Stavo scappando. Sì, stavo scappando, ma non volevo assolutamente che mi vedesse piangere.
Non volevo piangere davanti a Diego. Non dopo quello che aveva fatto.
Non so che cosa avesse fatto più male. Se il suo ceffone o sentirlo chiamarmi nuovamente "sfigato".
Correvo lungo il corridoio, facendo slalom tra le persone. Mi guardavano tutte e tutti in modo strano. Con disprezzo. Con curiosità. Con indifferenza.
"Ehi, vai piano," esclamò un ragazzo, quando lo colpii con la spalla.
"S-scusami," balbettai. "Mi dispiace. Non volevo colpirti."
"È tutto in ordine. Non fare quella faccia. Non è successo niente," disse lui quasi spaventato di quello che dovette vedere sul mio volto.
Mi voltai e corsi via. Sentivo le lacrime crescermi dentro. Era colpa mia. Ero andato addosso a quel ragazzo. Era colpa mia.
Quasi scivolai sulle piastrelle e caddi. Riuscii a stare in piedi.
Vidi la porta del bagno in fondo al corridoio come un faro in un mare in tempesta. Lì sarei stato al sicuro. Mi sarei chiuso in un gabinetto e nella solitudine avrei finalmente potuto piangere. Solo io e la mia sofferenza.
Aprii la porta e mi fiondai dentro.
Non c'era mai nessuno in quel bagno. Non ci veniva mai nessuno in quel posto. Nessuno tranne una persona.
Chris alzò lo sguardo dal lavandino, dove si stava pulendo le mani. E mi sorrise.
"Ciao, Milo. Quanta fretta, ti scappa proprio." Il suo sorriso gli morì in volto.
"Ma stai sanguinando?" esclamò, venendomi incontro con le mani ancora bagnate.
Portai istintivamente una mano al labbro. Quando la guardai, vidi le mie dita insanguinate.
"Non me ne ero accorto," mormorai.
"Chi è stato?" Non avevo mai visto Chris così furioso. In realtà, non penso di aver mai visto Chris arrabbiato.
"Nessuno. Sono... sono... andato a sbattere contro la porta," cercai di giustificarmi.
"Non mi raccontare balle. Non a me. Chi è stato? Leo?"
Scossi la testa. "No, no."
"È stato... Diego?"
Avrei dovuto scuote la testa. Avrei dovuto negare. Ma dovetti dare fondo a tutte le mie forze per almeno non scoppiare a piangere di fronte a lui. Abbassai lo sguardo, sperando che Chris non riuscisse a decifrare il mio volto.
"Stavolta ha davvero superato il limite," esclamò lui, dirigendosi verso la porta.
"No, ti prego. Non fare niente," lo supplicai, afferrandolo per un braccio.
Chris fissò prima la mia mano attorno al suo bicipite, poi incrociò il mio sguardo.
"Non dovresti difenderlo," disse, svincolandomi dalla sua presa. "Lui dov'è?"
Non risposi. Riuscii solo scuotere la testa.
"Lo troverò da solo." La porta si aprì e si richiuse alle mie spalle.
Infine, ormai solo in mezzo ai bagni, scoppiai a piangere come non mi capitava da un sacco di tempo.
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L'amore è abbastanza?
عاطفيةLa vita non è mai facile, ma è ancora più complicata, quando si frequentano le superiori. Milo è appena tornato nella sua città natale dopo alcuni anni all'estero. Nella sua nuova scuola ritrova la sua esuberante amica Cora e Chris, il suo grande a...