Capitolo 16

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Mi alzai dal letto per andare a prendere il reggiseno in fondo alla stanza, ma qualcuno bussò.

"Un attimo." dissi, ma quel qualcuno entrò lo stesso. Mi portai le mani sul seno per coprirmi, sul ciglio della porta c'era Fabian che mi guardava con la bocca aperta.

"Ehm... ti dispiacerebbe uscire un attimo?" chiesi arrossando.

"Si, mi dispiacerebbe." disse lui mentre entrava e si chiudeva la porta alle spalle.

"Perchè fai così?" chiesi con tono quasi disperato.

"Visto che ti piacciono i ragazzi stronzi ho pensato di diventare uno di loro." disse lui sedendosi sul letto senza levarmi gli occhi di dosso. Sentivo che le guancie mi stavano andando a fuoco.

"Non devi cambiare per piacermi." dissi guardandolo.

"Vuoi dire che io ti piaccio?" disse lui con tono speranzoso.

"Si, come amico..."

"Ma io voglio essere molto più di un amico." Disse lui alzandosi dal letto.

"Fermo." dissi vedendo che si stava avvicinando a me.

"Che ci fai qui?" chiesi cercando il reggiseno.

"Ti ho sentita urlare, così mi sono preoccupato, ho visto Wrath uscire dalla camera." disse lui facendo una piccola pausa, poi riprese "Stava guardando per terra, aveva una faccia cupa, si è diretto in camera sua e si è chiuso dentro."

"Ah." dissi mentre con una mano cercavo di prendere il reggiseno.

"Non puoi rimanere così?" disse lui avvicinandosi a me.

"Cosa?" chiesi fingendo di non aver capito.

"Senza reggiseno, hai un corpo stupendo." disse lui allungando una mano sul mio fianco. Lo guardai sorpresa, era la prima volta che Fabian si comportava come Wrath.

"Non cominciare anche tu. Sono già abbastanza confusa." mi attirò a sè e sentii il suo respiro caldo sulla mia fronte, mentre con le mani cercavo di coprirmi il più possibile.

"Quindi se mi comporto come Wrath è probabile che tu perda la testa per me?" disse accarezzandomi delicatamente la guancia.

"Cosa? No!" dissi cercando di scappare dalla sua presa, ma non mi lasciò, azi mi attirò ancora di più a sè.

"Non capisco che ci vedete voi ragazze nei ragazzi come Wrath, credete di poterli cambiare? Beh, mi spiace ma non è così, Wrath è fatto così e non cambia per nessuno." Lo disse tanto freddamente che mi fece rabbrividire. Perchè mi stava dicendo quelle cose?

"Fabian, lasciami andare." dissi guardandolo negli occhi. Lui appoggiò una mano sulla mia, e la spostò delicatamente ma anche con una certa forza, voleva vedermi nuda, poi delicatamente fece la stessa cosa anche con l'altra mano, ma io le rimisi subito sul mio petto per coprirmi. Con più forza del duvuto mi spostò le mani e me le tenne ferme dietro la schiena mentre contemplava il mio seno. Cominciò a darmi dei baci, partendo dalla bocca e andando più in giù, sentivo il suo respiro caldo sulla pelle, il che mi fece rabbrividire. Mi pasciò andare le mani per poi metterle sui miei fianchi, mi alzò in modo che ttorcigliassi le gambe sulla sua vita, ma io mi rifiutavo, così mi costrinse con la forza, dopo di chè mi appoggiò delicatamente contro il muro e con il bacino spingeva sempre di più verso di me, sentivo la sua erezione in mezzo alle gambe. Sapevo di avere la faccia più rossa di un pomodoro.

"Fabian..." dissi cercando di spingerlo via da me. Mi baciò e cominciò a sbottonarsi i bottoni dei jeans.

"No." dissi cercando si mandarlo via da me, ma era troppo forte in confronto a me. Così pensando di non avere altre chance gli tirai un pugno lì dove non batte sole. Si piegò in due, e disse qualcosa che non riuscii a capire, stavo correndo verso il bagno del corridoio, entrai ma notai che non c'erano le chiavi per chiudere la porta, così mi precipitai nelle altre stanze, ma anche quelle senza chiavi. C'era un'unica possibilità, andare da Wrath a chiedergli aiuto. Corsi davanti alla camera di Wrath e cominciai a bussare forte, appena Wrath aprì mi fiondai su di lui, mi rialzai velocemente e chiusi la porta a chiave. Fuori c'er Fabian che bussava e che stava per tirare giù la porta. Dopo un po' la smise capendo di non poter tirare giù la porta a forza di pugni.

"Quando hai detto che se avevi voglia di fare sesso avresti bussato alla mia porta non credevo stessi parlando sul serio." Disse contemplandomi, era ancora per terra, si era messo a sedere. Lo guardai chiedendomi come mai stesse dicendo così, solo dopo capii: addosso avevo solo le mutande, il petto era scoperto. Mi portai subito le mani al petto.

"Non mi guardare!" Urlai, con mia grande sorpresa Wrath si alzò, andò nella cabina armadio, prese una sua maglietta e me la porse

"Grazie." sussurrai. Wrath mi guardò poi andò nel suo letto, stava ascoltando della musica, con un gesto spontaneo mi avvicinai al suo letto.

"Aspetta, cosa vuoi fare?" disse Wrath guardandomi confuso.

"Voglio andare a dormire?" chiesi ironicamente mentre mi infilavo sotto le coperte, lui mi guardò un po' confuso, ma non disse niente. Misi uno dei tanti cuscini di Wrath in mezzo al letto.

"Questa è la linea di confine. Quella parte -indicai la parte incui era sdraiato Wrath- è la tua, mentre questa -indicai la mia parte- è la mia. Non provare a superarla." dissi.

"Il letto è mio -buttò per terra il cuscino- , quindi o tu dormi per terra o ti adatti ai miei spazzi, disse per poi sdraiarsi sopra di me. Il cuore mi batteva a mille, sentivo il corpo bruciarmi, i brividi percorrere il mio corpo come l'elettricità percorre i cavi. Sentivo il suo cuore che batteva contro il mio petto e lui sentiva il mio cuore contro il suo petto.

"E' stato gentile quello che hai fatto." dissi appoggindo una mano sulla sua schiena, avevo fatto quel gesto senza neanche pensarci, quando capii cosa avevo fatto spostai la mano dalla sua schiena.

"No, rimetti la mano lì dov'era." disse. abbandonò la testa sul mio collo e si addormentò come un angioletto. Ripensando alla scena di qualche mattina fa mi venne da ridere ma mi trattenni, non volevo svegliarlo. Non dormii praticamente niente, Wrath mi stava schiacciando e io non volevo spostarlo perchè mi sentivo protetta, mi sentivo bene e il mio cuore non faceva altro che martellarmi nel petto, a momenti credevo che mi esplodesse il petto. Mi addormentai nel suo odore, con quella massa muscolare sopra di me che russava.

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