47 - LARISSA

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"È in ritardo," sbuffai, lanciando un'occhiata di disapprovazione verso Cora. "Crede di avere qualche forma di privilegio solo perché lui ci è andato a letto?"

"Adesso lo chiamo," si limitò a replicare lei, armeggiando con lo zaino. "Dove sei?" esclamò dopo essersi portata il telefono all'orecchio. "Come al solito posto? Ma ti avevo scritto che ci vedevamo al parco."

Cora rimase un attimo in silenzio.

"Te l'ho già detto. Se una persona ti dice: vediamoci lì, significa vediamoci lì. Pensavo che avessi superato queste seghe mentali."

Ancora silenzio.

"Come perché? Ti ho detto di venire qui, quindi, tu vieni qui." Cora concluse la chiamata.

"Ma non gli avevi spiegato cosa vogliamo fare?" chiesi.

"Volevo che fosse una sorpresa."

Scossi la testa. "È incredibile quanti problemi vi causate inutilmente l'un l'altra, ma non mi sorprende che siate riuscite a tornare amici." Quando notai Cora sorridere, aggiunsi: "siete così petulanti che solo voi due potete sopportavi."

"E io che per un attimo mi ero illusa che fossi divenuta una persona più sensibile."

"Oh, non è la prima volta che ti illudi su qualcuno. Se continui a farti certe aspettative, resterai sempre delusa," replicai. "A proposito di persone sensibili, sembra che in questo caso puoi reputarti soddisfatta," aggiunsi indicando alle sue spalle.

"Ma... ma che cosa?" balbettò Milo, muovendo la testa di qua e di là.

"Ehi, voi due," gridai. "Tenete quel cartello più in alto. Ho detto più in alto. Non mi interessa che vi slogate la spalla. Voglio che si veda."

I due ragazzi si raddrizzarono e il cartello con scritto "L'unica cosa su cui sono confuso è la matematica".

"È stata un'idea di Larissa," spiegò Cora, andandogli incontro, sorridendo e allargando le braccia.

"Hai visto amico?" esclamò Theo, raggiungendoli. "Hai un parata del Pride tutta per te."

Milo era ancora a bocca aperta a fissare la folla di ragazze e ragazzi che sventolavano bandiere arcobaleno.

Ammetto che anch'io sono rimasta sorpresa di quante persone hanno risposto al nostro appello.

"Milo," esclamò Kaira, gettando le braccia attorno al collo del ragazzo. "Perché non ci avevi mai detto niente?"

"Ecco... non lo so," continuò a balbettare Milo.

"Dovrei sentirmi offesa. Credevo avessi maggiore stima di noi," replicò Kaira, fingendo un'espressione imbronciata. "Sono praticamente queer anch'io."

"È quasi fastidioso, quando alla tua ragazza piacciono le stesse ragazze che piacciono a te," confermò Theo, alzando gli occhi al cielo.

"Ehi, non essere antipatico," ribatté Kaira, dando una sberla alla spalla di Theo. "Però, è vero," concluse ridendo.

"Se avete finito i vostri convenevoli, dovremmo iniziare a muoverci. Siamo già in ritardo," dissi, lanciando un'occhiata di rimprovero a Milo. Mi voltai e feci cenno alla folla di prendere ad avanzare.

"Abbiamo deciso di manifestare di fronte al cortile principale," spiegò Cora a Milo.

"Aspetta, tieni. Abbiamo tenuto da parte una bandiera anche per te." Kaira tirò fuori dalla zaino una grande telo colorata e la pose sulle spalle di Milo.

"Ormai arcobaleno è il nuovo nero," commentò Theo, indicando le sue calze multicolore.

Milo si staccò un attimo da Cora e i suoi amici e si portò al mio fianco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 01, 2023 ⏰

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