Capitolo 19

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«Dobbiamo festeggiare, Iris! La tua prima missione è riuscita con successo!»

«Tony, ti ho già detto durante il viaggio di ritorno che non mi sembra il caso, dai.» si lamentò la ragazza per l'insistenza del moro. Avrebbe preferito seppellirsi sotto le coperte piuttosto che fingere un sorriso ad una festa.

Stava male.

Riusciva a pensare solo al suo dolore, mentre si rigirava tra le mani l'ennesimo bicchiere che Tony le aveva versato.

«Allora organizzerò una festa comunque, senza motivo. E tu ci sarai. Sarà divertente, la organizzo io, in fondo!» continuò lui, come se fosse ovvio che una festa potesse essere bella solo perché organizzata da lui. Iris sbuffò sonoramente, poggiando la testa sul bancone e rilasciando un lieve cenno di assenso.

«Va bene, ma non ne parlare più, per favore, sei logorroico.» lo pregò la corvina.

A salvarla da quella situazione fu Nat, che le chiese di farle compagnia in camera sua, cosa che la ragazza non si fece ripetere due volte.

Giunte in camera di Nat, questa si sedette compostamente sul letto, imitata da Iris.

«Allora, mi vuoi dire che sta succedendo tra te e mister tenebroso?» le chiese.

«Mister tenebroso, davvero?» rise l'altra.

«Non provare a cambiare discorso come fai sempre, signorina! Ti ho vista, durante la missione.»

«Ho detto una cosa che dovevo tenere per me, e adesso credo che sia giusto tenere le distanze per un po' di tempo, almeno finché non mi sarà passata.»

«Passata cosa?»

«L'attrazione. Bucky l'ha chiamata così.»

«Lui ti ha parlato di attrazione?»

«No, non hai capito nulla, io ne ho parlato.»

Iris passò la successiva mezz'ora a spiegare fin troppo dettagliatamente quello che lei ed il soldato si erano detti e perfino come si era sentita, tanto che Nat non fiatò neanche per sbaglio. 

Le spiegò quanto si sentisse stupida, quanto non riuscisse a stagli lontana, quanto gli era grata ed al tempo stesso lo odiasse al momento, mentre l'altra semplicemente la ascoltava per poi annuire, mentre analizzava tutte quelle informazioni.

Nat la capiva, capiva che Iris era profondamente innamorata e che Bucky lo avesse capito, e che volutamente non aveva attribuito la parola "amore" a ciò che Iris gli aveva detto. Dire una cosa ad alta voce la rende reale, quasi più spaventosa. Per quanto possa liberare, fa anche male. Un coltello a doppia lama e senza manico.

Capiva che anche Bucky provava qualcosa per lei e, sebbene non lo avesse mai ammesso e probabilmente ce ne sarebbe voluto prima che ciò accadesse, era davvero palese. Era diverso quando c'era lei, parlava di più, talvolta accennava un sorriso ed era davvero raro anche con Steve.

«Credo che anche lui provi qualcosa per te, Iris, ma è tutto più difficile dopo ciò che gli ha fatto l'Hydra. Lo hanno segnato profondamente, tanto che crede di non meritare quello che provi per lui in questo momento, ma non vuole rinunciarci. Credo che dovresti chiedergli che cosa voleva dirti, per avere almeno una certezza, che sia un rifiuto o meno, altrimenti il rimorso ti opprimerà. Dagli tempo, cerca di capirlo.»

«Però ha detto che si fidava di me, perché non me lo ha già detto?»

«Non dipende da chi ascolta, ma da chi parla. Non era ancora pronto e non perché tu sei tu, ma perché lui è lui e non può ancora accettarlo.»

«Io l'ho visto, il Soldato. Ed anche quello che gli hanno fatto. É stato orribile...»

«Però lui non ti ha mai detto nulla a riguardo, lo capisci tramite tutto quello che non vi siete detti, ed è per questo che siete speciali l'uno per l'altro. Mi prometti che ci parli?»

«Ti do la mia parola, ci parlerò il prima possibile.»

Aveva dato la sua parola e l'avrebbe mantenuta.

[...]

Era notte fonda ed Iris non riusciva a chiudere occhio, così decise di andare sul tetto della torre e lì trovò Bucky, coi gomiti poggiati sulla ringhiera e lo sguardo perso nelle strade della città. Non si era accorto di lei, che quasi pensò di tornare indietro, ma aveva promesso a Nat che ci avrebbe parlato e così decise di avvicinarsi.

Imitò la sua posizione alla sua destra, ma non guardò la strada neanche per un attimo, perché fissava solo il suo volto. I lunghi capelli mori cadevano disordinati ai lati del viso, la sua espressione era indurita da una barba appena accennata e gli occhi sembravano ancora più chiari del solito, sebbene più profondi. 

Lui non staccò gli occhi dalla strada, ma le chiese coma mai fosse lì.

«Non riuscivo a dormire, non sapevo che ci fossi anche tu.»

«Senti ancora l'adrenalina della missione?»

«No, anzi... volevo parlare con te. Mi chiedevo cosa volessi dirmi, quando hai detto che avremmo dovuto parlare, dopo la missione.»

«Credevo non volessi sentirlo.»

«No, non volevo sentirlo, ma non ti ho dato la possibilità di spiegare niente o di chiarire, credo che sia sbagliato.»

«Per me è difficile, Iris.»

«Per questo sono qui, perché voglio aiutarti. Al di là di quello che provi per me, vorrei davvero aiutarti.»

«Hai già fatto abbastanza.»

«Non è abbastanza se per te è ancora difficile.»

«Non posso cancellare quello che ho fatto, non posso dimenticare tutto.»

«Non puoi dimenticare quello che farai da adesso in poi. Non devi lasciarti alle spalle ciò che sei stato, ma non devi neanche affrontarlo da solo. Tu per me ci sei stato, e guarda dove sono adesso.»

Iris prese la mano di Bucky, quella vera, fatta di carne e sangue e vita, e se la posò sul cuore. Batteva veloce, ma era regolare. Sorrise.

«Cosa sono adesso, io lo devo a te.» continuò.

«Era tutto in te, bastava tirarlo fuori.» disse lui, avvicinandosi ancora un po', facendo scorrere la mano fino alla vita di lei.

«Lo stesso vale per te. Tu non avevi scelta, io si. Se pensi che io posso essere migliore, allora perché privi te stesso di questa prospettiva? Tu sei già migliore di tutto quello che sei stato.» stavolta fu lei a passare un braccio intorno al collo di lui, e la distanza sembrava comunque troppa ed un abbraccio non era abbastanza intenso. Ed allora si baciarono ancora, con la dolcezza e la passione di chi ha disperatamente bisogno dell'altro perché solo con lui riesce ad essere migliore. Fu un bacio lungo e quando si staccarono Iris tenne gli occhi ancora socchiusi, come ad imprimere la sensazione di lui sulle sue labbra. Dopodiché, sorrise.

«Non è attrazione, Iris. É qualcosa di più forte e di più fragile.»

«Me ne faccio carico, non ho paura se lotto con te.»

Fino a quel momento aveva sempre creduto di dover combattere per sé o per proteggere gli altri, con la convinzione di essere imbattibile. Bastò un bacio per farle capire che sentirsi protetti da qualcuno, a volte, è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. 

Ci sono cose che non si possono descrivere e che se non le hai provate non riesci nemmeno ad immaginare. Lei non ci aveva mai creduto, non aveva mai avuto tempo per tutte quelle cose, per un altro, ma poi è arrivato lui.

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora