||Capitolo 7.

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Andai da Samuel, avevo bisogno di sentire le sue forti braccia intorno a me.

Cammino a passo di american idiot dei Green Day, per la strada che porta nel suo quartiere. Mi sento un po' a disagio a pensare che voglio andare a casa sua solo per capire se sono ancora etero.

So che sta cambiando qualcosa in me, o forse è sempre stato così e io non me ne sono mai accorta. Benny è servita solo a farmelo capire, forse serviva lei a scrollarmi dalla realtà e farmelo capire.

Mi sto facendo troppi film mentali.

Ora vado da Sam e vediamo che succede. Perché magari è lei che mi influisce e cerca di farmi il lavaggio del cervello.

Ai lati del marciapiede ci sono delle belle panchine al sole, mi stanno invitando a sedermi e stiracchiarmi al sole. È si, ho proprio voglia di un po' di sole sulla pelle. Però mi concentro sulla strada e mi dirigo verso casa sua. Bambini mi passano accanto, alcuni mi sorridono.

Mi sento quasi a disagio al pensiero di quello che voglio fare, ma ad una parte di me non gli interessa.

Devo solo capire.

La casa spicca fra le altre, il tetto di un rosso sbiadito. I muri di un giallo ocra, con la luce del sole sembra diventare oro. Percorro la stradina che porta davanti al cancello. Suono il citofono e subito la voce di Sam mi fa trasalire.

-Chi è?-

-Jess. -

Il cancelletto fa uno scatto e si apre un poco. Con una mano lo spingo ed entro.

Il giardino,curato come sempre, mi fa sentire a mio agio. Anche se io un giardino non ce l'ho, abitando in un palazzo.

Io e Sam abitiamo in due quartieri molto differenti, il mio è sempre affollato,il suo tranquillo e sembra di stare quasi in campagna.

Il portone si apre quando ancora io sono a soffermarmi sul giardino ben curato.

-Ehi, Jess!-

Sam esce di casa e mi arriva velocemente accanto. Le sue braccia mi circondano.

-Mi sei mancata.-

-anche tu.-

mi stringe di più e mi alza per non farmi toccare con le punte a terra.

-Dai smettila.-

gli dico mentre mi bacia il collo.

-Ciao Jessica.-

-oh salve signora Anderson. Come va?-

-bene,tu?-

-bene grazie.-

sorrido gentilmente.

-Tua mamma come sta?-

Il mio cuore si inclina a dover parlare di mia madre a lei.

-Bhe..ora non ci sente proprio più.-

-oh..mi spiace Jessica.-

-anche a me. E comunque,mi chiami Jess.-

-certo...Jess.-

La madre di Sam si è incupita, tanto che Sam se ne accorge. Mi prende per mano e superiamo la madre che è rimasta in giardino a sistemare una pianta. Sicuramente per svagare il momento di imbarazzo.

-ehi Jess,tutto bene?-

-si,si, è che mi infastidisce parlare di mia madre.-

-Oh..okay. Lo dirò alla mia,cosa non ti farà altre domande imbarazzanti.-

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