Capitolo 9

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Erano quasi giunti alla base. Iris parcheggiò la macchina in una strada poco trafficata.

«Sei sicuro di non voler restare qui?» chiese al soldato, capendo che per lui potesse essere difficile tornare lì, sapeva come ci si sente ad essere rinchiusi.

«Non posso lasciarti andare da sola. Ti ho convinta io.» rispose lui, uscendo dall'auto e chiudendo lo sportello. Lei lo seguì, cercando un segno di cedimento nel suo sguardo, ma non ne trovò neanche uno.

«Non hai paura?» gli chiese, anche se forse quella domanda era fuori luogo.

«Non hanno più potere su di me.» rispose gelido lui, non era il momento per lasciarsi prendere dal panico. Aveva una "missione" da portare a termine.

Giunsero davanti ad uno sportello e due uomini armati gli si avvicinarono.

«Salve, signorina. La stanno aspettando all'interno.» disse uno dei due, aprendo il passaggio con una chiave magnetica.

I corridoi erano grezzi e le luci bianche davano un'atmosfera surreale, ma i due non si sarebbero impressionati per così poco, dopo tutto il sangue che avevano visto durante le loro battaglie. Iris camminava sicura, non la scortava nessuno, ma dava segno di sapere esattamente dove stesse andando. Quante volte aveva percorso quei corridoi? Quante armi aveva scambiato in cambio di denaro? Troppe, e forse questo le provocava una strana sensazione, quasi senso di colpa verso l'uomo alla sua destra, provocandole non poca irritazione.

Giunse davanti ad una porta in fondo al quarto corridoio che avevano percorso su cui si ergeva in rilievo il simbolo dell'Hydra, e la aprì senza neanche bussare.

«Sempre la solita, Iris. Non bussi mai.» Rise Elliot, da dietro la scrivania. Era lui che si occupava del commercio di quella base, da qualche anno.

«Vedo che hai portato un nostro vecchio amico, allora le voci erano vere.» fece un cenno del capo l'uomo, verso il soldato.

«Mi sentivo un po' sola ultimamente, sai com'è.» rispose stizzita lei, accomodandosi su una sedia, con il moro che la imitava.

«Allora, passiamo agli affari, ho un po' di lavoro da sbrigare. Mi servono più Kalashnikov AK-47, con munizioni. Voglio dei fucili d'assalto F2000 ed altri HK416. Nel minor tempo possibile.» spiegò lui.

«Non avrai neanche una pistola da me, sono venuta a chiudere i contatti.» spiegò lei a sua volta.

«Cosa?» sobbalzò Elliot, alzando forse troppo la voce, facendo avvicinare un paio di guardie da dietro la scrivania. Senza muovere nemmeno un muscolo, Iris le scaraventò contro la parete con i suoi poteri.

«Sei diventato sordo, per caso?» ironizzò la corvina.

«C'entra lui?» chiese l'uomo, ricomponendosi e voltandosi verso il Soldato.

«Queste non sono cose che ti riguardano. Detto questo, cerca di non farti vedere in giro.»

«I miei superiori non saranno felici di questo, Iris, puoi ancora cambiare idea.» provò lui, sapendo benissimo che quelli di cui parlava se la sarebbero presa prima di tutto con lui, anche se irragionevolmente. Lo fanno sempre con i portavoce di cattive notizie, e quella era una pessima notizia per loro.

Lei, d'altro canto, si girò con una calma inquietante e gli lanciò un occhiata abbastanza eloquente.

«Di ai tuoi superiori che quello che pensano se lo infilassero dritto nel culo. Se vedrò anche uno solo di voi, lo annienterò. Non fartelo ripete ancora. E non provare a metterti sul mio cammino.»

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora