Erano passati ormai tre mesi da quando Iris aveva iniziato gli allenamenti, tre mesi in cui era diventata più forte, sotto lo sguardo dei suoi tre allenatori. Adesso riusciva a sollevare oggetti molto più pesanti e si sentiva molto più agile nei movimenti. I dolori che all'inizio non ne volevano sapere di andare via sembravano solo un lontano ricordo ed anche il corpo a corpo andava abbastanza bene. Certo, non riusciva ancora a battere nessuno senza utilizzare i suoi poteri, ma riusciva a tenergli testa per molto più tempo rispetto all'inizio.
Erano passanti tre mesi anche da quando lei e Bucky si erano baciati e, sebbene non ne avessero mai parlato apertamente - cosa poteva dirgli, in fondo? - tra loro si era creata una strana atmosfera, che la corvina non sapeva ben definire. Tra loro c'era sempre una tensione, ma non in senso negativo. Iris cercava di non far girare tutto intorno al moro, ma questo le risultava molto più difficile di quanto sembrasse. Era grazie a lui se era lì, se aveva conosciuto Nat, se poteva scherzare e bere con Tony, se si sentiva finalmente se stessa e non aveva bisogno di maschere, se la solitudine che prima la imprigionava sembrava solo un miraggio lontano.
Però, allo stesso tempo, sentiva che qualcosa non andava, sentiva un peso al petto che Bucky le aveva già preannunciato e non riusciva ad ignorarlo, sentiva di dover fare qualcosa ma non la rendevano ancora partecipe delle missioni e lei non se la sentiva di insistere, sentiva di voler controllare che a Trevor andasse tutto bene ma aveva paura di un'altra sfuriata da parte di Steve.
Il biondo, nelle ultime settimane, si era mostrato quasi più aperto al dialogo ed Iris aveva costantemente la sensazione che da un momento all'altro avrebbe potuto rovinare tutto, così cercava di non fare alcun passo falso o azzardato. Il suo rapporto con quell'uomo le sembrava una partita a scacchi infinita.
Si preparò e scese a fare colazione, erano circa le otto e mezzo del mattino e stranamente non c'era nessuno in cucina.
«Jarvis, dove sono tutti?» chiese, allora, incuriosita.
«Stanno avendo un incontro con Fury per delle questioni di lavoro, signorina.»
«Grazie mille, Jar.»
Fece colazione con molta calma, se tutti erano stati convocati evidentemente ci sarebbe voluto molto tempo. Le sue previsioni, effettivamente, furono giuste. Vide qualcuno solo verso le undici, quando stava facendo zapping spaparanzata sul divano.
«Buongiorno.» disse Iris, spegnendo la tv.
Nat, Steve e Tony risposero allo stesso modo, poi quest'ultimo la guardò e le chiese: «Ti va un goccio d'alcol?».
«Sono le undici del mattino, Tony.» replicò Iris.
«Questo lo so anch'io. Allora, lo vuoi?» chiese lui, come se il fatto che fosse così presto non fosse per niente un problema.
«Andata!» replicò la corvina, che non aveva molto di meglio da fare.
Si diressero al piccolo paradiso degli alcolici di Tony e lui preparò due bicchieri di whisky.
«Allora, andrete in missione tutti insieme stavolta?» chiese Iris, che già si aspettava di dover restare da sola ad annoiarsi per un sacco di tempo.
«Stavolta ci sarai anche tu, pare che Fury voglia vederti in azione.» spiegò il suo interlocutore.
«Davvero?!» Iris sorrise come una bambina a cui era stato regalato un pacco delle sue caramelle preferite. «Cosa dobbiamo fare?» continuò, bevendo un sorso.
«Distruggere una base dell'Hydra che ha trovato Steve nella missione scorsa, sarà facile, vedrai.» le fece l'occhiolino facendola ridere.
[...]
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It cannot be all there | Bucky Barnes
AdventureDal capitolo 1: «Voglio che tu ti unisca agli Avengers, in caso di necessità, questo mondo ha bisogno di difensori, e tu potresti essere essenziale in uno scontro. Ne va anche della tua sicurezza: se la Terra fosse distrutta, tu moriresti come chiun...