Capitolo 21

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Trascorrevo maggior parte del tempo in camera mia dopo quello che è successo con Wrath e Fabian. Uscivo dalla mia camera solo per mangiare. Quando incontravo Fabian o Wrath abbassavo sempre lo sguardo. Avevo trovato dei vecchi libri pieni di polvere, per trascorrere il tempo avevo deciso di leggerli. Non erano brutti, ma non erano neanche i miei preferiti.
"Forza! Svegliati!" Disse Wrath entrando in camera mia. Mi misi a sedere e lo guardai incuriosita. Erano giorni che non mi rivolgeva la parola, questo suo gesto mi lasciò un po' sorpresa.
"Che cosa vuoi?" Chiesi un po' troppo bruscamente.
"Sta sera verrà mio padre e il consiglio. Vogliono parlare di te e di tuo padre quindi tu sarai presente." Disse con tono altezzoso mentre camminava per la mia stanza.
"E allora?" Dissi io alzando un sopracciglio.
"Volevo solo dirti di indossare qualcosa di elegante." Disse Wrath buttandosi sul letto a pochi centimetri da me. Di scatto io mi alzai, come quando si mette una mano sul fuoco e la si toglie subito per evitare di bruciarsi, un gesto automatico e naturale.
"Vado a fare una doccia." Gli dissi mentre mi muovevo per la stanza in cerca dell'occorrente. Wrath mi seguiva con lo sguardo, qualsiasi cosa facessi lui mi guardava un po' curioso. Si era messo comodo sul mio letto, con la testa appoggiata alla mano.
"Ti serve altro?" Chiesi io nervosa. Odiavo essere osservata, specialmente da qualcuno che mi mette a disagio come Wrath.
"No, non mi serve nient'altro." Disse lui facendo una smorfia. Alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso il bagno. Aprii la porta e la richiusi alle mi spalle. Misi una mano sulla serratura in cerca della chiave e stranamente la trovai. Sollevata girai la piccola chiave e cominciai a svestirmi.
L'acqua calda della vasca era così accogliente che sarei rimasta volentieri tutto il giorno immersa in quella mini piscina. I pensieri mi attraversavano la testa come treni, mi sentivo male a pensare a quello che sarebbe successo quella sera. Dovevo stare in mezzo a degli uomini che volevano me e mio padre morti. Non era una bella situazione. Di sicuro non mi avrebbero ammazzata. Wrath non lo permetterebbe mai, o almeno è quello che credo, poi non so quanto effettivamente si avvicini alla realtà. Immersi la testa sotto l'acqua e cominciai ad urlare, a svuotare i miei polmoni pieni di aria sporca e di problemi. Potrei morire annegata, ma non credo sia l'idea migliore. Riemersi fuori dall'acqua facendo dei grandi respiri. Non ero rimasta sotto l'acqua più di tanto, ma mi era bastato per farmi mancare l'aria. Uscii dalla vasca e mi vestii. Indossavo una maglietta un po' volgare, diceva «mi farei volentieri il principe Blackhall» questo Blackhall sarà sicuramente un giovane immaginario, un personaggio di un libro amato da migliaia di ragazze eccitate. In ogni caso avevo solo quella maglietta in quel momento. Non potevo uscire in reggiseno. Mi infilai i pantaloni velocemente e uscii dal bagno. Lungo il corridoio c'era Fabian. Mi guardò un istante e poi riabbassò lo sguardo. Ci passammo accanto, sentii qualcosa sfiorarmi la spalla e alzai la testa. Fabian mi stava sorridendo amorevolmente, forse un po' troppo amorevolmente.
"C'è qualche problema?" Chiesi facendo un sorriso per sembrare rilassata, cosa che assolutamente non ero.
"Wrath ti stava cercando. È giù sulla porta d'ingresso." Disse facendomi un sorriso. Io alzai un sopracciglio, mi sembrava strano che fosse così gentile dopo quello che sa su di me. Fabian andó avanti per la sua strada mentre io raggiunsi i gradini che portavano all'ingresso. Wrath stava salutando tutti i membri del consiglio che entravano dalla porta, gli stringeva la mano e faceva un sorriso amorevole e allo stesso tempo duro. Scesi le scale mentre tutti si giravano a guardarmi. Sicuramente tutti sanno che sono la figlia di Paul così mi stanno sbranando solo con lo sguardo.
"Wrath, Fabian mi ha detto che mi cercavi, cosa succede?" Chiesi gentilmente avvicinandomi a Wrath. Lui non rispose, appena mi guardò mi corse incontro e mi afferrò per un braccio.
"Ahi! Mi fai male!" Dissi cercando di divincolarmi dalla sua presa mentre mi trascinava su per le scale. Molti ci guardavano e ridevano, ma io non capivo il perchè, cosa c'è di buffo nel vedere qualcuno che strattona qualcun altro? Wrath mi portò in camera mia, entrato si chiuse la porta alle spalle e mi buttò sul letto.
"Che diavolo hai nella testa!?" Mi chiede Wrath muovendosi nervosamente per la stanza.
"Fabian mi ha detto che dovevi parlarmi così sono venuta da te." Dissi io confusa. Non capivo il perchè di quel trattamento, non avevo fatto nulla di male.
"No, perchè ti sei messa quella maglietta!? Almeno sai chi è Blackhall?" Mi chiese fermandosi davanti a me.
"Un personaggio di un libro?" Chiesi cercando di indovinare. Wrath si mise a ridere e abbassò la faccia, i nostri nasi quasi si toccavano.
"No. Io sono il principe Blackhall." Disse lui facendo un sorriso malizioso.
"Wrath Blackhall... Cazzo." Dissi allontanatomi da lui.
"Con quella maglia stai per caso cercando di dirmi che vorresti stuprarmi?" Mi domandò Wrath alzano un sopracciglio.
"Cosa!? No. Credevo che 'Blackhall' fosse un personaggio di un libro." Dissi innervosendomi.
"Peccato, perchè se tu mi vorresti stuprare sicuramente non opporrei resistenza." Disse avvicinandosi a me pericolosamente.
"Devo cambiarmi! Vattene." Dissi spingendolo via. Ero davvero imbarazzata, le guance mi stavano andando a fuoco e sentivo la rabbia ribollirmi nelle vene. Wrath mi fece un occhiolino, poi se ne andò. Sospirai per il sollievo quando sentii la porta chiudersi, cominciai a spogliarmi e aprii l'armadio. Trovai un biglietto appoggiato a un vestito blu.

Ciao, per la serata del consiglio mettiti questo. Oggi sono in vacanza quindi non posso aiutarti.
-Anna P.

Troppo gentile. Non ho fatto molta amicizia con lei, ma solo per colpa di Wrath, secondo lui la servitù non deve avere degli amici di alto rango. Presi il vestito e me lo misi. Era blu, aderente e corto ma non troppo, mi arrivava appena sopra al ginocchio e sulla coscia sinistra c'era uno spacco. Presi un paio di ballerine, ma guardando meglio dentro l'armadio notai delle scarpe con il tacco che si abbinavano perfettamente al vestito, così decisi di mettere quelle al posto delle ballerine. Quando uscii dalla porta della mia stanza davanti a me trovai Fabian.
"Stavo giusto per chiederti di aprire la porta." Mi disse lui sorridendo. Io alzai gli occhi al cielo e gli passai accanto tirandogli una spallata. Fabian mi prese per una mano e mi trascinò verso di sé.
"Non volevo farti arrabbiare, volevo solo che Wrath vedesse quella maglietta." Mi disse lui sottovoce all'oreccho.
"Ma dove le comprate le cose? Su Sgualdrinella.com?" Mi liberai dalla sua presa e scesi per le scale dirigendomi verso la sala in cui c'era stata la riunione la scorsa volta. Appena entrai notai che molti membri erano già seduti ai loro posti, io non sapendo dove sedermi rimasi in piedi in attesa di Wrath. Quando lui entrò i membri seduti si alzarono e poi si risedettero quando Wrath gli fece un cenno con la testa.
"Dove devo sedermi?" Gli chiesi con tono annoiato. Lui mi indicò un posto vicino al capotavola, così mi misi comoda sulla grande sedia che sembrava più una piccola poltrona.
La sala era decorata di rosso, le tende che coprivano le grandi finestre erano rosse e oro, sul tavolo c'erano delle rose rosse, la tovaglia era rossa e le poltroncine che sostituiscono delle normali sedie erano rosse. Tutto in rosso, rosso sangue, si disse la mia mente. Attesi che tutti i membri del consiglio si sedettero ai loro posti. Sulla mia sinistra c'era Wrath, che stava vicino al capotavola, mentre alla mia sinistra c'era Fabian. Incrociai il suo sguardo ma lui spostò gli occhi subito lontani dai miei. Eravamo tutti seduti in silenzio, in un silenzio imbarazzante, almeno per me. Il posto di capotavola era libero, ma sapevo già a chi era riservato: al re, al padre di Wrath. Le porte che dividevano la stanza dall'atrio con la porta d'entrata si spalancarono, entrò una figura che si mise davanti alla sedia del capotavola. Tutti i membri del consiglio si alzarono, io compresa anche se un po' in ritardo. La figura fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti fino ad appoggiare lo sguardo su di me.
"Bene. Grazie per essere venuti." Disse il re. Io ero già pronta a sedermi, ma quando stavo per sedermi Wrath mi afferrò per il braccio e mi tirò di nuovo in piedi. Tutti mi osservarono schifati, avranno pensato che oltre ad aver ucciso la regina sono anche una maleducata che non rispetta le formalità. Ma a me non interessa ciò che loro pensano.
"Siamo qui per discutere sul signore Paul Huston e sua figlia, Elisabeth Huston." Disse il re. Per un momento mi sembrò di essere nel medioevo, mancavano solo i vestiti di quell'epoca e c'eravamo. Il re fece un cenno con la testa e tutti si misero a sedere. I piatti arrivavano caldi e deliziosi. Durante la cena notai che nessuno parlava di politica, sembrava di essere a un grande cenone di famiglia, io ero l'intrusa, non c'entravo niente con loro, infatti mi ignoravano come se non fossi lì con loro. Finita la cena il re cominciò a discutere su quali potrebbero essere le punizioni per me e per mio papà, parlava con tono freddo e distaccato. Potevo difficilmente notare delle emozioni nella sua voce. Sembrava un po' arrabbiato, potevo capirlo perfettamente, ma poi ascoltando meglio non notai nessuna sfumatura di rabbia nella sua voce, molto probabilmente mi ero immaginata tutto.
"Io dico che dobbiamo ucciderli! Come loro hanno ucciso la regina." Disse un uomo anziano dall'aria stranamente pacifica.
"Dobbiamo rinchiuderli nelle prigioni e lasciarli marcire lì!" Disse uno un po' più giovane.
"Io credo che prima dovremmo trovare un modo per prendere Paul Huston." Disse Wrath a un certo punto. La sua voce era esattamente come quella di suo padre, fredda, distaccata e senza emozioni. Quando disse quelle parole io non ci potei credere, volevo urlargli contro. Ma l'unica cosa che riescii a fare fu spalancare gli occhi.
"Concordo pienamente con mio fratello." Disse Fabian alzandosi in piedi.
"Abbiamo sua figlia, verrà qui di sicuro." Disse Fabian guardandomi. Quando i nostri sguardi si incrociarono io spostai gli occhi da un'altra parte e misi le mani incrociate al petto. Tutti cominciarono ad annuire.
"Cosa vi farà pensare che mio padre verrà qui?" Chiesi io bruscamente alzandomi dalla sedia.
"Perchè ci sei tu, sarai tu a chiederglielo." Disse il re appoggiando le mani sul tavolo.
"Io non collaborerò con voi, volete uccidermi perchè mai dovrei collaborare?! Non dirò mai a mio padre di venire qui." Sbraitai. Ero davvero arrabbiata, quasi non ci vedevo più dalla rabbia. Spostai la poltroncina e uscii dalla grande sala. Corsi in camera mia e mi buttai sul letto. Le lacrime mi scendevano come tante goccioline di pioggia durante un temporale. Non riuscivo più a smettere di piangere. Volevo urlare. Soffocai delle urla nel cuscino. Con la faccia immersa dentro il cuscino bagnato dalle mie lacrime mi addormentai.

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