28 - CHRIS

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"Jordan continua a rifiutare il mio invito," si lamentava Leo, mentre camminavamo lungo il corridoio.

"Chi sa come mai," commentò con tono ironico Diego.

"Già, è quello che mi chiedo anch'io," disse Leo senza aver afferrato l'ironia. "Sono uno dei giocatori di punta della squadra di calcio. Lei è una delle ragazze più popolari della scuola. Siamo una coppia perfetta."

Io e Diego ci scambiammo un'occhiata, cercando di trattenere una risata.

"Già, hai ragione. È davvero incredibile come lei non comprenda che sei la sua anima gemella," ridacchiò Diego. "In ogni caso, la fanciulla timida sta arrivando ora e forse puoi provare a spiegarglielo," disse, indicando davanti a noi.

Jordan camminava nella nostra direzione con l'immancabile Nico al suo fianco.

"Jordan, ehi, come stai?" Esclamò Leo, andandole incontro.

"Ciao, Leo." Jordan sorrise amabile come al solito. "Chris, Diego," disse, sorridendoci.

"Hai riflettuto sul mio invito? Verrai al ballo con me?"

"Sei stato davvero gentile a pensare a me. Ma purtroppo non credo io passa accettare."

"Ma perché? Siamo fatti l'uno per l'altro. Siamo belli e popolari. Saremmo la coppia più invidiata del ballo."

Nico alzò un sopracciglio, squadrando Leo con uno sguardo indecifrabile, mentre io e Diego ci mordevamo la lingua per non ridere.

Solo Jordan sorrise senza perdere la sua leggiadra compostezza.

"Sono davvero lusingata che tu abbia una così alta considerazione di me. Ma sono certo che ci sono altre ragazze più belle di me con cui andare al ballo."

"Nessuna è come te. Perché non vuoi venire con me?"

Jordan conservo il suo sorriso anche in quel momento, messa alle spalle al muro dalla domanda di Leo.

"Purtroppo ho già promesso a qualcun altro di andare con lui al ballo?"

"A un altro? Chi?" il volto di Leo non nascondeva la sorpresa di sapere che qualcuno lo avesse anticipato.

"Sarà Nico il mio accompagnatore."

"Nico? E chi cazzo è questo Nico?"

"È lui Nico," spiegò Jordan, indicandolo al suo fianco.

"Il tuo segretario? Andrai al ballo con il tuo segretario?"

Nico sembrava sorpreso tanto quanto Leo, ma rimase in silenzio.

"Non è il mio segretario. È il segretario del Consiglio studentesco. E sì, ci andrò con lui."

"Non puoi davvero preferire questo sfigato a me," esclamò Leo.

Stavolta il sorriso scomparve infine anche dalle labbra di Jordan.

"Non è molto gentile da parte tua. Se vuoi scusarmi, ma adesso dobbiamo andare."

"Dai, Jordan. Non fare così." Leo quasi piagnucolava, mentre andava indietro a Jordan.

"Andiamo. Temo che ne avrà ancora per un po'," disse Diego, facendomi un cenno con capo per proseguire. "Jordan non è assolutamente alla sua portata."

"Temo che Jordan non sia alla portata di nessuno," commentai.

"Come stanno andando i preparativi per il ballo?" si informò Diego.

"Avanzano. Saremo pronti come ogni anno. Tu hai già scelto con chi andrai al ballo?"

"Io? No, no, non c'è nessuno. Perché? Cosa hai sentito?" si affretto ad assicurarmi Diego.

"Nulla. Pensavo stessi valutando di andarci con Larissa."

Diego sembrò tirare un respiro di sollievo.

"Non credo potrà mai funzionare fra me e lei," spiegò Diego non molto rammaricato.

"Beh, non avrai problemi a trovare qualcuno. Hai sempre fin troppe ragazze che ti girano intorno."

"Non che tu sia da meno," disse Diego, indicando le ragazze che ci fissavano, mentre passavamo.

Tossicchiai, cercando di nascondere l'imbarazzo.

"È solo perché sono il presidente del Consiglio studentesco," tentai di convincerlo

"Seeeeh, certo, come no. Non dico che la tua posizione non ti renda più affascinante. Ci sono ragazze che amano i tipi responsabili come te. Ma sono più che sicuro che è ben altro a far girare loro la testa."

Ero fin troppo consapevole dell'attenzione che ricevevo non era veramente solo riconducibile al mio ruolo.

"Hai già scelto a chi chiederai di accompagnarti?" chiese Diego, dopo un lungo mio silenzio.

"No, al momento sono troppo impegnato per pensare a questo genere di cose."

"Dovresti iniziare a lasciarti andare e mettere fine a questa tortura, a cui sta sottoponendo le tue ammiratrici."

"Tortura?"

"Non puoi lasciarle con la continua speranza che potrebbero diventare la tua ragazza. Smettila di nasconderti dietro la tua immagine da bravo ragazzo e scegliene una."

Ogni tanto Diego riusciva a sorprendermi. Forse aveva ragione che sfruttavo la mia reputazione di studente diligente e presidente per evitare di dovermi esporre.

"Non è così semplice," riuscii solo a controbattere.

In quel momento incrociammo Milo e un suo amico che camminavano nella direzione opposta all nostra.

"Ehi, ciao, Milo," esclamai.

"Ciao," rispose lui con un cenno della mano. Poi sorrise.

Sorrise in un modo che non gli avevo mai visto fare. Era quasi un richiamo ad abbracciarlo.

Tuttavia, ebbi come la sensazione che non fosse veramente a me.

Mi voltai verso Diego. Non aveva salutato né fatto alcun cenno. Ma sorrideva. O almeno sorrise, finché non incrociò il mio sguardo.

Se non fosse stato Diego, avrei giurato che tra i due ci fosse qualcosa. Tuttavia, era Diego. Il donnaiolo della scuola.

"Tu e Lari verrete a vedere la partita questo sabato?" mi chiese lui, quando arrivammo in vista dell'aula.

"No, non posso. Ho da fare."

"E che cosa hai da fare questo sabato? Dai, vieni."

"Sono affari miei, Diego. Non gira tutto intorno a te," esclamai brusco.

"Ehi, ma che ti prende? Era solo per sapere." Diego mi fissò sorpreso dalla mia reazione.

In realtà, anch'io mi sorpresi della mia stessa risposta. Tutt'a un tratto sentivo un'irritazione che dovevo sfogare.

L'amore è abbastanza?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora