Capitolo 41

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Thor era appena arrivato alla torre degli Avengers. Ormai erano già passati due giorni, quindi se volevano anticipare il nemico non avevano più tempo da perdere. Dovevano agire subito.
«Allora?» chiese Iris entrando in sala, mancava soltanto Tony all'appello, ma arrivò qualche secondo dopo.
«Nostro padre ha accettato.» annunciò il biondo, tutti gli altri si lasciarono sfuggire un sussurro di sollievo.
Avevano un esercito, quindi potevano pensare di farcela.
Bucky poggiò una mano sulla schiena di Iris. Quel contatto per lei stava diventando fondamentale, riusciva a ritrovare il suo baricentro con lui a coprirgli le spalle.
«Abbiamo una possibilità. Possiamo farcela, ma a questo punto dobbiamo essere rapidi. Non abbiamo tempo da perdere.» spiegò Steve, prendendo in mano la situazione.
«Dovremmo attaccare già domani. Più tempo gli diamo più possibilità di prepararsi gli lasciamo.» continuò.
«Quanto ci vorrà per l'esercito di Asgard?» chiese l'ex soldato d'inverno a Thor.
«L'esercito di Asgard è sempre pronto per il suo re.» rispose il dio con orgoglio.
«Dobbiamo informare Loki.» suggerì Iris. «Lui è furbo. Sa creare trappole e diversivi, ma ciò significa che sa anche scovarli. Se qualcosa non va, sarà il primo ad accorgersene.» motivò la sua richiesta.
«Possiamo cavarcela anche senza di lui, Iris. Non voglio dire che non dovremmo fidarci di lui, ma-» iniziò Nat, ma la corvina la interruppe bruscamente.
«Senza di lui nessuno andrà da nessuna parte. Lui ha scelto di venire qui e di aiutarci. Non faremo nulla senza che ci sia lui.» si oppose. Voleva davvero bene alla rossa e non avrebbe potuto sopportare di non chiarire mai con lei, così dopo che ebbero fatto pace si ripromise che non avrebbero mai più litigato o discusso, ma se c'era una cosa che odiava, era che Loki fosse trattato così, perché era sicura al cento per cento che se gli altri avessero dimostrato di credere davvero in lui, lui non li avrebbe mai traditi.
«Calma. Non è un buon momento per litigare.» Bucky rafforzò la sua stretta.
«Lo avviserò io.» spiegò Thor. «State tranquilli. I tre figli di Odino riuniti per sconfiggere il figlio di Gullveig.» lasciò la frase in sospeso, ma Iris sapeva cosa voleva dire. Sembrava scritto nelle stelle, inciso nelle trame del destino. «La fortuna ci assisterà e vinceremo. Finalmente insieme.» sorrise verso sua sorella, che ricambiò annuendogli. «Finalmente insieme.» sussurrò.

[...]

Steve aveva congedato gli Avengers consigliandogli di riposarsi. Stavolta anche Iris avrebbe seguito il suo consiglio.
Prima di pranzo, annoiata, andò a trovare Tony, chiuso come sempre nel suo laboratorio, e gli portò un sandwich al burro di arachidi.
«Che cosa progetti?» gli chiese entrando e appoggiando il piatto col panino su una scrivania vuota, appoggiandosi al lato.
«Miglioramenti vari.» la liquidò.
«Credevo che la tua armatura fosse già perfetta.» lo canzonò.
«Lo è per gli altri, sicuramente. Ma il mio cervello ha ancora tanto da offrire. Solo troppo intelligente per limitarmi ad un'armatura perfetta.» volse le cose in suo favore.
«Dov'è Pepper?» chiese Iris. Capì di avere l'attenzione del moro quando lui smise di armeggiare tra fili e circuiti e la guardò. Si avvicinò per prendere il sandwich e iniziare a mangiarlo.
«Questa domanda sembra l'inizio di un rimprovero.» le disse.
«Non è un rimprovero. È il tuo cervello che lo avverte come tale. Come mai non sei con lei?»
Tony prese un altro morso.
«So che lei vorrebbe che smettessi, anche se non me lo direbbe mai. Prima di partire... Siamo sempre più tesi. Non mi piace vederla così.»
«Andrà tutto bene, Tony. Te lo prometto. Saremo di nuovo qui prima che lei se ne accorga.»
«Ne sono sicuro. E tu invece? Come mai non sei con lui?» non c'era bisogno di dire il suo nome.
«Avevo bisogno di un po' di tempo da sola. Domani sarà la mia prima battaglia senza poteri.»
«Te la caverai, Iris. Sei forte. Non hai bisogno dei tuoi poteri.»
Iris sorrise amaramente.
«Sei io avessi avuto i miei poteri, non ci sarebbe nemmeno stato bisogno dell'esercito di mio padre. Sarebbero bastati i suoi tre figli.»
«Allora dobbiamo ritenerci fortunati, dato che ti arrabbi molto facilmente. Era ora che qualcuno spegnesse quelle braci.» scherzò il miliardario, facendola ridere.

[...]

«Tieni piccolo, doppia razione stavolta. Non so quanto staremo via.» disse Iris in tono dolce, dando da mangiare al piccolo serpente che aveva trovato quando Bucky era andato a prenderla. E pensare che era stato così poco tempo prima...
«Ti stavo cercando» la distasse la voce del moro «chissà come mai non ho pensato di controllare in camera mia...» scherzò, fingendosi sbadato «dato che ormai ti sei praticamente trasferita qui.» continuò a prenderla in giro.
«Ma sentilo» lo rimbeccò la corvina, mentre lui la abbracciava da dietro «eppure mi era sembrato di capire che ne eri molto contento.» gli disse in tono sensuale.
«Non ho mai detto il contrario.» le rispose lui, aspettando che chiudesse il terrario per poi farla voltare verso di lui e baciarla.
«Dovresti conservare le energie per domani.» lo prese in giro lei.
«Tranquilla, voglio solo stare un po' così.» le disse, facendola stendere al suo fianco ed accarezzandogli i capelli.
«Cosa c'è?»
«Quello che vedrai domani... La parte di me che vedrai domani... Potrebbe non piacerti. Ma io sono anche quello.»
«Hei, Buck... Io ti conosco. Lo sai che non c'è niente di te che non mi piaccia. Tu non sei più il Soldato D'Inverno da molto tempo, ormai. E anche se qualcosa di lui dovesse sopravvivere in te, io non ti lascerei per nulla al mondo.» lo fissò dritto negli occhi, poteva leggervi il suo tormento, il suo dolore. Gli prese la mano. «Ti amo, Bucky. E lo farò sempre.» lo baciò.

Angolo autrice:
scusate per il ritardo!🙏🏻
spero che perdoniate questa mia negligenza, purtroppo l'estate mi ha fatto perdere la cognizione del tempo; spero anche che la storia vi stia piacendo, al prossimo capitolo!💘

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora