"Cos'è quella faccia?" chiesi, lanciando un'occhiata a Chris."Quale faccia?"
"Quale? Quella faccia," esclamai forse a voce troppo alta, indicando il suo volto.
"Ci sono problemi, Diego?" Il professore calcò con così tanta enfasi il mio nome che tutta la classe si voltò a fissarmi.
"No, prof, mi scusi. Era solo un'estrema espressione di sorpresa per quello che stava spiegando." Mi disegnai in volto il sorriso più serafico che riuscissi a produrre.
"Non ho dubbi... la riproduzione dei procarioti è un tema particolarmente... eccitante." Il professore inarcò un sopracciglio senza neppure tentare di nascondere un sorriso ironico. "Ora, per favore, cerchi di non distrarsi. Questi sono argomenti d'esame."
La classe fu attraversa da una serie di risatine.
"Voltati," ringhiai al ragazzo di fronte. "Dopo la lezione vengo a prenderti e vediamo chi ride."
Lui sbiancò in volto e si girò bravo bravo.
"Comunque, a proposito di facce, avresti dovuto vedere la tua primahah." Chris dovette mordersi il labbro per non scoppiare a ridere.
"Non cercare di cambiare discorso. Allora?"
"Sono semplicemente concentrato. Sto cercando di seguire la lezione. Ai sentito il prof: è argomento d'esame."
"Siamo migliori amici. Tu sei un secchione e quella non era la tua faccia concentrata. Che cosa c'è?"
"Da quando sei diventato così... sensibile?"
"Non cominciare anche tu. Mi basta Larissa che continua a rimproverarmi di non avere nessun rispetto per i sentimenti degli altri."
"Comunque, non c'è niente... è solo che non pensavo che avrei di nuovo sperimentato una sensazione che ero convinto di aver cancellato."
Rimasi in silenzio a fissarlo. Avevo riconosciuto quello sguardo fin dall'inizio, ma doveva dirmelo lui.
"... quella sensazione che provi quando ti rendi conto che qualcuno ti ha dimenticato."
Certe ombre non ci lasciano mai.
"Lo sai che io ci sono sempre per te. C'ero allora e ci sono ancora adesso."
Chris ridacchiò divertito. "Tranquillo, non è successo niente."
Alzai le spalle. Non potei far altro che tornare a seguire la lezione.
A proposito la vita dei procarioti sembra terribilmente triste. Si riproducono per "scissione binaria". Non so esattamente cosa significa, ma in soldoni vuol dire che non scopano.
"Mi accompagni ad allenamento?" chiesi a Chris, quando finalmente ci eravamo lasciati alle spalle la lezione di biologia e i procarioti con la loro noiosa esistenza senza sesso.
"No, devo andare a casa a studiare."
"Sai che novità. Tanto sei già il migliore studente della scuola. Cosa vuoi di più?"
"Ma non studio mica per quello."
"Seeeeh, come no? Lo fai per amore della conoscenza."
"E poi che cosa ci vengo a fare ad allenamento?"
"Vieni a guardare un po' di figa," esclamò Leo, balzando fra me e Chris.
"Alla fine il Mister è riuscito a convincere la presidenza ha creare una squadra di calcio femminile della scuola," spiegai. "Oggi si svolgono per le prime selezioni. Vedrai che ci saranno un sacco di gnocche a sculettare sul prato per attirare l'attenzione."
"Stavolta ci saranno molti più palloni a rimbalzare sul campo," calcò Leo, mimando il movimento di due poppe che si agitano sul petto.
Chris scosse il capo, alzando gli occhi al cielo. "Allora buon divertimento, ragazzi. Ci vediamo domani," concluse, salutandoci.
"Non sai cosa ti perdi," gli urlai dietro nei corridoi.
"Dai, Diego, muoviamoci. Prendi le tue cose che se no facciamo tardi," mi incitò Leo con già il borsone in spalla.
Alla fine mi rassegnai a raccogliere la mia roba e ci dirigemmo verso gli spogliatoi. Penso che non ci siamo mai cambiati così in fretta come quella volta. In men che non si dica eravamo sul prato con indosso la nostra divisa.
"Sembra che siamo i primi," osservai il campo ancora mezzo vuoto.
"Dai, facciamo qualche passaggio nell'attesa," propose Leo, prendendo un pallone e tirandolo verso di me.
Non passò molto tempo prima che Leo perdesse interesse.
"Cozza. Cozza. Ancora cozza. Uho, quella si che è racchia." Ogni nuova arrivata, passava sotto la sua attenta valutazione.
"Quella non è male," dissi passandogli nuovamente la palla e indicando una ragazza con il caschetto che rideva a bordo campo.
Anzi, era propria carina. Indossava dei pantaloncini particolarmente corti e una maglietta aderente che metteva in evidenza le sue curve.
"Però, è davvero gnocca," mormorò Leo. "Ehi, Diego, guarda chi c'è. È lo sfigato dell'altro volta," esclamò.
"Chi?"
"Il ragazzino che c'è venuto addosso nei corridoi."
Solo in quel momento mi accorsi che la ragazza carina stava parlando con un ragazzo e gli sorrideva.
Quel ragazzo era talmente insignificante che non mi ero neppure accorto della sua presenza. Tuttavia, in quel momento osservare quei due insieme a chiacchierare, mi fece crescere un'irritazione dentro.
"Passami il pallone. Adesso ci divertiamo," dissi.
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L'amore è abbastanza?
RomanceLa vita non è mai facile, ma è ancora più complicata, quando si frequentano le superiori. Milo è appena tornato nella sua città natale dopo alcuni anni all'estero. Nella sua nuova scuola ritrova la sua esuberante amica Cora e Chris, il suo grande a...