Phon Acceso

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Stiles' pov
Quale modo migliore per iniziare l'anno scolastico se non con un'ora di letteratura, no? Già stamattina ho la voglia di ascoltare qualcuno che parla di cose noiose pari a quella di un criceto morto, in più la mia jeep si è rotta... di nuovo... ma non spenderò dei soldi per portarla dal meccanico, ve lo potete scordare: il nastro adesivo risolve tutto.

Il professore non ci chiede neanche come abbiamo passato le vacanze e inizia subito a spiegare, ci mancava solo questo.
-Bene ragazzi, ben tornati, il programma di quest'anno è molto pesante, quindi oggi iniziamo subito a parlare dei lupi mannari: qualcuno sa dirmi qualcosa a riguardo?
Mi va di traverso la saliva, sgrano gli occhi e guardo Scott, come sempre rigorosamente seduto vicino a me. Mi fa segno di stare calmo e fare come se nulla fosse.

Ad un certo punto la porta dell'aula si spalanca ed entra una ragazza. È alta circa un metro e settanta, con dei capelli marroni e ricci, gli occhi scuri, un naso piccolo e carino e l'espressione divertita ma imbarazzata. Porta una maglietta bianca nei pantaloni larghi a vita alta, una camicia a quadri aperta e le Jordan. Mi basta guardarla un altro po' per notare una collana argentea e degli orecchini a cerchio dello stesso colore. Gli occhiali evidenziano un filo di mascara e osservandola attentamente posso dire che le sue labbra sono leggermente screpolate. Ha il fiatone, deve aver corso per arrivare il prima possibile. Probabilmente non ho una bella espressione in questo momento, sembrerò un imbambolato...

-Nonostante sia in ritardo, ho il piacere di presentarvi Cecil Miller, nuova alunna qui alla Beacon Hills High School. Cecil, vuoi dire qualcosa per presentarti meglio?
La ragazza prende un bel respiro prima di rispondere al prof.
-No
Mi sfugge un sorriso e lei si incammina tra i banchi a testa bassa. Realizzo che l'unico posto libero è quello vicino al mio.

Non so cosa mi prende, ma mi viene spontaneo spostare la sedia per farla sedere, ma così facendo faccio cadere per sbaglio la mia matita; sono un'idiota. Le scappa una risatina adorabile e la raccoglie. Me la passa guardandomi negli occhi e sorridendo, e realizzo di avere la bocca aperta. Intanto è già passato qualche secondo; dovrei prendere la matita, ma non riesco a muovere un muscolo mentre osservo la sua espressione che passa da divertita a leggermente confusa. Mi decido a prenderla e le nostre mani si sfiorano.

Sento una sensazione strana, simile al calore di un phon acceso... non la sentivo da tempo. Più precisamente da quando sono quasi morto per capire dove si trovava un albero magico (il Nemethon) e poi risorto. Questa sorta di "morte e resurrezione" ha causato in me la presenza di una specie di oscurità, che percepisco quasi sempre. Ma in questo attimo no. È come se mi avesse investito un fascio di luce. Guardo Cecil mentre si siede. Mi sorride. Le sorrido.

under the moonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora