"Dai, aspettami. Che razza di amico sei?"
Mi voltai indietro. Un ragazzo era inginocchiato e stava tentando di allacciarsi le stringhe.
"Muoviti, che arriviamo in ritardo." Il suo amico mi superò con passo spedito.
"Ma se siamo in anticipo."
"Non voglio arrivare con tutti i posti già presi e finire in prima fila."
Il ragazzo si alzò in fretta e mi superò a sua volta per raggiungere l'amico.
"Ah, finalmente, ragazze. Quanto mi siete mancate," esclamò una ragazza, correndo incontro ad altre due.
"Ma chi vuoi prendere in giro. Le abbiamo viste le tue foto in spiaggia," replicò una sua amica, fingendosi offesa.
"Ci hai sostituito con altre amiche, mentre eri al mare?"
"Ahah, ma chi? Mia zia e mia nonna? Che sceme che siete."
Si abbracciarono e anche loro mi passarono oltre.
Forse stavo camminando troppo lentamente, ma non avevo motivi per andare più veloce.
Era il primo giorno di scuola. Nella fiumana che si ingrandiva più ci si avvicinava al complesso scolastico, vedevo i volti più o meno felici di amici e compagne che si rivedevano dopo la pausa estiva.
Amici, amiche.
Il primo giorno di scuola è già difficile di per sé, ma lo è ancora di più quando la scuola è nuova, e devi iniziare il secondo anno delle superiori.
In realtà, non ero completamente un estraneo. Sono nato e cresciuto qui. Tre anni prima, però, mi ero dovuto trasferire all'estero.
Tre anni potrebbero sembrare pochi, ma quando sei un adolescente sono un'intera era geologica.
Mentre camminavo al centro dell'immenso cortile, cercavo con lo sguardo un volto conosciuto.
Non so esattamente chi speravo di incontrare. Abbiamo traslocato appena ho terminato la prima media. Ormai ero alle superiori, qui arrivavano a studiare ragazze e ragazzi da tutta la zona.
Varcai finalmente l'ingresso ed entrai nell'atrio. Controllai ancora il numero dell'aula della prima lezione e mi immisi in un corridoio.
"Chris..." mi uscì in un sussurro.
Un ragazzo alto con i capelli crespi scuri che contrastavano con la sua pelle chiara stava camminando lungo il corridoio verso di me. Era immerso in un'intensa conversazione con una ragazza dai boccoli ramati.
Chris. Erano passati tantissimi anni dall'ultima volta che ci eravamo visti.
Chris, Christian Durand, era stato a lungo il mio vicino di casa. E anche il mio migliore amico. Naturalmente per quanto valga questa definizione per dei bambini delle elementari.
Quando i suoi genitori avevano divorziato, Chris si era trasferito con sua madre e noi ci siamo persi di vista.
In realtà, i miei ricordi di quel periodo erano un po' confusi. Alla fine eravamo solo bambini. Eppure riuscivo ancora a percepire quella sensazione di familiarità e affetto, quando ripensavo alle giornate trascorse insieme.
E quelle stesse sensazioni erano un sollievo in quel primo giorno di scuola.
"Certo, che quest'anno iniziamo con il botto. La presidenza non poteva darci più cose da fare di così."
"Spero che anche questa volta riusciremmo a rispettare il preventivo."
"C-ciao," mormorai in un balbettio, quando mi fu quasi di fronte.
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L'amore è abbastanza?
RomanceLa vita non è mai facile, ma è ancora più complicata, quando si frequentano le superiori. Milo è appena tornato nella sua città natale dopo alcuni anni all'estero. Nella sua nuova scuola ritrova la sua esuberante amica Cora e Chris, il suo grande a...