Parte 2
Till the end of lineIris era da sola in una stanza d'ospedale che non riconobbe: probabilmente non era ben accetta alla torre in questo momento, e chissà se lo sarebbe mai stata di nuovo, pensò, dato che altrimenti sarebbe stata nella sua solita stanza allestisca a mo di clinica, dove finiva decisamente troppo spesso da un po' di tempo a questa parte. Non poteva fare a meno di guardare fuori dalla finestra situata alla sua destra: il cielo aveva assunto un colore rosato, le nuvole chiare sembravano dipinte a mano, uno stormo di passaggio che si alzava da uno dei tetti catturò la sua attenzione.
«Salve, signorina Iris, posso parlarle?» richiamò la sua attenzione una dottoressa, riportandola alla sua stanza: le quattro pareti asettiche e spoglie, l'armadietto di latta, il letto scomodo e soprattutto l'odore di disinfettante tipico degli ospedali.
«Certo, mi dica pure.» rispose, rivolgendosi verso di lei.
«Sono felice che si sia svegliata, finalmente. Le abbiamo fatto delle analisi mentre era incosciente, in questo momento abbiamo ricevuto i risultati, posso comunicarli a lei, oppure preferisce che lo dica ad un suo collega?» con suo collega probabilmente intendeva un membro degli Avengers, ma Iris non era sicura che potesse ancora rientrare in quella categoria.
«Può tranquillamente dire tutto a me, sono perfettamente in grado di comprendere.» rispose la corvina con una punta d'irritazione nella voce ed il labbro superiore contratto in una smorfia. Faceva un po' fatica a parlare e probabilmente non era al cento per cento, ma di certo non era diventata stupida.
«Abbiamo confrontato le analisi con quelle che aveva sostenuto qualche tempo fa con il dottor Banner: sebbene lei risulti perfettamente in salute, la sua gamma di radiazioni è variata.» iniziò a spiegare la dottoressa, mentre di tanto in tanto dava uno sguardo a degli appunti.
«In poche parole?»
«Beh, signorina, per quanto mi compete affermare, ritengo che lei abbia perso la fonte dei suoi poteri.»
«È impossibile. Io sono nata con quei poteri.» le rispose Iris, incredula. Tutto, ma non quello.
«Mi dispiace, ma credo che le cose stiano così. Anche i suoi tempi di ripresa sono stati più lunghi del solito ed il suo metabolismo pare essere rallentato.»
«E questo che vuol dire?» le chiese ancora, rassegnata all'ennesima batosta.
«Credo che lei stia invecchiando più velocemente di quanto abbia fatto fino ad ora. Non credo che arrivi ai nostri ritmi, ma sicuramente sono più rapidi di quelli a cui è abituata. Mi dispiace tanto, non deve essere facile per lei.»
La dottoressa guardò Iris in cerca di una risposta, di un segno che le facesse capire che la ragazza avesse effettivamente compreso quello che le era appena stato detto, eppure la corvina non accennava a muoversi o a parlare o semplicemente a sbattere le palpebre. Le sue labbra semiaperte tradivano una certa sorpresa, ma non più di questo. Sembrava quasi che fosse diventata una statua.
«La lascio sola, credo abbia molto su cui riflettere e da assimilare. Per qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi, le basterà premere il pulsante sul comodino. Provvederò subito ad avvisare che si è svegliata. Sa, il signor Barnes viene a trovarla praticamente ogni giorno. Tra poco ci sarà l'orario delle visite, ma per oggi possiamo fare un'eccezione e farlo venire prima.» le disse, indicando il pulsante alla sinistra di Iris, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Per la prima volta in vita sua si sentiva debole - non solo psicologicamente, come quando aveva conosciuto Bucky, ma anche fisicamente - e impotente. Impotente. Quella era sicuramente la parola giusta. Non sapeva quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva parlato con il moro, né ricordava esattamente che cosa si fossero detti. Si lasciò sprofondare nel cuscino, mentre ripensava a quando si era svegliata per la prima volta, cercando di mettere insieme i pezzi. Probabilmente era riuscita a riavere quel momento di lucidità con l'ultima briciola dei suoi poteri, dopodiché si era addormentata del tutto. Gli aveva detto che lo amava e sapeva che era vero, ma in questo momento non voleva avere a che fare con nessuno, nemmeno con lui.
«Non si preoccupi, non voglio disturbare la sua routine. Gli faremo una sorpresa quando viene qui, va bene?» la corvina provò a far cambiare idea alla donna.
«È un'ottima idea, signorina. Va bene. Allora si riprenda con calma. Ci vediamo dopo» si congedò la dottoressa.
Se Iris voleva avere tempo per pensare, doveva stare lontana dagli Avengers. Lontana da lui.
Si mosse a fatica, aprì l'armadietto di latta della stanza e al suo interno trovò un cambio, si diresse verso il bagno e con un po' di fatica si sciacquò il viso e lo indossò. Era una strana sensazione, quella che provava in quel momento: perfino la gravità sembrava avere un peso maggiore, non riusciva a pensare ad altro se non alle parole della dottoressa. Invecchiare a ritmi più rapidi. Guarigione più lunga. Poteri assenti. Le sembrava di essere in un qualche girone dell'inferno, colpita dalla legge del contrappasso, come nella Divina Commedia di quell'autore midgardiano di cui non ricordava il nome.
Si guardò allo specchio e non si riconobbe: era visibilmente dimagrita, le clavicole sporgevano dalla pelle, rendendola un po' spigolosa, le dita sembravano ancora più affusolate e i suoi zigomi risaltavano più del dovuto sulla pelle pallida. I capelli erano puliti, ma assomigliavano ad una massa informe che provò a gestire con le mani, ma non con i migliori risultati.
Anche i suoi occhi le sembravano diversi, spenti, come se avessero anche loro perso potere come era successo a lei.
Tentò di evocare una piccola sfera di energia oscura. Niente. Riprovò ancora. Niente. Espirò a fondo, ci riprovò ancora, tenendo gli occhi chiusi. Impiegò un po' di tempo ad aprirli, ma non successe ancora nulla.
Aveva bisogno di una pausa, non si sentiva pronta ad affrontare tutto quello che la attendeva al di fuori di quella stanza che puzzava terribilmente di disinfettante. Fece l'unica cosa che le sembrava giusta in quel momento: sparire senza lasciare tracce.
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It cannot be all there | Bucky Barnes
AdventureDal capitolo 1: «Voglio che tu ti unisca agli Avengers, in caso di necessità, questo mondo ha bisogno di difensori, e tu potresti essere essenziale in uno scontro. Ne va anche della tua sicurezza: se la Terra fosse distrutta, tu moriresti come chiun...