Capitolo 17

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Mi svegliai di soprassalto, sentivo un vuoto nel letto: Wrath non c'era più. Mi guardai intorno un po' spaesata, ricordai la sera prima e quello che era successo con Fabian, rabbrividii al ricordo delle sue mani su di me. Scesi dal letto e andai in camera mia, mi vestii e appoggiai la magli di Wrath sotto il cucsino, volevo ricordare quel suo gesto tanto gentile.

Scesi le scale sperando di non incontrare Fabian, e fortunatamente non lo incontrai. Wrath era in cucina che cucinava delle uova tutto felice.

"Giorno." dissi stiracchiandomi.

"Dormito bene?" Mi chiese Wrath con un sorrisetto malizioso.

"A dire il vero no, c'era una massa muscolare sopra di me, non riuscivo a respirare." dissi scherzando, ma vidi Wrath diventare cupo, ma appena capì che stavo scherzando mi rivolse un sorriso. Dalla porta della cucina spuntò Fabian, in mutande, che si stiracchiava e sbadigliava.

"Buongiorno." Disse velocemente per poi addentare una brioche. Appena lo vidi mi irrigidii e mi affrettai a mangiare per poi andarmene. Corsi su per le scale e mi rifugiai in camera mia, sperando che nessuno venisse a farmi visita.

"Posso entrare?" Disse Fabian, fuori dalla porta.

"No." dissi freddamente, ma lui entrò comunque.

"Senti, scusa... non so che mi è preso ieri, non accadrà mai più, te lo giuro."

"Vattene." Riuscii appena a dirlo, poi le lacrime presero il sopravvento e un'ondata di gelo mi trafisse il cuore.

Sentii la porta dietro di me chiudersi, mi girai, la stanza era vuota. Sospirai per il sollievo. Presi un asciugamano, l'intimo, una maglietta e dei jeans e andai a farmi una vasca calda. Mentre galleggiavo nella grande vasca da bagno i pensieri più negativi presero il sopravvento, pensai a mio padre e alla mia famiglia, pensai a me bloccata in quella casa con quei due maniaci, pensai ai miei amici. Chissà come stanno andando le ricerche su mio padre, speravo che stessero andando male, non volevo essere scoperta. Mi alzai dalla vasca da bagno, mi asciugai e mi vestii. Dopo di chè scesi nel grande salone, non sapevo cosa fare, così cominciai a curiosare in giro. Mi ricordai che la casa aveva tre piani, ma non ero mai stata al terzo piano, così cominciai a cercare le scale. Dietro a una porta c'erano delle piccole scale che portavano al piano di sopra, le salii velocemente, morendo dalla curiosità. Appena aprii un altra porta che separava le scale dalla soffitta rimasi a bocca aperta: c'erano scatoloni ovunque, dei grandi teloni bianchi erano messi sui divani non più in uso, c'era un sacco di polvere e in un angolo della stanza c'erano un sacco di dipinti. Mi avvicinai a essi, nella maggior parte dei dipinti era raffigurata una donna: aveva i capelli rossi, gli occhi azzurri e portava una corona. Guardai più attentamente in mezzo ai quadri e ne individuai un che mi colpì maggiormente: un uomo, molto probabilmente il re e una donna, uguale al ritratto di prima, la donna guardava verso il pittore, mentre l'uomo guardava la donna: la guardava con amore, con occhi colmi di un sentimento a me sconosciuto, lui a differenza della donna era concentrato a guardare la donna, come se stesse guardando un animale raro, unico. Sorrisi pensando a quanto il re era felice (o almeno sembrava) nel dipinto, poi pensai a come è ora, un uomo cupo, con occhi privi di qualsiasi emozione, la morte della moglie doveva averlo distrutto. Rimisi apposto i dipinti e andai a frugare in un baule, dentro vi trovai un abito da sposa, era magnifico. Rovistando ancora un po' trovai delle lettere, parlavano di sentimenti e di lontananza, il re era molto poetico, e da quello che riuscii a capire la regina era una donna molto amata e solare.

"Che ci fai quassù?" Chiese una voce in lontananza, mi girai verso di essa e cercai di mettere a fuoco la persona che era davanti alla porta delle scale, ma era troppo buio per focalizzare l'immagine.

"Chi è?" chiesi.

"Sono io sciocchina." disse la voce ora familiare, era Wrath.

"Che ci fai quassù?" richiese.

"Non sapevo cosa fare, non mi avete detto dove posso andare e dove non posso andare, così sono salita quassù per curiosare un po'." dissi rimettendo apposto le lettere.

"Non puoi salire qui, capito?" disse Wrath arrabbiato.

"Okay." dissi camminando verso Wrath che mi guardava severo. I suoi occhi mi fissavano cupi. Aprì la porta e scese le sale con agilità e velocità, così per farli capire che io non ho il corpo di un'ottantenne cominciai a saltare giù per le scale con velocità.

"Sta attenta." disse Wrath guardandomi, era già arrivato alla fine delle scale, mentre io non ero neanche a metà, così cominciai andare più veloce, e in un batter d'occhio mi ritrovai sopra Wrath. Ero caduta, e ora ero sdraiata sopra a Wrath che con le mani mi teneva i fianchi.

"Cosa ti avevo detto? Sei peggio dei bambini!" Disse lui guardandomi un po' divertito e un po' arrabbiato. Alzai gli occhi al cielo e mi alzai.

"Tutto apposto?"

"Si." dissi sistemandomi i vestiti. Andai in camera mia, mi riposai un po' e poi immersa nella noia ricordai della stanza dove c'era la tv, potevo svagarmi un po' guardando la tv. Scesi di corsa le scale, aprii la porta e con mia grande sorpresa vidi Wrath che giocava con la playstation.

"A che giochi di bello?" Chiesi.

"Call of duty." disse lui concentrato a uccidere un avversario. Conoscevo quel gioco, ci giocavo spesso con il mio migliore amico Mike, ero diventata anche piuttosto forte.

"Posso giocare?" Chiesi sedendomi per terra vicino a lui. Wrath mi fissò e poi mise in pausa.

"Che ci guadagno?"

"In che senso?"

"Se vinco io dovrai fare una cosa a mia scelta, mentre se vinci tu ti lascierò in pace per due giorni." Disse lui facendo un sorrisetto malefico. Ero abbastanza forte a quel gioco, di sicuro lui essendo il principe ed essendo molto indaffarato non aveva tempo per diventare un bravo giocatore.

"Ci sto." dissi stringendogli la mano per chiudere il patto. Wrath decise che dovevamo giocare per tre partite, chi faceva più uccisioni in una partita vinceva il round, e chi vinceva più partite vinceva la sfida. La prima sfida la vinsi io con quindici uccisioni, mentre lui ne aveva fatte solo cinque. Sarà un gioco da ragazzi vincere contro di lui pensai tra me e me. Finita la seconda partita vinse lui con trenta uccisioni, mentre io ne avevo fatte venticinque.

"Ci sto andando piano perchè mi fai pena." disse lui tirandomi un colpetto sul braccio. Non poteva vincere, non dopo quello che avevamo scommesso. L'ultima partita fu proprio un fallimento, Wrath fece cinquanta uccisioni mentre io ne feci solo venti, non ero pronta per quello che mi aspettava, volevo tirarmi indietro, ma ormai il nostro patto era fatto. Lo guardai triste.

"Non mi guardare così, anzi rallegrati, sta notte dormirai con me." disse lui alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza.

"Ma come diavolo fai ad essere così forte?!" Chiesi arrabbiata.

"Oh, piccoli trucchetti." disse lui facendomi l'occhiolino per poi lasciarmi sola nella stanza. Dovevo aspettarmelo, lui ha sempre un asso nella manica, lui ti fotte sempre. Cercai di prepararmi mentalmente per quella sera.

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