quando ci allenavamo, quando sperimentavano i nostri doni, quando dovevamo superare delle prove... Tu sei sempre la favorita. I dottori ti preferiscono. Non so perché...
-Magari perché non sono una pazza che lega le persone con cui è cresciuta?

Viene verso di me, non capisco cosa voglia fare finché non prende il pezzo di vetro nel mio stomaco e inizia a girarlo. Con le mani stringo la sedia per il dolore, ma rimango impassibile nello sguardo.

-Magari, se ti uccido, sarò io la preferita. Che ne pensi? E poi ucciderò 24. Perché sappiamo entrambe che non hai intenzione di completare la missione... no... perché la piccola ragazzina con gli ormoni a palla qua si è presa una cotta, vero? Ci hanno sempre insegnato a ripudiare i sentimenti, eppure tu stai sbavando dietro ad un lupo mannaro, per giunta un beta. Che ne so, prenditi un alpha, ma un beta... Tu non lo ammazzerai, ma io sì.

Ha ragione. Io non ucciderò Stiles.

Strano realizzarlo in procinto di morte.

Sto iniziando a perdere le forze, la mia testa sta diventando pesante. Sto perdendo troppo sangue, questo è un problema.

Per caso mi cade lo sguardo sulla porta. Vedo una figura: i suoi occhi si illuminano di giallo. Stiles?

Caroline sta continuando il suo noiosissimo monologo, ma non si accorge che non la sto ascoltando minimamente: l'ho sempre detto io, quando devi uccidere qualcuno fallo subito e in fretta, che senso ha aspettare? O iniziare a straparlare?

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Caroline sta continuando il suo noiosissimo monologo, ma non si accorge che non la sto ascoltando minimamente: l'ho sempre detto io, quando devi uccidere qualcuno fallo subito e in fretta, che senso ha aspettare? O iniziare a straparlare?

Intanto Stiles vorrebbe attaccare, ma sto cercando di fargli evitare di fare una brutta fine.

Caroline è un kanima, ma con qualche modifica: i suoi artigli, al posto di immobilizzare, avvelenano.

Stiles non mi ascolta, è abbastanza logico, perché dovrebbe ascoltare una bugiarda? Però deve capire che non conosce il suo nemico, ma io sì, quindi faccio illuminare i miei occhi e accenno un piccolo movimento con la testa. Spero che mi dia retta. Si nasconde di nuovo dietro lo stipite della porta, grazie a Dio.

-Beh, Cecil, suppongo che sia giunta la tua ora.
-Caroline, non siamo in un film, non c'è bisogno di usare tutte queste frasi ad effetto.

Non mi risponde e, anzi, prende il vetro e lo sfila, mettendo al suo posto i suoi artigli.

Io rido.

Rido.

Potreste pensare "sarà l'adrenalina", ma no. Io rido per un altro motivo.

-Strano che tu rida in questa situazione, mentre ti cola sangue dalla bocca e sei pallida come un cadavere.
-Io rido, Caroline, perché come sempre sei distratta. Se solo fossi stata attenta alle lezioni...

Ha un'espressione confusa.

-Il corpo umano è un conduttore.

Sta per sfilare i suoi artigli dalla mia pancia, ma la precedo: faccio passare milioni di Volt attraverso il suo corpo. Esanime, cade a terra. Sento una sensazione che non percepivo ormai da quasi un mese: sono di nuovo potente, ma forse per l'ultima volta.

Stiles mi corre incontro, mi libera dalle corde e mi fa alzare.
-Ti porto da Deaton.
-Chi?
-Poi ti spiego. Non parlare, consumi energie.
Non lo ascolto.
-Da quanto tempo sei qui?
-Abbastanza.

Ha sentito tutto. Non ce la faccio più. Vedo tutto appannato di nuovo, le palpebre sono pesanti, mi gira la testa. Ho perso l'unica persona che io abbia mai amato. Ho perso Stiles. A questi pensieri non riesco più a reggermi in piedi, mi lascio cadere, ma le sue braccia mi sorreggono. Non sento più niente, se non il suono ovattato della voce di Stiles che mi chiama. Poi il nulla totale.

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