«Sono stanco dei convenevoli. Sono qui per darvi un ultimatum. Avete cinque giorni di tempo per arrendervi. se lo farete, e mi auguro che lo farete per il vostro bene, potrete continuare a vivere; in caso contrario, sarò lieto di sterminare personalmente i figli di Odino. Sarà un piacere vendicare mia madre.» proclamò Heid, per poi sparire all'interno del portale.
«Okay... qualcuno ci può spiegare cosa sta succedendo?» chiese Tony, rivolto verso Iris e Thor, ma lei sentiva le sue parole distanti, non la sfioravano nemmeno, riusciva soltanto ad essere concentrata su quello che vedeva. 'Loki. È proprio Loki.' si ripeteva.
«Tony» lo richiamò il Capitano. «Diamogli qualche minuto per parlare da soli. È un po' che non si vedono.» continuò. Iris gli fu profondamente grata e si girò verso di lui con uno sguardo riconoscente, annuendo col capo.
«Non potete farlo qui. Lui è ancora un nemico pubblico per questa città. Almeno spostiamoci alla torre.» consigliò Nat.[...]
Erano arrivati alla torre, gli Avengers gli avevano detto di parlare con calma nella stanza delle riunioni, dopodiché avrebbero parlato tutto insieme per decidere come muoversi. Thor entrò per primo, seguito da Iris e infine da Loki. Quella situazione sembra così irreale alla corvina, che ancora temeva che fosse solo un sogno.
«Loki.» lo chiamò di nuovo lei. Non era ancora riuscita a dire altro da quando lui aveva fatto la sua comparsa. Fece un passo nella sua direzione.
«Aspetta.» la bloccò Thor prima che potesse farne un altro. Prese una penna dimenticata sul tavolo e la lanciò verso suo fratello, che la prese al volo con la mano destra e le fece fare due giri tra le dita.
«Sei qui. Sei reale.» constatò allora il dio dei fulmini. Sorrise. Probabilmente nemmeno lui si aspettava un gesto simile dal fratello.
Iris, a questo punto senza nessuna esitazione, gli lanciò le braccia al collo e lo strinse forte. Era lì, era lì per aiutarli. Lui si bloccò in un primo momento, però poi le strinse leggermente le mani sui fianchi. Lei sapeva che non avrebbe ottenuto più di questo e che probabilmente lo stava anche mettendo in imbarazzo, per cui si staccò da lui, non prima di avergli detto «Non sono arrabbiata con te. Davvero.», ma quando lo lasciò andare lui la strinse un momento in più sussurrandole «Lo so. Ti ho sentita.»[...]
«Allora, chi era quello?» chiese Steve.
«Si chiama Heid. Abitante di Vanaheim, della stirpe dei Vanir. Sono in tutto e per tutto simili agli asgardiani. Non hanno abilità come quelle di Thor, ma sono forti.» spiegò Iris. «Che pianeta è esattamente Vanaheim?» chiese allora Bruce.
«Non è un pianeta. È un regno, uno dei nove regni di Asgard.» continuò la spiegazione Thor.
«Quanti sono?» chiese allora Nat.
«Più di qualsiasi esercito riuscirebbe a mettere in piedi questi regno in soli cinque giorni.» fu Loki a parlare stavolta.
«Davvero adesso ci fidiamo di lui?» chiese ironico Tony, guadagnandosi un'occhiataccia dalla corvina.
«Non abbiamo tempo per questo. Il suo aiuto è importante.» commentò Iris.
«E se stesse tramando contro di noi? Se si fosse accordato con loro? Ha già fatto la stessa cosa con i Chitauri, perché dovremmo stupirci?» incalzò la dose il miliardario.
«Se non vuoi fidarti di lui, almeno fidati di me. È sincero stavolta.» intervenne il dio dei fulmini, appoggiando una mano sulla spalla del fratello. Iris sorrise a vederli.
«Bene, andiamo avanti. Qual è la soluzione migliore, a questo punto?» chiese allora Nat, tergiversando il discorso.
«Ovviamente non possiamo accettare le sue condizioni. Ma anche affrontarlo... Se ha l'aiuto degli elfi oscuri e dei giganti di ghiaccio sarà comunque uno sterminio. I chitarristi hanno colpito New York, ma questo... Questo sarà ingestibile» spiegò Iris. «Non possiamo farcela da soli...» sospirò.
«Possiamo chiedere aiuto a nostro padre. Ci ascolterà.» provò Thor.
«Odino preferirebbe morire piuttosto che combattere ancora al mio fianco. E se anche potesse accettare di farlo, non sarebbe di certo per difendere il popolo di Midgard.» si oppose Iris.
«Non dobbiamo per forza digli che stiamo difendendo Midgard. Probabilmente Heid non si aspettava di trovarci qui. Pensava che questo fosse solo un popolo debole, per questo ci ha dato un ultimatum. Anticipiamolo. Spostiamo il combattimento su Vanaheim.» tentò Loki.
«È una buona alternativa.» si intromise Bucky, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
«Non ha tutti i torti.» confermò la rossa. «Non se lo aspettano.» spiegò.
«Okay, chi è a favore alzi la mano.» propose Tony. A farlo furono lui, Nat, Thor e Iris.
«Steve...» lo incoraggiò il milionario. Il biondo in questione guardò Iris, che annuì col capo, convinta. «Va bene.» accettò «Anche se è sleale.»[...]
Iris aveva notato quanto Bucky fosse stato silenzioso quel giorno, così verso sera si recò in camera sua. Bussò prima di entrare, ma non le rispose nessuno. Entrò comunque: aveva portato da mangiare per il suo piccolo serpente, così andò verso il terrario per potergli dare il cibo. Poco dopo la porta si aprì alle sue spalle.
«Hei.» la richiamò la voce del soldato. «Hei.» gli fece eco «Scusa se sono entrata senza permesso. Volevo dargli da mangiare.» gli fece vedere la bustina che aveva appena appoggiato sull'angolo di scrivania lasciato libero dal terrario.
«Sai che puoi entrare qui quando vuoi.» le rispose lui.
Iris andò a sedersi sul letto. «Sei stato silenzioso oggi.» gli fece notare. «Già.» fece lui, sedendosi accanto a lei, poi la tirò a sé facendola appoggiare al suo petto mentre lui prendeva posto contro la spalliera.
«Cosa c'è che non va?» gli chiese allora la corvina, intuendo di dovergli strappare le informazioni con la forza. Lui le accarezzava un fianco con la mano in vibranio, mentre lei disegnava spirali sull'altra, godendosi quel contatto.
«Quando sei corsa via... Qualcosa dentro di me voleva fermarti.» le spiegò. Per lui era difficile dirle una cosa del genere, ma per lei era ancora più difficile ascoltarla, perché sapeva esattamente il motivo: lui sapeva quanto fosse in pericolo al momento e temeva che si facesse del male.
Si sollevò dal suo petto, si mise con le gambe a cavalcioni su di lui concedendosi un breve istante per ricordare il loro primo vero contatto fisico, quando ancora erano a casa sua, per poi dirgli «Saprò badare a me stessa, Buck. Non devi proteggermi. Non devi distrarti.»
«Non ti prometto nulla. Ma so che sei forte, davvero. Però non parliamone adesso...» le chiese, portando una mano ad accarezzarle la guancia.
«Ti ricordi?» chiese lei.
«Come dimenticarlo. Mi hai sporcato tutta la maglietta col sangue. E il divano. Per non dimenticare il tappeto.» scherzò lui.
Entrambi risero, ritrovando un po' della pace che avevano perso la mattina prima.
«Posso restare qui stanotte?»
«Puoi restare qui tutto il tempo che vuoi.»
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It cannot be all there | Bucky Barnes
AdventureDal capitolo 1: «Voglio che tu ti unisca agli Avengers, in caso di necessità, questo mondo ha bisogno di difensori, e tu potresti essere essenziale in uno scontro. Ne va anche della tua sicurezza: se la Terra fosse distrutta, tu moriresti come chiun...