17 - CHRIS

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"Avete trovato qualche traccia?" chiesi ai due uomini che sbucarono dal bosco.

"No, la neve ha coperto tutto," disse Anton, il più grosso.

"Forse dobbiamo aspettare ancora un attimo che sorga il sole," suggerì Valerio.

"No, abbiamo già perso troppo tempo," dissi. "Dobbiamo continuare a cercare."

Ieri sera a causa della tormenta abbiamo dovuto sospendere le ricerche. Abbiamo passato la notte nella baita in mezzo alle piste. Per fortuna il proprietario si è dimostrato molto disponibile.

"Christian, mi dispiace dovertelo dire, ma devi iniziare a prendere in considerazione la possibilità che non potremmo mai più trovarli," disse Aldo, l'insegnate di snowboard, appoggiandomi uno mano sulla spalla.

"Non devi neppure pensarlo. Milo e Diego sono ancora vivi. Voi non li conoscete. Quei ragazzi non si arrendono mai," ribattei irritato, liberandomi dalla sua presa.

"È vero, non li conosciamo, ma è stata una tormenta come non se ne vedevano da molto tempo."

"Basta, stiamo solo sprecando tempo. Diego e Milo sono là fuori. Loro contano su di noi per trovarli. Continuiamo le ricerche." Voltai loro la schiena e con gli sci ai piedi mi lanciai giù per la pista che avevano seguito Diego e il suo gruppo.

Sentivo che la soluzione era lì. Avevo percorso quella discesa svariate volte, ma ancora mi sfuggiva qualcosa.

Non avrei dovuto arrabbiarmi in quel modo con Aldo e gli altri. Tutte quelle persone volevano solo aiutare. Forse ero arrabbiato con me stesso. Forse nel profondo temevo che stavo anch'io iniziando a perdere la speranza.

"MILO. DIEGO," urlai a un certo punto, fermandomi in mezzo alla pista. "Milo, Diego," mormorai ancora.

Dovevano aver cercato un riparo. Non avrebbero potuto sopravvivere la fuori con quella tempesta di neve.

Alzai gli occhi in alto alla ricerca di qualcosa che potrebbe aver attirato la loro attenzione come la mia.

Vidi una cavità poco più lontano. Come aveva fatto a sfuggirmi?

"MILO, DIEGO," gridai di nuovo, avvicinandomi alla grotta.

"Siamo qui," urlò qualcuno di risposta.

"DIEGO, MILO." Sono salvi. Sono salvi.

Mentre mi staccavo gli sci per raggiungere la caverna, contattai il resto della squadra di soccorso con la radio.

"Li ho trovati. Sono vivi," esclamai, prima di comunicare le indicazioni sul luogo esatto. "Venite con un gatto delle nevi. Potrebbero essere feriti."

Corsi in maniera impacciata come solo si può correre con degli scarponi sulla neve fresca.

"Milo," esclamai, quando vidi il suo volto in fondo alla caverna.

"Chris! Ci ha trovati."

Stavo per correre ad abbracciarlo, quando vidi sbucare da dietro la testa di Milo il volto di Diego.

"Che cosa...?" Mi bloccai di colpo a metà strada.

"Non fare quella faccia, Chris. Abbiamo solo chiuso assieme le nostre giacche per tenerci al caldo," cercò subito di giustificarsi Diego. "Forza, vieni a darci una mano."

Mi avvicinai a loro. Erano stretti come in un abbraccio.

"Smettila di fissarci in quel modo. Non è successo assolutamente niente."

Afferrai la doppia giacca e gli aiutai a liberarsi. Milo era seduto tra le gambe di Diego, appoggiato al suo petto.

"Togliti, Milo." Diego spintonò via Milo per rimettersi in piedi.

Dopo aver sciolto le giacche, le indossarono rapidamente.

Era naturale che non fosse successo nulla. Non c'era nessun motivo per pensare diversamente. Tuttavia, non potei fare a meno di notare che non avevo mai sentito Diego prima di allora chiamare Milo per nome.

"Guai a te, se vai a raccontare in giro a Leo o a chiunque d'altro quello che hai visto," mi mise in guardia Diego.

"Ma che cazzo stai dicendo?" esplosi all'improvviso. "Ti preoccupi di questo? Diego hai perso un ragazzo sotto tua responsabilità. Poteva morire. Non gliene frega niente a nessuno di cosa facevate abbracciati."

"Non stavamo facendo niente. Milo tremava dal freddo. Che cosa volevi che facessi? Che lo lasciassi morire congelato? Ti faccio notare che sono stato io a salvarlo."

"Sono stato io a trovarvi."

"Saremmo riusciti a trovare la strada per tornare da soli, non appena fosse sorto il sole."

"Chris, ti prego. Diego mi ha davvero salvato. Non è colpa sua, se mi sono perso," lo difese Milo.

Le parole di Milo, invece di calmarmi, ebbero l'effetto di farmi arrabbiare ancora di più.

"Sei un irresponsabile. Non avrei dovuto fidarmi di te."

"Se è così che la pensi." Diego si incamminò verso l'uscita.

"Diego, la tua gamba," esclamai, quando mi accorsi che stava zoppicando.

"Non è niente."

"È colpa mia," mormorò Milo, andando a sostenere Diego. "Si è fatto male per raggiungermi in un dirupo."

"Ho detto che non è niente. In campo ho subito storte ben peggiori," replicò Diego, scansando Milo, ma quasi inciampò nel movimento.

Corsi al suo fianco e lo afferrai sotto la spalla.

"Ce la faccio da solo."

"Lo so."

"Eccoli, li abbiamo trovati," urlò Valerio apparendo all'imboccò della caverna.

"Portate una barella. Uno dei ragazzi è ferito," aggiunse Aldo, apparendo di fianco a Valerio.

"Grazie," mormorò Milo ad Aldo, quando fecero adagiare Diego nella barella.

"Non dovete ringraziare me, ma il vostro amico. Chris non ha mai perso la speranza. Era convinto che ve la sareste cavata. Aveva molto fiducia in voi. Portatelo via."

"Aspettate," esclamò Diego, facendo fermare i due uomini che lo sorreggevano.

"Grazie, Chris. Grazie per credere sempre in me."

"Mi dispiace per prima. Ho detto cose a cui non credevo."

"Lo so." Diego sorrise e a un suo cenno lo portarono via.

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