Capitolo 15

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Iris si preparò psicologicamente per affrontare il primo giorno di allenamento con Natasha. Non aveva mai rafforzato il suo corpo più di tanto. Era abile, questo si, anche al di sopra della media, ma era consapevole di non aver niente a che fare con gente del calibro della Vedova Nera, Capitan America o il Soldato D'Inverno (che ormai non voleva più definire tale). 

Aveva già dimostrato di non essere al loro pari e la cosa la irritava terribilmente, perché erano riusciti a sfruttare quella sua debolezza e a catturarla, e non poteva più permettere una cosa del genere. Stentava a credere che qualcun altro, a parte loro, sarebbe mai riuscito a metterla in gabbia, ma una volta che c'era tanto valeva affinare anche le tecniche del combattimento corpo a corpo.

Ed eccola lì, in tenuta sportiva, che si dirigeva verso la palestra.

Una volta arrivata al luogo designato, Nat era già lì ad aspettarla e quando la vide le sorrise calorosamente.

«Temevo che non arrivassi più! Iniziamo con qualche giro di campo, vediamo come te la cavi!» affermò energica.

«Buongiorno anche a te, Nat!» ironizzò Iris in risposta.

Corsero per più di mezz'ora ad una velocità che, secondo Iris, era fin troppo elevata. Sentiva le ginocchia cedere sotto il suo peso, ma proprio non voleva dire alla rossa che non si sentiva capace di muovere neanche un altro muscolo e così continuava a correre, sperando che  la tortura sarebbe finita al più presto o almeno prima di stramazzare al suolo senza più un briciolo di energia.

Quando finalmente vide la rossa fermarsi, leggermente affaticata, pensò che molto probabilmente aveva avuto un aspetto così orribile da farle accapponare la pelle.

«Ora passa a fare le flessioni, ti dico io quando puoi fermarti.» le spiegò cosa fare la Romanoff.

«Neanche un secondo di pausa?» chiese la corvina speranzosa, ma l'amica ribatté dicendo: «Non ci sono pause in battaglia.» e così si trovò costretta a cominciare l'estenuante serie di flessioni, di cui poi preferì perdere il conto.

Dopo quelle passarono agli addominali, ai pesi ed altre mille torture che si risolsero con la corvina sdraiata sui tappetini a cercare di recuperare più fiato possibile.

Faceva palestra e si allenava regolarmente, certo, ma non con Natasha Romanoff ed era sicuramente al di sotto degli standard di quest'ultima.

«Per oggi è tutto, non sei andata male. Domani, se non sbaglio, ti allenerai con Steve ed il giorno seguente con Bucky, sempre in quest'ordine.» le spiegò la rossa.

«Non ho tirato nemmeno un pugno, Nat, che allenamento corpo a corpo è questo?» le chiese la corvina irritata. 

«Ci sarà molto tempo per tirare qualche pugno, Iris, devi solo avere un po' di pazienza. Vedrai che diventerai bravissima.» 

«Potrebbe capitare qualcosa da un momento all'altro, Nat. E io non sarò di nuovo impreparata.»

«Non lo sarai, fidati.» la rincuorò l'amica. «Ed ora corri a fare una doccia, puzzi tantissimo!» la spinse via.

[...]

Iris aveva appena terminato di fare colazione e si stava dirigendo verso la palestra in cui si era allenata il giorno prima. Stavolta l'allenamento sarebbe stato col capitano, anche se non le era sembrato di vederlo in giro dalla sera precedente. Sperò che non ci andasse troppo pesante e che non si sarebbe divertito a vederla molto peggio di come Nat l'aveva combinata il giorno precedente.

In palestra, però, non c'era il biondo, bensì Bucky, che stava con la schiena poggiata alla parete di fronte alla porta e le braccia conserte.

«Hei, credevo di dovermi allenare con Steve.» verbalizzò il suo stupore la corvina.

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora