46 - CORA

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"Andiamo a mangiare in mensa?" mi chiese Kaira, mentre riponevo il computer nello zaino.

"Sì, va bene," assentii, alzandomi.

"Allora, muoviamoci, perché sto veramente morendo di fame," esclamò Theo.

Mentre camminavamo nei corridoi, non potevo fare a meno di percepire come un'atmosfera di tensione.

Sembrava che tutte e tutti si squadrassero con diffidenza. C'era un clima di sospetto, a cui non era possibile sfuggire.

Dopo quello che era successo a Chris, la scuola non era più la stessa. Ormai era una settimana che non si presentava a lezione.

Vidi Lapo in fondo al corridoio che si dirigeva verso gli armadietti.

"Vi fa niente, se vi raggiungo tra un attimo? Andate avanti voi," dissi, accelerando il passo.

"Ehi, ma dove stai andando?" chiese Kaira.

"Devo fare una cosa. Arrivo subito. Mi sono portata qualcosa da mangiare da casa," la rassicurai, allontanandomi in fretta.

Girai l'angolo e ritrovai Lapo.

"Lapo, aspetta," esclamai.

"Ciao, Cora," mi salutò lui con un filo di voce.

"C-come stai?"

Lapo si limitò ad alzare le spalle.

"E Chris?"

"Sono giorni che non esce dalla sua camera. Mangia a malapena qualcosa." Lapo si fermò di fronte agli armadietti.

"Oh, no... ancora," esclamai, quando vidi l'armadietto di Chris.

Lo sportello era stato nuovamente imbrattato da frasi ingiuriose.

Lapo appoggiò il suo zaino per terra ed estrasse uno straccio e uno spruzzino di detergente.

"Pulisco il suo armadietto ogni giorno," disse, iniziando a strofinare lo straccio contro lo sportello di metallo. "E ogni giorno qualcuno si prende la briga di pasticciarlo di nuovo. Ogni giorno."

"Aspetta, ti aiuto," dissi, prendendo dei fazzoletti.

"Deve essere Leo. O forse uno dei suoi amici sfigati della squadra. O addirittura Diego. Anche se il vero colpevole è il preside. È un viscido idiota. Come ha potuto trattare Chris in quel modo? Come ha potuto?" Le dita di Lapo si strinsero in un pugno, stritolando lo straccio.

Non potei fare a meno di ripensare all'incontro con Jordan e alle accuse di Larissa.

"Non riesco veramente a capire come possano esserci persone che provano piacere dal far soffrire gli altri." Lapo riprese a strofinare con forza.

Sembrava che non volesse cancellare solo quelle parole, quegli insulti, ma anche tutto il dolore che avevano causato.

"Ehi, tranquillo. Si risolverà tutto," mi ritrovai a dire, posando una mano sul suo braccio.

"Cavolo, scusami," disse lui, rendendosi conto solo in quel momento che non c'era più nulla da cancellare. "Vedere Chris in quello stato e non riuscire ad aiutarlo, mi fa star male."

"Stai facendo già molto per lui. Qui e sono sicuro anche a casa."

"Chris è sempre così gentile e disponibile. È ingiusto quello che sta passando."

Ingiusto. Erano giorni che le parole di Larissa mi risuonavano nella testa.

"Comunque, scusami. Sei stata gentile ad aiutarmi. Ora devo proprio andare."

L'amore è abbastanza?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora