Capitolo 20

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Quella notte non dormii molto, anzi non dormii affatto. Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto, avevo tanta paura.
Guardai l'ora: tre in punto di mattino. Visto che il sonno sembrava essere il mio peggior nemico decisi di andare a fare una vasca. Presi l'intimo, i vestiti e uscii dalla mia stanza. Chiusa la porta alle mie spalle mi incamminai verso il bagno, ma prima ancora di fare un passo mi scontrai contro qualcosa, anzi qualcuno.
"Che ci fai sveglia a quest'ora?" Mi chiese Wrath.
"Che ci fai fuori dalla mia camera alle tre di notte?" Chiesi io alzando un sopracciglio. Ero terrorizzata, sicuramente voleva uccidermi nel sonno, così da non avere il problema dei miei lamenti o delle mie suppliche.
"Rispondi prima tu." Disse con tono freddo. c'era poca luce, ma abbastanza per vedere che aveva appena incrociato le braccia.
"Volevo farmi una doccia. Ora rispondi tu." Dissi imitandolo e incrociando le braccia.
"Volevo controllarti, non so perchè ma credo che cercherai di scappare, e se ti beccassi mentre cerchi di scappare sappi che sarai costretta a rimanere nella mia camera giorno e notte." Disse lui. Notai un luccichio nei suoi occhi.
"Posso andare a farmi una doccia o vuoi rimanere qui a conversare per sempre?" Chiesi ironica. Lo vidi mentre si spostava per lasciarmi passare e lo vidi accennare a un piccolo sorriso. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, poi entrai in bagno. Misi una mano sulla serratura in cerca della chiave, ma niente, anche quella era stata requisita. Optai per l'idea di farmi una vasca in intimo, così se fosse entrato qualcuno non ci sarebbero stati problemi. Riempita la vasca con tanta acqua calda quanto bagnoschiuma entrai nell'acqua calda molto lentamente. Mi sdraiai dentro la vasca e chiusi gli occhi. Volevo solo rilassarmi un po'.
Sentii la porta del bagno aprirsi e chiudersi, aprii gli occhi e vidi Wrath mentre si tirava giù i boxer.
"Ma per carità! Potresti evitare di fare il pervertito alle tre di mattina?"
"No." Disse lui con voce seccata e ferma. Si immerse nella vasca da bagno, sentivo i suoi piedi accarezzarmi le gambe.
"Ti ricordo che sono molto gentile con te, soprattutto dopo quello che ho scoperto ritieniti fortunata ad essere ancora viva." Disse facendo un grandissimo sorriso falso.
"Hai detto qualcosa a Fabian?"
"No, dovrai dirglielo tu."
"Cosa!? Perché io?! Scordatelo." Dissi facendo di 'no' con la testa.
"Gli hai spezzato il cuore troppe volte ora devi dirglielo prima che sia qualcun altro a farglielo sapere." Disse serio.
"Magari quel QUALCUN ALTRO potrebbe starsene zitto no?"
"Hai due giorni per dirgli la verità, scaduto il tempo se non glielo avrai detto interverrà QUALCUN ALTRO." Sapevo che era serio, non mi avrebbe dato più tempo, al limite l'avrebbe diminuito. Ma tentai comunque di ribattere.
"Solo due giorni? Ma sei fuori!? È pochissimo! Devo preparare un discorso per non farlo incazzare."
"Oh, fidati di me, sarà arrabbiato comunque, in qualsiasi modo tu glielo dica. Comunque hai due giorni e basta, non un minuto di più." Disse con tono freddo.
"Perché tu non sei arrabbiato?" Chiesi dolcemente.
"Io sono arrabbiato, vorrei schiacciare quella tua testolina fino a farti uscire il cervello dal naso, ma non ci riesco, tutte le volte che ti vedo impazzisco, hai quell'aria da innocente e io ci casco sempre. Io sono molto arrabbiato con te. Sai che c'è ancora la pena di morte nel mio regno?"
"Stai cercando di mettermi paura per caso?" Chiesi alzando un sopracciglio.
"No, ti sto solo informando." Disse Wrath facendo un sorriso.
Mentre con le mani cercavo di alzarmi per uscire dalla vasca da bagno notai che Wrath si illuminó, non aveva notato che indossavo degli slip e il reggiseno, c'era troppa schiuma per vedere sotto l'acqua. Appena riuscii a mettermi in piedi notai che Wrath faceva una finta faccia delusa.
"Sono così prevedibile?" Disse mordendosi il labbro.
"Mh... Si, sei TANTO prevedibile." Dissi mentre mi mettevo l'asciugamano. Uscii dal bagno senza neanche guardare Wrath. Andai in camera mia e mi vestii, poi iniziai a pensare a cosa dire a Fabian. Volevo prima chiedergli cosa avrebbe fatto alla famiglia di Paul (mio padre) se avesse l'opportunità di averlo tra le mani, poi in base alla risposta avrei deciso come continuare il discorso. gli avrei parlato quella mattina stessa, alle dieci sarei andata in camera sua e gli avrei parlato.
Ogni minuto che passava mi sembrava un'eternità. Quando arrivarono le nove e mezza non riuscivo più a trattenermi. Sospirai e uscii dalla mia camera. Quando bussai alla porta di Fabian non ci fu nessuna risposta, così entrai. Mi avvicinai al letto cercando di fare meno casino possibile. Lo vidi mentre dormiva beatamente, non volevo svegliarlo. Così mi incamminai verso l'uscita, ma per mia pura sfiga feci cadere un bicchiere dal tavolino che non avevo neanche notato. Fabian si mise a sedere in un batter d'occhio, come se qualcuno avesse appena sparato.
"Buongiorno." Dissi mentre la mia faccia diventava più rossa di un pomodoro.
"Uh, sei tu, mi hai fatto prendere un colpo." Disse sorridendo.
"Ti devo parlare..." Dissi guardando per terra.
"Accomodati." Mi fece gesto di sedermi vicino a lui sul letto.
"Posso chiederti una cosa?"
"Certo."
"Cosa faresti se avessi tra le mani un membro della famiglia di Paul Huston?" L'avevo detto tutto di un fiato.
"Perché sei la figlia di Huston?" Disse lui ironico ridendo. Io non potei fare altro che abbassare lo sguardo e stare zitta.
"Sei la figlia di Huston?" Il suo sarcasmo era svanito, si era fatto molto più serio e cupo.
"... Si." Dissi quasi sottovoce, ma lui lo sentì lo stesso.
"Cosa!? Perché non me lo hai detto!?" Disse con tono disgustato.
"Perché non mi sembrava importante."
"NON TI SEMBRAVA IMPORTANTE!?"
"No..." La mia voce quasi si rifiutava di uscire dalla mia bocca, volevo andarmene e finire la conversazione.
"Wrath lo sa?"
"Si."
"Certo che lo sa, lui sa sempre tutto. scommetto anche che non ti ha fatto niente." disse arrabbiato. In realtà mi ha tirato una sberla, ma vabbè disse la mia voce interiore. Feci per scendere dal letto, ma Fabian mi bloccó.
"Non la passerai liscia, ci vendicheremo per ciò che avete fatto." Parlava con voce piena di odio, distaccata come se non fosse lui a parlare. Sentivo che la sua presa si stava stringendo intorno al mio polso, così urlai e cercai di fargli mollare la presa. Ma niente, mi teneva come ammanettata.
"Fabian calmati, non ho fatto niente, non sono stata io a uccidere tua madre e molto probabilmente non è stato neanche mio padre, lui non farebbe mai una cosa del genere." Dissi cercando di trattenere le lacrime.
"Una fonte attendibile ha fatto il nome di tuo padre e noi ci crediamo." Disse con voce fredda.
"E se stesse mentendo? Se avesse visto male o sentito male?" Fabian mi scrutò, poi come schifato mi lasciò andare il polso. Abbassai lo sguardo sul mio polso e notai una linea rossa lì dove Fabian l'aveva stretto. Mi accarezzai il polso e corsi a cercare Wrath. Lo trovai in cucina mentre sgranocchiava una mela.
"Ecco. Fatto. Ho detto tutto a Fabian e non ha reagito per niente bene." Dissi sedendomi di fronte a Wrath. Lo vidi mentre sorrideva, era un sorriso soddisfatto, orgoglioso. Allora capii.
"Aspetta un attimo, tu SAPEVI che avrebbe reagito così., volevi che gli rompessi il cuore, ma perchè? Perché l'hai fatto?" Le parole mi uscirono di bocca come veleno.
"Per due motivi: il primo perché volevo vendicarmi per quello che ha fatto la tua famiglia a mia madre e come secondo motivo perché ero geloso, ti guarda sempre con quegli occhi da innamorato, ho paura che riesca a conquistarti." Disse lui mordendo la mela. Rimasi esterrefatta.
"Direi che fai bene ad avere paura brutto stronzo figlio di..." Wrath mi guardò alzando un sopracciglio come se mi volesse sfidare a dire quella parola, ma io non ci riuscii. Uscii dalla cucina e corsi in camera mia. Mi sentivo tremendamente vuota e il mondo mi stava schiacciando, comprimendo quel vuoto dentro di me, lasciando dentro di me il vuoto più assoluto. Nemmeno l'aria non c'era più.

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